Cecilia PV
Sentì scuotermi e di scatto apri gli occhi e girai la testa verso mio padre che con un grande sorriso mi guardava. <<Siamo arrivati, dai scendiamo>> Alzai lo sguardo, guardai davanti a me e c'era un prato che si distendeva per chilometri, pieno di fiori tutti colorati e il sole rendeva tutto molto più magico. Sussurrai un "O mio dio" e poi scesi dalla macchina alla velocità della luce e corsi via, verso quel prato immenso. Allargai le braccia e guardando il cielo girai su me stessa, per poi chiudere gli occhi. Era magnifico, soprattutto il profumo che emanavano tutti quei fiori. Mi sentivo libera, spensierata... Guardai mio padre e gli corsi incontro saltandogli in braccio come una bambina. <<Oddio papà è magnifico, grazie per avermi portata qui>> Lo strinsi a me, come se fosse la mia ancora di salvezza.<< Prego cucciola mia, ora va corri quanto vuoi, noi prepariamo il pic nic.>> Tornai coi piedi a terra e prendendo il mio telefono e la piccola cassa che avevo portato andai poco lontano da loro e misi la musica. Corsi per un po, come una bambina felice e poi mi sdraiai sul quel prato immenso, magico e mi misi ad osservare il cielo, era chiaro con poche nuvole che venivano definite dal sole. Tutti i miei pensieri negativi sparirono e lasciarono spazio al vuoto.
Alzai una mano come per cercare di toccare il cielo e non so come un fiore si staccò e si mise sulla mia mano. Come una calamita. Sgranai gli occhi, com'era possibile? pensai che fosse stato il vento, nonostante non ce ne fosse molto. Ma mi sbagliavo... anche tanto.
Decisi di raggiungere papà e gli altri due che avevano già sistemato una coperta a terra e quattro cuscini colorati e il cestino coi panini e il resto del cibo che avevo deciso di portare. E ovviamente non poteva mancare il succo di mela!
<<Avete fame?>> chiese mio padre, annuimmo tutti e notai che i due idioti stavano al telefono, come se non gliene importasse nulla del paesaggio. <<Siete degli idioti! Noi siamo in questo posto bellissimo e voi state al telefono a chattare con chissà chi.>> Alzarono lo sguardo contemporaneamente e poi si guardarono tra loro, per poi guardare mio padre. << Lasciali stare, l'importante è che ti rilassi. Loro sono qui solo per saltare la scuola e il lavoro, vero ragazzi?>> Mio padre li guardò con uno strano sguardo e io ero alquanto insospettita, ero ovvio che mi nascondevano qualcosa e non avevano alcuna intenzione di dirmelo. <<Si>> risposero in coro per poi mettere il telefono in tasca.
Presi un panino e cominciai a mangiarlo, avevo lasciato la musica accesa su spotify sulla "Dance Room" << Potresti levare questa musica?>> mi chiese Gaten. << No.>> Risposi secca. << Fanculo>> Mio padre gli prese un orecchio e lo tirò. <<Potevate non venire.>> <<Scusa scusa>> papà lasciò il suo orecchio e io sorrisi soddisfatta.
Appena mangiai il mio ultimo pezzo di panino presi la piccola bottiglia col succo di mela e la mia fotocamera e tornai dove stavo prima. Cominciai a fotografare ogni fiore, il cielo, tutto il prato e persino mio padre che mi sorrideva da lontano. Poi guardai Noah che si alzò per poi dirigersi verso di me. Aveva le mani nelle tasche dei jeans chiari e i suoi occhi erano puntati su di me, il suo sguardo era rilassato. Gli scattai una foto e poi appena mi sorrise ne feci un'altra. Era bellissimo. << Ti piace quel che vedi così tanto che lo fotografi eh>> << eh si, il cielo dietro di te è magnifico>> Dissi per poi tornare a fotografare l'orizzonte. <<certo certo>>
Si mise a sedere affianco a me e ad osservarmi, non gli dissi niente non volevo rovinare l'atmosfera che si era creata, ma sentì il rumore di una fotocamera scattare da lontano... mio padre. Mi girai a guardarlo ed era proprio lui che ci stava fotografando. Piace ad entrambi la fotografia e sono felicissima di questo. Mi alzai e posai la fotocamera a terra. << Papà fammela così>> Urlai in modo che mi sentisse e mi misi di schiena a lui e allargai le braccia e portai la testa all'indietro e chiusi gli occhi, appena sentii il magnifico suono dello scatto presi le mie cose e corsi da lui, lasciando Noah lì che però si alzò quasi subito e mi seguii. <<Fammi vedere>> dissi a mio padre, che subito girò la fotocamera e io la presi tra le mani. <<stupenda>> la guardavo sorridente e mio padre ne approfitto per prendere la mia fotocamera e scattarmi un'altra foto. <<Papà!>> << Shh, sei magnifica proprio come questo posto, se non di più.>> << Ha ragione>> disse Noah e io sorrisi anche a lui, sinceramente.
Restammo tutti in silenzio per un po, io continuavo a fotografare tutto... soprattutto Noah. Avevo tolto il rumore dello scatto per non farmi beccare. Si erano addormentati tutti, tranne mio padre. << Cosa ha di tanto speciale?>> Mi chiese ad un tratto e io senza pensarci due volte gli risposi. <<Non lo so, ma quando lo osservo mi trasmette qualcosa... qualcosa di magico. >> Abbassò lo sguardo, come se quella parola gli recasse dolore. <<Cosa c'è?>> <<Nulla, non stare più male okay? Sennò lo picchio veramente e non so se riuscirò a trattenermi e a lasciarlo vivo>> Non lo presi sul serio, anche se il suo tono era molto più che serio.
Decisi di mangiare Le patatine che avevo portato e neanche il tempo di aprire il pacchetto che i due idioti si svegliarono e lo fissarono come un leone osserva la sua preda. <<Sono mie.>> dissi aprendo il pacchetto e mettendomi poi una patatina in bocca con sguardo di sfida. << Ti conviene metterti a correre se non vuoi che te le prendiamo>> dissi Gaten con un ghigno e io nel panico strinsi le patatine della mano e mi alzai, quasi inciampai, e corsi via. Mi seguirono a ruota, erano veloci e io non volevo che mi rubassero le mie adorate patatine. Ad un tratto andai più veloce, talmente tanto che mi venne la nausea, mi ritrovai lontana chilometri da loro in pochi secondi e in altrettanto tempo senza sensi a terra.
Noah Pv
Quel che speravo non accadesse, successe. I suoi poteri cominciavano a ribellarsi, non volevano più essere trattenuti. Era comprensibile, tra pochi mesi avrebbe compiuto 18 anni e nessuno avrebbe più potuto controllarli.