Quando mi svegliai l'indomani mattina, ero sdraiato su un fianco, il braccio posato sopra il fianco di Jimin. Aprii gli occhi lentamente, trovandomi davanti la sua nuca, coperta dai capelli biondo cenere che aveva in quel periodo. Sorrisi lentamente e pigramente, dato che ancora dovevo svegliarmi, e posai un delicato bacio tra i suoi capelli, decidendo di alzarmi. Feci tutto il più lentamente possibile cercando di non svegliarlo e sorrisi quando lo sentii mugolare il mio nome seguito da qualcosa di incomprensibile. Quel ragazzo era unico, pensava a me anche mentre dormiva. Non che per me fosse diverso comunque, avevamo sviluppato un rapporto di totale dipendenza l'uno dall'altro ormai. Erano quattro anni e mezzo che avevamo debuttato e altri tre passati insieme come trainee e in quei sette anni il nostro rapporto era andato a crescere sempre più. Spesso rido da solo quando trovo delle vecchie foto nostre, dove le fan quasi lo prendono in giro perché lui era cotto di me e io non lo calcolavo. È vero che gli stavo lontano o che a volte ero più freddo, ma non è che non mi piacesse, anzi ero attratto da lui e adoravo come mi trattava, il suo prendersi cura di me e le attenzioni. Semplicemente ero un ragazzino, ero piccolo e spaventato da quella che sarebbe stata la mia vita sotto i riflettori, nonostante quello fosse il mio sogno. Con il tempo sono riuscito però ad aprirmi.
Quando mi alzai dal letto, raccolsi tutti i vestiti che avevo lanciato a terra, compreso l'asciugamano, e portati tutto nel cesto in bagno. Chiusi la porta e mi feci una doccia per svegliarmi, cercando sempre di fare meno rumore possibile. Avevamo un po' di tempo per noi e volevo che Jimin riposasse, soprattutto perché la notte non è che lo facevo riposare poi molto. Sorrisi malizioso a ripensare a ieri notte e mi avvolsi un asciugamano attorno alla vita per poi tornare in camera. Lentamente andai verso la "cabina armadio", che conteneva più vestiti di Jimin che miei, e misi un paio di boxer neri, un paio di pantaloni, sempre neri con qualche strappo qua e là e una t-shirt bianca, con sopra una felpa sempre bianca. Presi il telefono e uscii in punta di piedi dalla stanza, chiudendomela alle spalle cercando di non fare rumore.
Arrivai in cucina e ci trovai Yoongi hyung che si faceva un americano con la macchinetta che se ne stava in angolo del piano.-Buongiorno hyung.- Mormorai, mentre mi passavo una mano tra i capelli e mi sedevo sullo sgabello accanto al bancone.
-'Giorno.- Mormorò lui in risposta con un mezzo grugnito e pensai si fosse svegliato anche lui da molto poco, ovviamente lo hyung non era un tipo molto socievole appena sveglio, oltre ad essere quello un po' più serio tra noi.
-Hai programmi per oggi hyung?- Gli chiesi, sperando non mi mandasse a quel paese, mentre poggiavo le braccia sul bancone e mi appoggiavo su di esse, come se volessi addormentarmi di nuovo. Non ricevetti risposta per un po' e pensai che non mi avrebbe risposto, fino a che mi sorpresi nel sentire una mano posarsi tra i miei capelli e alzai lo sguardo, trovandomi un cappuccino davanti e Yoongi hyung seduto accanto a me.
-Penso di andare a lavorare al Genius Lab. Tanto credo che Hobi andrà in sala prove. Sai anche tu come è quando si fissa con il ballo. Anzi, credo che dovrebbe andare anche Jimin.- Mi disse, mentre io lo guardavo sorpreso e poi gli sorridevo, mettendo le mani attorno alla tazza calda.
-Non so, Jiminie non mi ha detto nulla in realtà.- Mormorai, provando a pensare se mi aveva detto qualcosa. Quando riportai l'attenzione su Yoongi hyung lo vidi sorridere maliziosamente e alzi un sopracciglio quasi come se quello bastasse a chiedere qualcosa.
-Immagino che ieri si sia così impegnato a stuzzicarti che non gli è passato per testa di dirti altre cose.- Mormorò ridacchiando, facendo scoppiare a ridere anche me. Effettivamente era vero, ieri avevamo passato tutto il tempo a stuzzicarci, almeno il tempo che io non ero chiuso nel mio studio. È anche vero che tutto questo stuzzicarci ha portato poi a dei risultati davvero meravigliosi.
-Probabilmente...- Mormorai, senza aggiungere altro, con un sorrisino sul viso che la diceva lunga e Yoongi hyung ridacchiò di nuovo mentre sorseggiava il suo americano. Restammo poi in silenzio per un po', era una cosa che con Yoongi hyung diventava rilassante e per niente imbarazzante. Poco dopo entrarono in cucina anche Jin hyung e Nam hyung, e mentre quest'ultimo si sedeva con noi, Jin hyung si mise a preparare il caffè per loro due. Erano proprio una coppietta sposata ormai. Io sorrisi e quando finii il cappuccino mi alzai e, dopo aver posato la tazza nella lavastoviglie, me ne andai nel mio studio.
Mi chiusi lì a lavorare dato che mi era venuta un'ispirazione per un sistemare un testo a cui stavo lavorando e non mi accorsi del tempo che passava. Il telefono era abbandonato sulla scrivania sotto i fogli sparsi dappertutto. Posai la penna sopra il foglio e misi la mano sul mouse, abbassai la finestra del programma e aprii la cartella della musica, facendo partire "Serendipity", chiusi gli occhi e mi abbandonai sulla sedia, facendomi avvolgere dalla voce di Jimin, dolce più che mai in quella canzone. Mi feci talmente trasportare e coccolare dalla voce di Jimin che quasi mi appisolai sulla sedia, aprendo gli occhi di scatto quando sentii una mano tra i miei capelli. Sorrisi quando davanti agli occhi mi trovai il dolce sorriso del proprietario di quella voce che mi faceva da ninna nanna, appoggiato alla mia scrivania, proprio di fronte a me, con indosso i suoi jeans chiari e un soffice maglioncino grigio.
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Golden Closet | Jikook
FanficUn mondo ideale, dove la Corea del Sud sta finalmente accettando appieno le coppie gay, permettendo a tutti di vivere la loro vita senza sentirsi diversi. Un mondo dove perfino un idol vorrebbe poter vivere la sua storia d'amore alla luce del giorno...