Mia madre è morta prima dell'arrivo del treno che da Bristol mi avrebbe riportata a casa. È morta prima che io potessi vederla un'ultima volta, prima che potessi scusarmi. È morta senza che io le abbia mai detto che le volevo bene, senza aver mai ricevuto pienamente la mia attenzione perché ero sempre troppo occupata a stare al passo con le serie TV. È morta dopo che io l'ho mandata a quel paese e so che questo sarà il mio rimpianto più grande, il mio "pensiero da Blake", uno di quelli che ti fa dimenticare cosa stai facendo e ti fa rivivere la scena in loop, sbriciolando il tuo cuore senza pietà, ogni volta come se fosse la prima. Uno di quei pensieri che ti sorprende a fissare il vuoto senza un apparente motivo. Uno di quei pensieri destinato a tormentarti per sempre. Uno di quei pensieri che prima non avevo e per questo non capivo, mentre adesso ce l'ho e lo capisco.
Mi ha chiamata mio padre per dirmelo mentre salivo di corsa le scale per arrivare al binario 9. La sua voce era pregna di un dolore che mi ha investita in pieno, provocandomi un dolore quasi fisico. Mi sono sentita completamente svuotata di ogni energia e, quando il mio treno è arrivato, mi sembrava di avere zavorre al posto dei piedi.
La gente mi urtava per passare, ma io non ci facevo caso. Ero un automa in mezzo alla folla.------------------------------------------------------
Quando mio padre mi viene a prendere alla stazione di Leicester, sono ormai le nove di sera. Lo seguo rapida e silenziosa nel parcheggio e mi infilo in macchina. Mi abbandono contro il poggiatesta e chiudo gli occhi. Non li riapro fino a quando non arriviamo a casa, la mia vera casa. Mentre mio padre sta aprendo la porta d'ingresso, sembra accorgersi solo ora che non ho la valigia.
«Hai intenzione di tornare a Bristol?» mi chiede con tono assente, come se in questo momento non gliene importasse molto.
Mi limito ad annuire e la conversazione è già andata a farsi benedire in un universo parallelo.
Persino Conchi avverte un cambiamento. Non fa altro che gironzolare per casa irrequieto, guardandomi ogni tanto con la testa inclinata.
Sto per andare in camera, quando mio padre mi blocca con un colpetto di tosse. Mi giro verso di lui e non riesco a non provare un'immensa pena per l'uomo che mi sta davanti, che, con gli occhi cerchiati e stanchi, sembra essere invecchiato tutto d'un colpo.
«Se vuoi vedere il... ehm...»
«Il corpo.» lo aiuto a completare la frase. «No. Non ce la faccio, papà. Non me lo merito.»
Lui annuisce piano. Non si arrabbia, non dice niente, non chiede spiegazioni. Mi abbraccia forte, appoggia il mento sulla mia testa e mi dà qualche colpetto sulla schiena.
Quando vado in camera e sto per chiudere la porta, lo sento singhiozzare dal fondo delle scale.------------------------------------------------------
Nei giorni successivi Luke mi chiama almeno cinque volte per sapere come sto e ogni volta mi ripete che se ho bisogno è disposto a raggiungermi subito qui a Leicester. Camila è venuta a trovarmi un paio di volte. Non abbiamo parlato molto, visto che lei ha pianto tutto il tempo che è stata in casa mia, il che ad un certo punto mi è sembrato così eccessivo e fuori luogo che le ho gentilmente chiesto di andarsene.
Con mio padre è tutta un'altra storia. L'ultima volta che abbiamo parlato è stato riguardo la morte di mia madre ieri pomeriggio. Mi ha spiegato che ha fatto un frontale con un camion.Solo ora sto iniziando a capire che diamo sempre tutto per scontato. "A dopo", "ci vediamo domani", sono frasi che diciamo tutti i giorni e che puntualmente sottovalutiamo, come allontanarsi da qualcuno dopo aver litigato e, presi dalla foga, aver detto cose che non pensiamo sul serio perché tanto "poi risolveremo tutto". No, invece, se ci sono delle incomprensioni vanno sistemate subito. Mai lasciare nulla in sospeso, perché potresti non avere mai più la possibilità di riparare e avrai lasciato quella che magari era la persona che più amavi al mondo con un "vaffanculo" al posto di un "ti voglio bene" e anche se tu sai che in fondo ciò che avete costruito insieme è ben più importante di un insulto detto in un momento di rabbia, fidati che non ti perdonerai mai il fatto che quello sia l'ultimo ricordo che quella persona ha avuto di te prima di andarsene.
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Oh my ghost// Blake Richardson New Hope Club
FanfictionMusica, è tutto ciò che del paradiso noi abbiamo quaggiù. Dove c'è musica non può esserci nulla di cattivo.