Pensieri e parole

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Una volta arrivati al Rox Harold stramazzó sulla prima sedia disponibile. Non era abituato a muoversi troppo tanto meno a correre (anche se quella che avevano fatto per John era a malapena una camminata veloce).<<Cristo. Sei un super dotato super veloce eh? Penso che negli ultimi 23 anni non ho mai corso cosi tanto.>><<Hai solo 23 anni?! Avrei detto almeno 27 dalla tua faccia.>> emise una risatina poi continuo <<Allora dimmi Harold... tu cosa fai?>>. Harold corrugó la fronte ruoto gli occhi in alto e risposse col solito tono annoiato<<ma si finisce sempre a parlare di talenti in questa cazzo di cittá? Sarai il decimo che me lo chiede in tre giorni. Comunque sono un traduttore. Conosco 10 lingue e le studio tutte da quando avevo 10 anni... potrebbe sembrarti pesante e in effetti è stata una bella vita di merda>>John rimasse stranito per un po. La sua mente si mise a volare in base alle informazioni che aveva assimilato sulla sua nuova conoscenza. Per quel che ne sapeva i traduttori erano ben retribuiti e Harold non riscontrava proprio l'identikit di una persona retribuita bene. Era scialvo e sembrava non curarsi troppo di se stesso forse aveva anche qualche dipendenza. Nonostante ció John penso a una risposta adeguata e dunque rispose <<Posso capire sia stata dura ma pensavo che per voi traduttori il gioco valesse la candela visto i vostri numerosi modi per guadagnare tipo i libri i videogiochi e tutto il resto...>>
Harold sorseggio il caffe e rispose con tono meno annoiato del solito<<Guadagniamo in base ai contratti. E nessuno vuorrebbe farne due a persone di cui non è sicuro di potersi fidare...>>.
<<Due? Anche la ragazza che era con te traduce?>>
<<Lyra? Si, mia sorella traduce ben 6 lingue in piu di me. E per quanto possa sembrarti incredibile non è facile trovarle un contratto.>> dopo aver detto ció Harold distese le gambe sotto al tavolo e accennó un sorriso che sembrava molto meno finto degli altri. Fu il primo che John vide quasi sincero sul suo volto. E speró che non fosse l'ultimo.

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