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Louis sorrise, accettando la spazzola che Jaxon gli stava porgendo e aiutandolo a strigliare la piccola Lady.

La pioggia della sera precedente non sembrava aver intenzione di cessare e, a causa di quel motivo, la seduta di terapia di Jaxon era stata spostata nel maneggio al coperto.

Continuando a spazzolare il pony, voltò il capo osservando Harry che, camminando avanti e indietro, parlava al telefono con il suo meccanico.

Quando quella mattina si era svegliato, aveva trovato accanto a sé solo Jaxon, avvolto dalle calde coperte. Si era premurato di sistemargli vicino il peluche che durante la notte era scivolato in fondo ai piedi e, dopo essersi assicurato che il piccolo dormisse ancora beatamente, si era alzato e, in punta di piedi, era sgattaiolato fuori dalla stanza alla ricerca di Harry.

L'aveva trovato all'ingresso, mentre stava indossando la giacca, pronto per uscire.

Aveva chiamato il vecchio Frank, il loro meccanico di fiducia che di li a poco sarebbe passato a ritirare il suo pick-up per portarlo in officina e verificarne il danno, e il più giovane voleva farsi trovare sul posto per spiegargli meglio le dinamiche dell'accaduto.

Da quando era rientrato, però, non aveva fatto altro che guardare il display del cellulare ogni dieci minuti non riuscendo a distrarsi veramente nemmeno durante l'ora insieme a Jaxon.

Louis odiava vederlo così agitato e sperava vivamente che l'esito di quella telefonata fosse positivo, così da aiutarli finalmente a scoprire a cosa fosse dovuto il danno del veicolo.

Restò a guardarlo, cercando di carpire da ogni suo gesto, espressione o reazione del suo corpo, cosa Frank gli stesse spiegando: il suo volto crucciato ed il chiaro nervosismo che traspariva dai suoi movimenti, lo stavano facendo decisamente preoccupare.

Stava per mollare la spazzola, deciso a raggiungerlo, quando Jaxon lo strattonò per la manica della felpa, richiamandolo all'ordine.

«No così» lo redarguì spazientito, posando la manina sopra quella del padre e «Così» spiegargli, accompagnandone il movimento.

A Louis tremò un po' il cuore.

«Hai ragione ometto, mi ero distratto. Scusami, adesso sto attento e la spazzolo come vuoi tu. Promesso».

Si fece una croce sul cuore per rendere più veritiere agli occhi del bambino le sue parole, riprendendo poi a muovere la spazzola dall'alto verso il basso sul manto del pony.

Jaxon gli stava chiedendo attenzioni, quelle attenzioni che si era sempre premurato di dargli nonostante suo figlio sembrasse non saperle mai apprezzare, limitandosi a guardarlo con quello sguardo vuoto, sempre un po' fuori dal mondo; ora che invece qualcosa stava cambiando, non poteva certo permettersi di rischiare di rovinare tutto. Stavano trovando un loro nuovo equilibrio.

Padre e figlio. Solo loro.

S'impose quindi di non pensare a Harry almeno per qualche minuto e di dedicarsi solamente a lui, al suo amore più grande.

Per quel motivo non si accorse che la chiamata era terminata, che Harry aveva smesso di camminare arrestandosi sul posto a fissare per attimi interminabili il display del suo cellulare per poi riporlo nella tasca dei pantaloni e mettersi le mani nei capelli.

Se l'avesse fatto, non sarebbe stato impreparato quando se lo ritrovò di fianco con un espressione decisamente allarmata; a tratti avrebbe osato dire quasi terrorizzata.

«Hey, che succede?»

«È come temevamo, Lou» sussurrò, massaggiandosi la nuca inquieto.

«Cosa ti ha detto di preciso?»

Touch My Skin Just To Find A New SkyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora