Il corridoio buio non è deserto come lo ricordavo, e la cosa mi lascia leggermente perplessa.
"Elise?"
Mi avvicino alla ragazza dai capelli rosa, ancora in camicia da notte, immobile davanti alla finestra chiusa.
Guarda fuori, e il suo sguardo è perso nel vuoto.
"Elise?" La chiamo ancora, accarezzandole una spalla, ma lei non si muove, così decido di capire che cosa sta guardando.
Subito corrugo la fronte, confusa: ma che diamine?
I gemelli, stretti nei loro pigiami, sono trascinati a forza dentro al capanno presente in giardino, quello che pensavo fosse una serra.
Il guardiano, che è l'autista che mi ha portato al centro, di cui nemmeno ricordo il nome, tiene una pala sulla spalla, quasi a minaccia.
Spinge i gemelli all'interno e poi entra a sua volta, chiudendo la porta.
Non si sente o vede altro.
"Ma che cosa è successo?" Chiedo, confusa: non è sicuramente una cosa normale, nemmeno per questo posto.
"La cura finale." Si limita a dire la ragazza, tornando finalmente a guardarmi con i suoi grandi occhi "Saranno donati allo scopo."
Sgrano gli occhi, non riuscendo perfettamente a capire le parole della ragazza.
La cura finale? Donati allo scopo?
"Elise, ti conviene spiegarti."
Ma la ragazza non parla, improvvisamente muta come un pesce.
Decido che non ho più voglia di aspettare.
"Okay, allora andrò a chiamare qualcuno." Dico, decisa, ma subito la mano fragile di Elise si stringe intorno al mio polso con foga, sorprendendomi.
"Se tu lo farai ti porteranno là dentro." Si limita a dire e, dal modo in cui sgrana gli occhi, sembra avere una terribile paura di quel capanno.
Torno a guardarlo, notando le luci fioche provenire dalle finestre oscurate.
Che cosa potrà mai nascondere?
***
Passo una mano sul legno ruvido del capanno, quasi sperando che questo, sentendo un po' d'amore, possa rivelarmi i suoi segreti.
Ma rimane silenzioso, così come ogni cosa in questo posto.
"Che stai facendo?"
Sobbalzo, portandomi una mano al petto prima di dare un leggero buffetto al ragazzo che, improvvisamente, è comparso al mio fianco.
"Sei pazzo, O'Brien?" Lo rimprovero, tornando subito a ispezionare il lucchetto di metallo.
Penso che potrei aprirlo, se solo avessi i giusti attrezzi.
"Volevo solo parlarti." Continua lui, e sento i suoi occhi bruciarmi sulla pelle "Possiamo andare da qualche parte?"
"No." Mi limito a dire, chinandomi a terra, osservando il terriccio umido vicino alla porta.
Ci sono tre paia di impronte che entrano ma solo una che esce.
"Diana?"
Dylan mi scuote appena le spalle, e io subito sbuffo, annoiata.
"Che c'è?" Chiedo, lanciandogli un'occhiataccia, che lo fa indietreggiare.
"Sei tu quella strana." Ribatte, non rispondendo alla mia domanda "Possiamo andarcene da questo capanno?"
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Il ragazzo nell'ombra {Dylan O'Brien}
FanfictionDiana Adams non è una ragazza come le altre, ma non le è mai davvero importato fino a quando i suoi genitori hanno deciso di provare il nuovo trattamento della Linton Care Centre, una clinica specializzata dispersa fra le montagne dell'Alaska. Lei...