Capitolo 2: Colori e luci

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Mi ero lasciata trascinare in una storia davvero allucinante.  Erano ormai otto mesi che frequentavo Davide e mi ero davvero innamorata di lui. Le nostre uscite al cinema. Le lunghe passeggiate al parco. Avevo vissuto quel periodo pieno di spensieratezza con il sorriso sulle labbra ed il cuore a mille. Era troppo bello per essere vero. Lui era perfetto. Alto, biondo e con un fisico che faceva urlare di gioia tutte le ragazzine. Ero gelosa ma non solo. Una parte di me sapeva che non era mai stato solo ed esclusivamente mio. Possedevo il suo corpo il più delle volte ma ero ancora lontana dal ricevere il suo incondizionato amore. Lo capivo dal suo modo di agire. Evitava l'argomento famiglia, non voleva frequentassi la sua classe o i suoi amici. Quel lungo silenzio dopo aver passato una notte ad ingoiare il suo seme. Non riuscivo a capirlo fino infondo, e forse era giusto così. Quella sera avevo ricevuto un SMS da una mia compagna di classe, Erika. Mi diceva che era al Blue Moon e che Davide era con un'altra. La testa in quel momento mi si annebbió completamente. Era uno scherzo? Mi rifiutavo di crederci. Eppure venti minuti dopo ero all'ingresso del locale. Mi aveva detto che era andato al letto per un'emicrania pensai su tutte le furie mentre ansia e rabbia si impandronivano del mio cervello.Mi feci coraggio ed entrai lentamente nella piccola sala colorata di blu ed Erika mi venne incontro indicandomi un divano poco lontano. Davide era lì. Impegnato a ficcare la lingua in bocca ad una ragazza. Non potevo credere ai miei occhi. Mi scolai l'intera birra che la mia amica aveva in mano e scroccandole una sigaretta corsi nel bagno più vicino per scoppiare a piangere in un singhiozzo inconsolabile. Ero seduta in una squallida toilette. Da sola con la consapevolezza che era tutto finito, allora perché non riuscivo a guardare avanti? Mi crogiolavo nel dolore e nell'umiliazione quando la porta si aprii di scatto. Cazzo non ho chiuso a chiave pensai. Sarà Davide? Sarà tornato sui suoi passi? No. Era un ragazzo che non avevo mai visto prima dall'aria timida ed impacciata. Era il classico bravo ragazzo, infatti cercò subito di aiutarmi ad alzare. Mi cinse involontariamente la vita con le mani e dovevo ammettere che profumava di buono. Lo baciai. Lo feci in preda ad uno stato di pura euforia. Ed era una bella sensazione. Volevo vendicarmi a tutti i costi, farlo soffrire. Volevo fare sesso con lui solo per ferire il poco di orgoglio e dignità che mi restava. Non era bello o fisicamente palestrato come Davide ma il suo corpo teso all'estremo dietro di me che mi prendeva con forza mi dava un piacere immenso. Di scatto uscii da me per riversare il suo piacere sulla mia pelle ancora mezza vestita. Che peccato è già venuto pensai. Mi chiese il nome ma credo che avrebbe solo complicato di più le cose. Me ne andai baciandolo un'ultima volta. Non avrei mai potuto frequentare qualcuno che non fosse D.

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