La Regina di Cuori, la passione

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Incontriamo la Regina di cuori nell'VIII capitolo di Alice nel Paese delle Meraviglie, anche se già altri personaggi parlano precedentemente di lei, sempre con una certa reverenza, ed è quasi impossibile da dimenticare. Iraconda, impaziente, folle. Andiamo ad analizzare questo controverso personaggio.

Prima di tutto il suo colore è il rosso, un richiamo al sangue, si pensi al fatto che condanna tutti alla decapitazione, ma anche alla passione. La Regina è infatti vittima delle sue stesse passioni, tanto da non poter fare a meno di eliminare tutti coloro che la infastidiscono e quelli che la conoscono cercano in ogni modo di compiacerla, è impulsiva, impossibile a governarsi. Il rosso richiama però anche le mestruazioni, o meglio il menarca. Alice è una bambina che sta diventando donna e la Regina potrebbe essere la raffigurazione di ciò che può essere visto come una cosa negativa da una ragazzina: l'arrivo delle mestruazioni e di tutto ciò che queste comportano.

La Regina inoltre potrebbe rappresentare una figura materna per Alice, una madre con cui la bambina entra in conflitto per poter diventare donna. Si noti inoltre che Carroll, l'autore del romanzo, non aveva simpatia per la madre di Alice Liddell, bambina che gli ispirò l'omonimo personaggio, proprio perché lei lo aveva allontanato dalla figlia. Altro dettaglio importante è la quasi totale impotenza del consorte della Regina, che viene da lei lasciato in disparte e che sembra quasi non avere un reale rapporto con la moglie.

La Regina rappresenta l'ordine, o meglio rappresenta chi dovrebbe governare e creare l'ordine, anche se non ha le caratteristiche per portare avanti questo suo incarico. Come regina, e soprattutto come adulta, dovrebbe essere un personaggio positivo, un modello di riferimento per una bambina che sta per affrontare il duro sentiero del diventare grande,  invece in lei si può vedere una delle peggiori qualità degli adulti: l'ira ingiustificata che porta solamente altra confusione. Inoltre la Regina urla condanne a morte che, nel romanzo, non sono in realtà messe in atto, quindi i suoi comandi alla fine non vengono ascoltati, come a dire che è inutile imporre con l'aggressività il proprio volere perché si finisce solo per essere ignorati.

Ma forse potremo intravedere ancora qualcosa in questo personaggio. Prima di tutto potrebbe trattarsi di una proiezione dei difetti di Alice, la bambina infatti manca di pazienza e per questo motivo rincorre il Bianconiglio dentro la tana, proprio come la Regina non può fare a meno di urlare a tutti i propri comandi. Infine potrebbe rappresentare un desiderio nascosto di Alice, ovvero quello di diventare una Regina e di poter dire e fare tutto ciò che pensa, anche ciò che è considerato sconveniente. Si ricordi anche che in quegli anni una figura di regina autoritaria era al centro dell'immaginario di mezzo mondo: la regina Vittoria ed alcuni studiosi hanno proprio voluto vedere nel personaggio del romanzo di Carroll proprio una sua parodia. Forse la nostra Alice in fondo al cuore desidera proprio diventare così.

In conclusione: un personaggio a cui la piccola Alice non dovrebbe ispirarsi per diventare donna.

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