e p i l o g u e

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La prima cosa che ho fatto, una volta arrivata al villagio, è stata chiamare i soccorsi, perché sapevo che al castello stava succedendo qualcosa di grave.

Ovviamente, mai avrei immaginato che Dylan, quando parlava di distruzione, intendesse dare fuoco a tutto il palazzo, anche se un po' lo capisco: in fondo, Linton era suo padre, quindi voleva proteggerlo, e così ha fatto.

Il fuoco ha inghiottito tutto: i documenti, il capanno, le sacche di sangue e i corpi delle vittime sono state scambiate per un effetto collaterale dell'incendio.

Nessuno saprà mai della cura finale, o quale sia stata la vera morte di quei ragazzi ma, forse, è meglio così.

Elise è sopravvissuta: Dylan si è affidato a lei per portare fuori tutti i pazienti e medici, che ancora dormivano nelle loro stanze.

Nessun morto, nessun ferito, tranne uno, che, chissà in che modo, è riuscito a salvarsi dall'ira delle fiamme.

Il corpo di Dylan, il vero Dylan, è stato la vera sorpresa portata alla luce da quell'incendio e, in pochi giorni, il suo ritrovamento è diventato il caso mediatico più famoso del mondo.

Il bel addormentato, così lo chiamavano, e direi che questo nomignolo gli si addice.

E' stato portato in uno degli ospedali più famosi di New York, e li è rimasto per i seguenti tre mesi: solo, senza una famiglia, ma protetto da vere cure e veri medici.

Molti dicono che non si sveglierà mai, altri sono fiduciosi ma nessuno sa davvero la verità.

"Diana, c'è una lettera per te."

Alzo lo sguardo, notando gli occhi perplessi di mia madre mentre mi porge la busta bianca.

Alla fine i miei genitori si sono separati davvero, ed ero davvero arrabbiata, perché dopo ciò che mi è successo tutto ciò che volevo era la mia famiglia, unita, ma, una volta visti, ho capito che la felicità che avevo imparato a conoscere non era vera, ma che esisteva solo nella mia mente.

Ora sono davvero felici, e io non posso che esserlo per loro.

Anche se, forse, questo benessere generale dipende semplicemente dal fatto che il ragazzo nell'ombra è ormai sparito, e ora possiamo essere una normale famiglia americana che si gode il proprio amore.

Afferro la lettera, e subito corruccio lo sguardo quando noto il francobollo della città di New York.

"Non capisco."

"Beh, dovresti aprirla." Mia madre mi da un bacio sulla fronte, andando poi alla porta "Vado a lavoro, a dopo."

"A dopo." La saluto, sorridendole, e poi abbasso lo sguardo, aprendo la busta.

Già alle prime parole mi blocco.

Diana,
il tempo è quasi finito.
Elise.

La lettera mi cade dalle mani.

***

Le ciocche verdi della ragazza dal viso tondo si muovono, colpite dal vento, mentre lei mi corre contro, abbracciandomi.

"Diana, mio Dio, pensavo che non saresti arrivata in tempo."

Non ricambio il suo abbraccio, non ci riesco, anche se, durante la sessione degli psicologi dopo il nostro ritrovamento, le avevo detto che l'avevo perdonata.

In realtà, dimenticare e perdonare sono cose molto diverse.

"Lui dov'è?" Chiedo, non appena questo strano contatto si disgrega, per la mia gioia.

Il ragazzo nell'ombra {Dylan O'Brien}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora