Capitolo 1: Luci e colori

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Mi ero lasciato trascinare dai miei amici in quell'inferno dai mille suoni e colori. La musica mi arrivava forte e quasi mi stordiva. Sempre lo stesso locale chiassoso pensai. Non ero affatto il tipo per quel genere di ambiente in cui gli aromi di tabacco, alcool e sudore si mischiavano e mi entravano con prepotenza nelle narici. Il mio amico Davide era già alle prese sul divano con una bella mora. Che cosa avevo io che non andava? Avevo appena compiuto diciott'anni ma non ero come tutti i ragazzi della mia età. Cercavo di più. Ambivo a quelle sensazioni che nessuna era mai stata in grado di darmi fino a quella notte. Decisi di andare in bagno, prendere una boccata d'aria fresca e stare da solo, lontano da tutti. La toilette del locale era di un intenso colore rosso, luce soffusa e un intenso aroma di arancia e cannella. Aprii la prima grande e spaziosa cabina che trovai e al suo interno vidi lei. Era seduta a terra. Fumava una sigaretta e aveva l'aria stravolta. Rossa, formosa e con lo sguardo perso nel vuoto. Era proprio il mio tipo pensai mentre cercavo di aiutarla ad alzarsi. Il suo profumo era così eccitante. Le chiesi se stava bene. Non capivo il motivo della sua presenza nel bagno degli uomini. E lei mi baciò. La sua lingua toccò la mia in un vortice di passione e lussuria. Non conoscevo nemmeno il suo nome, lei non conosceva il mio. Allora perché ero così dannatamente eccitato? Il suo corpo sotto le mie mani era bollente. Le accarezzavo il seno con una mano mentre con l'altra esploravo le sue parti più intime, calde e bagnate. Sentivo l'adrenalina scorrermi per tutto il corpo. La volevo e l'avrei fatta mia, a qualsiasi costo. La feci voltare e con lentezza la penetrai. La sensazione era sublime. Mi muovevo e la guardavo godere sempre di più. Non era una semplice scopata. In quel momento i nostri cuori erano connessi. Ero così vicino all'orgasmo quando pensai che non volevo finisse così. Volevo possederla di più. Farla urlare solo per me. Il mio seme le finì addosso, ovunque. Ero convinto di volerla rivedere e di volerla conoscere. "Ti prego dimmi almeno il tuo nome!". Il suo silenzio fu disarmante. Un ultimo sguardo, un ultimo bacio. Andò via lasciandomi da solo. In quel bagno in cui avvertivo ancora la sua presenza. Sentivo  l'eccitazione crescere in me. Ed un ultimo ed inconfessabile segreto. Avevo appena perso la mia verginità con una ragazza che forse non avrei visto mai più e che una parte di me ricorderà per sempre.

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