Piccoli incidenti

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Smisi di ridere dopo un po', ma non scesi di sotto a mangiare e su questo mi meravigliai dato che mangio tanto.
Mi svestii rimanendo solo con la felpa e mi misi dentro le coperte, presi il telefono e misi una canzone a caso.

Dopo non so quanto sentii un rumore e aprii gli occhi piano, mi ero addormentata. Mi misi seduta sul letto e mi stiracchiai un po. Il rumore proveniva dalla finestra così mi alzai e quando spostai la tenda tirai un urlo e poi mi portai le mani davanti la bocca. C'era Noah davanti la mia finestra, arrampicato all'albero davanti casa mia. Mi fece segno di aprire, ero insicura su questo perché non aveva motivo di venire a casa mia di nascosto e poi perché arrampicarsi all'albero? Perché non suonare al campanello???
E poi cazzo, indosso solo la felpa! Meno male che è lunga.
Aprii la finestra e lo feci entrare, lo guardai con le braccia incrociate sul petto e un sopracciglio alzato, in cerca di spiegazioni.
<<ehm... Mi mancavi>> disse in sua difesa grattandosi la Nuca. Per poi portare lo sguardo sulle mie gambe nude.
<<come posso mancarti se mi hai conosciuta solo oggi? Oh andiamo che c'è vuoi prendermi in giro pure te come tutti gli altri? Se hai una telecamera nascosta da qualche parte ti faccio esplodere il sedere con i fuochi d'artificio. >> cosa cazzo ho appena detto? Cecilia ritorna in te. << non ho niente... Chi ti prende in giro? E perché?>> strinsi la felpa nelle mie mani e poi mi girai, aprii la porta e prima di uscire lo guardai. <<aspetta qui Scimmietta>>

Andai di sotto in cucina, potei constatare con felicità che non c'era nessuno così guardai dentro il forno e notai che mamma mi aveva lasciato il pranzo. Presi il piatto e la bottiglia di succo di mela dal frigo, poi mi diressi in camera mia guardando con occhi a cuoricino il mio piatto.
Ma ecco che appare Gaten dal nulla e non mi permette di avanzare. <<Levati Gat>> cerco di passare ma lui mi blocca. <<che è successo oggi?E perché giri per casa con solo la felpa? Sai che odio quando lo fai>> alzai gli occhi e incrociai il suo sguardo che fino a poco fa cercavo di evitare. Mi morsi il labbro inferiore e tornai a guardare il mio piatto, non vedendo l'ora di addentare quelle bellissime salsicce. <<Niente Gaten, mi fai andare in camera??? E io giro per casa come mi pare. >> gli risposi alquanto scazzata, e cercai di spingerlo con la spalla, ma il suo metro e ottantasei non giovavano a mio favore. <<Vengo con te allora >> <<NO>> mi pentii immediatamente di aver risposto in modo frettoloso e con gli occhi spalancati e preoccupata. Cominciò ad avanzare verso camera mia a grandi falcate così cominciai a correre in modo buffo, attenta a non far cadere niente dal piatto (e il piatto stesso).Ma ovviamente caddi per le scale e dio solo sa quanto ca**o mi sono fatta male. Rotolai giù per le scale e alcuni pezzi del piatto (i più piccoli), ormai rotto, sparsi giù per le scale mi si infilzarono nelle gambe, visto che il busto era protetto dalla felpa. Ero a gambe all'aria e beh meno male indossavo le mie culotte nere e non le mutandine di pizzo, nere, che mi compra mamma.
Gaten corse da me urlando. <<CECI o mio dio Cecilia>> ed ecco che su appare anche Noah e io divento così rossa che mi confondo con i miei capelli, se non di più. Gaten segue il mio sguardo e quando vede il ragazzo dagli occhi color miele il suo sguardo diventa serio e mi guarda chiedendomi spiegazioni. Portai le mani sulla felpa, cercando di abbassarla.
Poi Cercai di alzarmi, evitando di guardare entrambi, ma quando poggiai la mano a terra cercando di alzarmi lanciai un altro urlo, avevo dimenticato dei vari cocci sparsi a terra. Noah corse giù e mi affianco, avevo al lato sinistro Gaten e al lato destro Noah.
<<Stai bene? È meglio se ti porto in ospedale>>
<<sto bene>> mi guardo la mano sanguinante, con un grande pezzo di piatto infilzato dentro. Manco se fossi un marshmallow. E poi guardo il mio piede destro, sentivo delle fitte di dolore arrivare da lì, infatti era nelle stesse condizioni della mano. <<chiamo zia Elizabeth così ti medica lei al posto che portarti all'ospedale, e chiamo mamma e papà. >> Gaten mi prese in braccio, cercando di non mettere il mio culetto in bella vista, sotto lo sguardo di Noah.
<<Posso aiutare in qualche modo?>> guardai Noah, che con sguardo preoccupato guardava Gaten e poi me. <<si andandotene, che poi da dove sei entrato?! E quando?!>> tirai una gomitata a Gaten in malo modo e poi sorrisi a Noah. << Si puoi aiutare. Tira un pugno a mio fratello>> Gaten mi guardò malissimo mentre Noah sorrideva. <<Non lo farò. Ma come hai fatto a cadere dalle scale?>> tornai a guardare le mie mani e poi parlai. <<Gaten stava venendo in camera, e non volevo che sapesse tu eri qui. E soprattutto in camera mia con me con indosso solo una felpa.>>  dissi marcando la frase "camera mia"
<< e quindi hai deciso di buttarti dalle scale?>> chiese con un sopracciglio alzato. <<No. Mi sono messa a correre, cercando di non far cadere il piatto e la bottiglia. Ma sono caduta e, non so come, sono rotolata giù. >> Dissi alzando le spalle.

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