XIII-Extra. CORAGGIO (Ginny's pov)

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[ATTENZIONE: questo è un capitolo a sé stante diciamo, la storia può essere letta pure senza e la trama non cambia perciò se non vi interessa potete saltarlo. Sarà piuttosto introspettivo perciò non dite che non vi avevo avvertiti!]

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Ginny's pov del capitolo precedente (XIII. SECTUMSEMPRA)


Coraggio. Tutto girava sempre intorno a quello.

Il coraggio di scegliere, il coraggio di essere se stessi, di affrontare le sfide della vita a testa alta, il coraggio di cambiare idea e di mettersi in gioco.
Grifondoro, la sua Casa, si diceva che fosse la "culla dei coraggiosi di cuore", ed in effetti Ginny non era mai stata una codarda.

Blaise l'aveva ignorata per giorni, giorni che lei aveva passato in tensione, tanto che aveva persino discusso con Hermione quando si era messa a fare la predica a Harry. Aveva preso le sue difese non perché approvasse ciò che aveva fatto a Malfoy, ma perché lo aveva visto realmente dispiaciuto e perché tutta quella situazione la innervosiva. E forse anche perché sotto sotto ciò che provava per lui non era mai del tutto scomparso, nonostante ormai non si illudesse più di poter essere ricambiata.

Lo guardò mangiare il proprio pranzo di malumore, mentre Ron cercava di intavolare con lui una conversazione sulle tattiche da usare nell'ultima partita del campionato di Quidditch, che si sarebbe svolta da lì a due giorni. Harry rispondeva a monosillabi, probabilmente tormentato dall'idea di non poter giocare: a causa dell'incidente con Malfoy avrebbe passato tutti i sabati in punizione con Piton.

La Sala Grande era riempita dalle solite battute e da chiacchiere rilassate, mentre tutti mangiavano tranquilli ed il soffitto incantato della stanza mostrava un cielo azzurro perfettamente terso. Istintivamente lo sguardo di Ginny cadde su Blaise. Mangiava le sue patate al forno come se fossero state una pietanza ricercata, con movimenti eleganti, mentre ogni tanto chiacchierava con la Greengrass e Nott. Sembrava di pessimo umore, anche se non era certo una novità.
Una specie di fiamma le balzò in petto: la stava palesemente ignorando da quando Malfoy era stato ricoverato in Infermeria. Ginny strinse con forza la forchetta, infilzando ferocemente il petto di tacchino che aveva nel piatto e attirando su di sé qualche sguardo incuriosito. Non se ne curò.
Chi diavolo si credeva di essere quella Serpe arrogante per pensare di poterla trattare così?

Era stato dunque con coraggio che quel pomeriggio, poco dopo pranzo, si era presentata al tavolo di Serpeverde, e con altrettanto coraggio aveva affrontato Blaise, una volta rimasti soli, su un argomento che sapeva bene che l'avrebbe fatto arrabbiare. Era a dir poco furioso, non solo con lei ma - pareva - col mondo intero.
La spavalderia le era venuta meno soltanto per un istante, quando era riuscita a scorgerlo in faccia, dopo che il suo pugno si era abbattuto sulla parete dietro di lei. Quello che gli aveva visto negli occhi le aveva fatto paura, perché non aveva incontrato né pietà né la sua solita pacatezza. Soltanto un odio ed una furia che non avevano nulla di umano, che l'avevano lasciata col fiato sospeso e senza sapere cosa fare, finché non lo aveva visto spegnersi, accasciarsi per terra.
A quel punto, nel vederlo in quel modo, qualcosa era precipitato dentro di lei.

«Scusami, non volevo spaventarti.»
Scusa. Le aveva chiesto ...scusa!?
A quel punto, sorprendendo pure se stessa, Ginny era scivolata per terra accanto a lui e - con un tipo di coraggio tutto nuovo - lo aveva abbracciato. Non pensava che sarebbe mai stata capace di osare tanto, non con lui, eppure sembrava averne così bisogno... la verità però era che ne avevano bisogno entrambi, anche se lei non lo sapeva.
«Non è successo nulla, stai tranquillo.»
Forse era una cosa estremamente stupida e banale da dire, ma le era venuto spontaneo ripetere a lui ciò che sua mamma le diceva sempre quando i fratelli le facevano qualche brutto scherzo o quando, da piccola, cadeva e si faceva male.
Si chiese quali demoni lo tormentassero, se avesse qualcuno con cui confidarsi... nonostante facesse tanto lo spavaldo era solo un ragazzo - aveva diciassette anni, per Merlino, non quaranta! - e probabilmente si prendeva più responsabilità di quante non dovesse assumersene. Inoltre doveva tenere molto a Draco, molto più di quanto non lasciasse trapelare da quella sua solita espressione distaccata.

Blaise Zabini e il Principe Purosangue | BLINNY ♥︎ [wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora