/In questo capitolo analizzeremo il primo numero della collana di SCRIVERE. Questo capitolo è disponibile sia in video (vedi sopra) che come testo. I due sono abbastanza simili ma non uguali (principalmente perché non seguo troppo lo script)/
Avete presente quando arrivate alla fine di un testo e non avete la minima idea di cosa avete appena letto? Non perché sia scritto male, ma perché non avete capito la trama; forse perché neanche esisteva.
Oggi parleremo proprio di cosa contraddistingue una storia con l'aiuto del primo volume di SCRIVERE.
Esistono molti modelli che spiegano cosa o cosa non sia una trama. Ma uno molto diffuso ( e anche molto efficace) è il seguente: la trama è conflitto.
Che si tratti di un conflitto fisico o un conflitto interiore non importa. L'importante è che ci sia tensione. Riuscirà Harry a sconfiggere Voldemort? Riuscirà Anastasia Steele a convertire alla normalità il perverso signor Gray? Riuscirà Zeno a smettere di fumare? A smettere di essere un inetto?
Ecco, ogni storia può, solitamente, essere ricondotta ad un conflitto chiaro e semplice. Ovviamente ci sono le eccezioni, come i testi d'atmosfera, o le opere demenziali, o in qualche modo anche opere post-moderne. Ma si tratta comunque di una regola ottima da seguire.
Quindi domandiamoci: "Il mio libro, il mio racconto, presenta un conflitto di qualche tipo?" Se la risposta è no, beh, c'è un'ottima probabilità che abbiamo scritto qualcosa di confuso. Che la trama consista solo in un personaggio che fa cose, senza che ci sia un filo conduttore.
E questo è un errore che facciamo spesso noi esordienti: vogliamo descrivere la realtà. E la realtà non ha un tema principale, non ha capitoli, non ha un inizio e una fine. Ma c'è anche un altro aspetto da notare: se effettivamente il nostro lettore vuole fare esperienza della realtà non ha bisogno del nostro scritto, dato che la sta già vivendo. Se vuole leggere sta cercando una qualche fiction, qualcosa con un inizio e una conclusione. E non un testo che gli dia la sensazione che la scrittura è stata semplicemente lasciata a metà.
I conflitti, davvero, possono essere di tutti i tipi. Possono riguardare avventure epiche, come la salvezza del mondo, possono essere dei dilemmi mostruosi, come la storia di Aron Ralston, lo scalatore che si amputò un braccio da solo per potersi liberare e fuggire dal Canyon dove era rimasto bloccato. O possono anche essere conflitti basati sul carattere o sui sentimenti: vincerà l'orgoglio, l'amore o il nostro desiderio di paternità o di essere liberi? Riuscirà il protagonista a trovare il coraggio di chiedere un aumento?
Veramente, ci sono mille possibilità. Ma per scrivere un ottimo testo dobbiamo avere in mente di cosa vogliamo parlare. Ovvero, quale sia il conflitto che andremo ad esplorare. E questo ci dice quando iniziare e quando fermarci.
E a proposito di fermarsi, concludo pure io.
Noi ci vediamo con altri capitoli per esplorare questa fantastica collana (ovvero SCRIVERE).
A presto! ;)
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Diario di un apprendista aspirante Scrittore
Non-Fiction/#8 in saggistica - 22.3.2018/ Anche voi amate scrivere? Anche voi volete migliorarvi ed essere in grado di produrre dei piccoli gioielli letterari? Anche io, sapete, rispondo a questa descrizione. E no, purtroppo non ho sottomano nessun trucco magi...