/Oggi parliamo dell'introduzione, dell'attacco in media res e delle sue difficoltà/
Ragazzi, ma quanto è bello scrivere l'introduzione del nostro romanzo? Ve lo dico io: neanche un po'. O almeno, di solito crepo di noia mentre tento di spiegare chi sia il mio protagonista e come sia collegato a tutti gli altri personaggi. E, da quanto ho capito, questo è un sentimento molto comune tra noi scrittori ed è normale. Le immagini che ci hanno elettrizzato mentre pensavamo alla nostra opera sono quelle che si trovano, purtroppo, solo a metà testo. Ma per arrivarci bisogna scrivere quella stramaledetta introduzione. E se in queste pagine si annoia lo scrittore, immaginatevi quanto potrebbero sentirsi coinvolti i lettori!
Una soluzione che ho trovato consigliata in molti testi di scrittura è quella di sbarazzarsi dell'introduzione. (In effetti ci saremmo anche potuti arrivare da soli ad una soluzione così banale, eh!) Un inizio di questo tipo si chiama in media res e consiste nel saltare direttamente all'azione evitando le parti barbose. Non solo: questa tecnica consente di tenere un ottimo ritmo (quindi coinvolgendo il lettore) sin dalla prima riga. Sembra figo, vero? Lo è, ma non è per niente semplice da utilizzare. Infatti l'introduzione non è un'invenzione di Lucifero (famoso sexy angelo caduto) per far soffrire tutti quanti, bensì serve per far capire al lettore che diamine sta succedendo.
Ho sperimentato varie volte l'attacco in media res e penso di essere riuscito a fare un buon lavoro con "Il gioco dei fanciulli." L'inizio, in prima persona, recita così: "per un attimo mi manca il fiato." Già dalla prima il lettore sa che sta succedendo qualcosa. Non sa ancora cosa, ma i sui sensi sono all'erta. La sua curiosità (spero) lo spinge a continuare la lettura e a scoprire di più. La scena, poi, continua in modo piuttosto agile, dato che si concentra solo su due figure. Anche l'ambientazione non è minimamente descritta; sia perché sarebbe inutile, sia perché questa scena è volutamente onirica. Ma il rischio qui è, chiaramente, di non dare abbastanza elementi al lettore per immergersi nella scena. E una descrizione troppo scarna dà la sensazione di star leggendo il giornale, anziché un racconto.
Ancora non so dire se quell'introduzione sia coinvolgente o troppo frettolosa; penso ci voglia veramente tanta esperienza per imparare ad usare questa tecnica con maestria. Quello che però penso di aver capito è che se veramente vogliamo un attacco in media res dobbiamo creare una scena semplice. Senza che ci siano 42 personaggi diversi dei quali, magari, è anche necessario spiegare il background.
E questo è quello che sono riuscito a scoprire oggi (oltre al fatto che ho passato il mio esame di dottorato e sono a pezzi!). Fatemi sapere che ne pensate e se avete idee, consigli o suggerimenti.
A presto!
/Nella prossima pagina vedremo una tecnica d'attacco molto diversa, che offre nuove potenzialità/
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Diario di un apprendista aspirante Scrittore
Non-Fiction/#8 in saggistica - 22.3.2018/ Anche voi amate scrivere? Anche voi volete migliorarvi ed essere in grado di produrre dei piccoli gioielli letterari? Anche io, sapete, rispondo a questa descrizione. E no, purtroppo non ho sottomano nessun trucco magi...