Capitolo Due

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Questo è esattamente uno di quei giorni in cui non vorresti fare nulla, oziare a letto finché non viene sera e stare in pace e tranquillità.
Purtroppo per me, neve, pioggia, grandine e freddo polare, non mi permettono di fare tutto ciò.
Anche stamani, alle otto in punto ero già al bar per iniziare il turno.
La domenica il Royal è pieno, si vede gente di tutti i tipi, dalle famiglie abituali che ogni giorno di riposo vengono a fare colazione, ragazzi riuniti per un caffè, gente normale venuta a farsi i fatti propri, e chi, come la maggior parte della gente di Torinoo, anche di domenica, lavora.

"Buongiorno, Gin!" Un sorriso si para sul mio viso appena riconosco la voce appartenente a una delle poche persone che rallegravano le mie giornate

"Signora Marini, che bello vederla. Facciamo il solito?" Le chiedo alludendo al suo abituale cappuccino al latte di soia e orzo

"Come sempre" mi risponde

La signora Marini è una dei pochi clienti che frequentano il bar aperti a fare amicizia con tutti.
È una signora sulla sessantina, ma a vederla sembra una ragazzina; ha sempre un sorriso pronto per ognuno che le si avvicini, ha uno stile e un gusto nel vestire disarmante, frequenta la palestra assiduamente ed è ligia al suo regime alimentare vegano. Anche io vorrei arrivare alla sua età ed essere così, sempre se mai ci arriverò ovviamente.

Verso l'ora di pranzo avverto un leggero mal di testa, purtroppo dormendo sempre qualche ora a notte non posso sopportare ritmi pesanti, quali quelli della domenica.
Credo sia anche per il fatto che oggi non abbia toccato cibo, se non due biscotti al volo questa mattina a casa, me lo ripeto sempre che dovrei mangiare meglio, non avendo il sonno come alleato, non mi resta che una buona alimentazione.
Alle 14 precise, con neanche un minuto in più, mi sfilo il grembiule e lo metto al suo posto, guardavo l'orologio insistentemente aspettando che la lancetta scoccasse sull'orario di fine turno e finalmente potevo scappare.
Velocemente mi incammino verso casa, avevo sul serio bisogno di mangiare qualcosa, poi avrei avuto il pomeriggio libero per rilassarmi, e chi sa, magari recuperare qualche ora di sonno.

Cerco di non pensare al freddo pungente e nascondo il più possibile il viso nel mio scalda collo, ho le vie aree congelate, una sensazione che non sopporto!
Fortunatamente il mio condominio si fa sempre più vicino e, una volta entrata, respiro a pieni polmoni il tepore dell'interno.
In ascensore inizio a togliermi un po' di cose di dosso, mi sbottono il cappotto maledicendomi poi per aver occupato tutte e due le mani tra borsa, sciarpa e cappello e non aver avuto la prontezza di cercare prima le chiavi.
Sospiro frustrata, anche nelle piccole cose, non me ne va una giusta; oggi c'è un via vai di gente, cosa inusuale per il mio condominio, ma per la maggior parte sono addetti alle consegne e trasporti da quelle che riconosco come divise.
Non ci penso più di tanto, ho davvero bisogno di staccare per qualche ora, mettermi comoda e ristabilire la pace all'interno del mio stomaco.

Prima di infilare la chiave nella serratura, il mio sguardo viene catturato dalla moltitudine di scatoloni e oggetti vari sparsi per il pianerottolo, non ci vuole molto ad intuire che probabilmente qualcuno si stia trasferendo, da quel che ne sapevo l'appartamento di fronte al mio era inabitato da anni e anni, mi sembrava strano solo il fatto che qualcuno l'avesse preso.

Non ci penso più di tanto, spero solo non siano vicini fastidiosi o che abbiano bambini che strillano, i miei mal di testa perenni - e i miei nervi- non sopporterebbero oltre.

Questo pomeriggio mi abbandonerò all'ozio più totale, dopo aver mangiato un bel piatto di pasta, non mi restava che spogliarmi dai miei soliti abiti e infilarmi qualcosa di comodo.
Ho davvero bisogno di dormire un po' di più, il mio corpo anche se abituato a questo stile di vita, ne risente parecchio della mancanza di lucidità, sia mentale che fisica.

Girl Next Door// Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora