12 Febbraio 1968

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Oggi tocca alla capitale, Hue. Sembra un tiro al bersaglio, un disgustoso gioco d'azzardo di morte e sofferenza. Ma ci sei abituato. Almeno lo credi. O speri.

Vi preparate per la battaglia, i tuoi amici sembrano abbastanza felici, siete in vantaggio. Solo Hue, e poi sarà quasi fatta. Ma a te sembra di aver perso già in partenza. Westmoreland vi carica, vi incita a finire questa guerra. Il furgone è lì fuori che aspetta, mentre voi ed il capitano ultimate i preparativi. Salite, pronti ed agguerriti. Il viaggio dura poco, il macello non vuole aspettare. Fuori uno, fuori un altro. Abbastanza facile, pensate. Forse anche troppo, ma vi godete questi attimi di superiorità. Ma non sapete ancora cosa vi aspetta.

50 metri più lontano, un intero plotone di cinesi armati di granate e pistole comincia a correre, mentre a nord-ovest escono i cecchini. Siete spiazzati, diventate cani dispersi. Uno ad uno, i tuoi compagni cadono e soffrono. Il capitano incita a continuare, ma è una missione senza senso. In 5 minuti, ci sono tre cinesi per ogni soldato. Un qualcosa che va oltre la vostra preparazione. Ma un miracolo meccanico arriva dietro di voi. I carri armati fanno una buona piazza pulita, e il numero si riduce. Dio vi ha graziato questa volta. Ma poi, qualcosa va storto. Il carrarmato esplode, si liquefa davanti ai vostri occhi increduli.

Quei bastardi hanno i bazooka. Quei contadini erano riusciti a procurarsi bazooka e granate, e visto che i generali pensavano che un solo carrarmato bastasse, tornate al punto di partenza. Entrambi subite gravi perdite, ma sembra che nessuno ci faccia più caso ormai. Arrancate verso l'entrata nella capitale, ma l'Inferno vi ha ormai chiamato. A due metri da te, il tuo compagno viene trafitto da un colpo. Cade inerme, si dimena come una tartaruga capovolta. Ti chiede di aiutarlo, ti chiede di finire tutto questo. Non ce la fai, non puoi farlo di nuovo. Ci pensa un cinese a farlo, a bruciapelo, in testa.

Molli. Diventi un accumulo di rabbia, frustrazione, sofferenza, ira. Spari all'impazzata, tutti rimangono sbigottiti dalla tua collera. Fai fuori un fiume di cinesi, ti senti invincibile. Poi, vedi annebbiato. Ti fanno male i muscoli, lo stomaco si contorce. Che ti sta succedendo? Passi la mano sullo stomaco. Quando la rialzi, ti crolla il mondo addosso.

Ti hanno sparato. Fatichi a reggerti in piedi, cadi in ginocchio. I tuoi compagni cercano di accerchiarti, ma ti senti sempre più debole. Cadi completamente, sei circondato dal tuo stesso sangue. È buffo, pensi, avresti sempre scommesso che saresti morto cadendo dalle scale. Poi, prima di spirare, ricordi. Prima di partire, avevi preso una foto con te. Controlli il taschino, e la trovi. Benché macchiata di sangue, riesci a vederla. La vostra ultima scampagnata, una settimana prima della guerra. Tu, Annabelle e Victor. Ricordi quanto fu entusiasmante vedere le loro facce felici, quanti progetti avevi in mente con tua moglie, quante cose avresti potuto fare. Ricordi ancora una volta quel tenero fiorellino, prima che la tua mente cominci a scemare. Prima che ti si chiudano gli occhi, credi di vederla. È così felice, ha lo stesso vestito di quella sera. Dietro di lei, tuo figlio. Ha gli occhi così amorevoli. Vuoi loro così tanto bene.  Sorridete. Sorridi anche tu.

"Ti voglio bene papà".

"Anch'io figliolo".

Anch'io.

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