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Ho dovuto chiudere a chiave la porta di casa per impedire a Luke ti andarsene non appena ho iniziato a parlare. Nemmeno ora che ho finito sono sicura che mi creda, così gli faccio toccare un po' George. Quando Luke gli sfiora una spalla e la sua mano passa oltre come se avesse mosso la mano nell'aria, un'espressione di puro stupore gli si dipinge sul volto.
«Mi credi, adesso?»
«Come diavolo è possibile?» mormora Luke passando ripetutamente la mano dal braccio solido di George alla spalla incorporea.
Vedo i tre spiriti scambiarsi uno sguardo d'intesa che non riesco a decifrare.
«Questo succede quando qualcuno viene ucciso nel momento in cui sta facendo ciò che più ama al mondo.» inizia a spiegare Reece.
«Voi cosa stavate facendo?» chiedo curiosa. Non ho mai osato chiedere come sono morti e mi sembra di capire che ora hanno intenzione di rivelarlo.
Reece e George guardano a lungo Blake, come se aspettassero il loro permesso per parlare.
«Noi tre eravamo un gruppo. Ci chiamavamo New Hope Club e stavamo suonando in un locale.» spiega in fretta Blake. «Ad un tratto è entrato un uomo ubriaco fradicio, armato, e ha sparato sul pubblico e sul palco. Io e George siamo morti subito, Reece in ospedale dopo qualche ora.»
«E perché siete intrappolati in questa casa e non in quel locale?» domando.
«È stato il primo luogo a cui ho pensato. Se avessi saputo che sarei rimasto bloccato qui, avrei scelto le Seychelles o le Hawaii.» commenta Blake con tono aspro.
«Prima che tu chieda pourquoi ha pensato a questa casa, ti basta sapere che nelle vicinanze ha conosciuto la sua ragazza.» si affretta a spiegare George.
«Però.» fischia Luke. «Se tu sei morto nel 1988 ed eri appena maggiorenne come la tua ragazza, questo significa che adesso lei ha quasi...» rimane in silenzio per un paio di secondi mentre fa il calcolo «Lei ha quasi cinquant'anni, cavolo! E tu invece sei ancora un diciottenne.»
Blake sposta il peso da una gamba all'altra, visibilmente a disagio.
«È morta di recente.» chiude bruscamente la questione.
L'aria si è fatta tesa e l'unico rumore proviene ora dal ticchettio leggero e monotono delle lancette dell'orologio della cucina. Io mi schiarisco la voce più volte, George si tamburella le dita sulla coscia, Reece batte un piede a terra a tempo di una melodia che conosce solo lui.
«C'è qualcosa in particolare che devi fare per salvarli?» mi chiede Luke interrompendo il silenzio carico d'imbarazzo.
«A quanto pare devo solo impegnarmi per sviluppare il mio coraggio, l'amore e la resilienza.»
«Per salvare Blake non è necessario questo.» aggiunge George. «Dovresti anche trovare la persona che lo ama di più al mondo e farla arrivare in punto di morte.»
«Ma la sua ragazza è già morta.» gli faccio notare.
George si stringe nelle spalle.
«Allora come diavolo faccio?» chiedo esasperata.
«Intanto pensa a loro due.» mi risponde Blake indicando i suoi due amici, come se non credesse nemmeno che io sia in grado di salvare loro due, figurarsi Sua Altezza Reale Blake Richardson, il che mi fa parecchio innervosire.
«Sai che c'è? Anche se avessi la possibilità di salvarti non lo farei.» lo guardo dritto negli occhi con aria di sfida. «Perché sei la persona più presuntuosa e arrogante che io abbia conosciuto e non ti meriti niente.»
«Calmiamoci, d'accordo?» Reece si posiziona fra me e Blake con le braccia allargate, come se temesse che uno dei due possa arrivare alle mani. Il che potrebbe anche accadere in un futuro non troppo lontano se continua così.
«Ogni volta che penso che ti ho giudicata troppo in fretta, puntualmente dici qualche stronzata che mi fa ricredere.» ribatte Blake. Noto che sta stringendo forte la mano a pugno, tanto che le nocche sono diventate bianche. «Ogni volta che provo a provare un po' di compassione per te e per la situazione in cui ti trovi, riesci a farmela passare.»
Prima che abbia il tempo di rispondere, Blake tira un pugno alla parete che separa la cucina dal soggiorno. Un po' di intonaco bianco gli cade sui capelli. Io sussulto tanto che il cuore prende a galoppare nel mio petto dallo spavento.
Reece e George più che sconvolti come me e Luke sembrano dispiaciuti e questo proprio non lo capisco. Consiglio a Luke di tornare a casa, visto che è quasi ora che io vada a lavorare. Quando sento la porta d'ingresso richiudersi, scanso George e Reece e mi precipito su per le scale, fino alla stanza dei miei nonni. Se c'è una cosa che ho imparato dalla morte improvvisa di mia madre, è di non lasciare mai nulla in sospeso, nemmeno se si tratta di Blake.
Lo trovo seduto sul pavimento, con la schiena appoggiata al bordo del letto come al solito. Noto che si è sbottonato la camicia, che ora è aperta fin sotto lo sterno. Ha la testa piegata in avanti e alcune ciocche di capelli gli ricadono davanti agli occhi. Se ha percepito la mia presenza, non lo dà a vedere.
«Senti, io credo che dovremmo finirla.» dico dopo un po' andando a sedermi a fianco a lui. «Penso sarebbe più facile per entrambi e anche per Reece e George se provassimo non dico ad andare d'accordo, ma almeno a tollerare l'uno la presenza dell'altro.»
Lui inclina leggermente la testa nella mia direzione.
«È come se tu fossi Bella e stessi chiedendo di andare d'amore e d'accordo con la Bestia.» mi risponde Blake.
«Ti ricordo che alla fine la Bestia ritorna ad essere un principe bello e gentile. Soprattutto bello se parliamo del film del 2017 con Emma Watson e Dan Stevens.»
Blake scuote piano la testa e un angolo della bocca gli si incurva all'insù in un mezzo sorriso sghembo.
«Posso chiederti una cosa?»
Annuisco un po' sorpresa. Nel suo tono sembra non esserci traccia d'ira.
«Davvero anche se ne avessi la possibilità non mi salveresti?» mi guarda dritto negli occhi, serio come non l'ho mai visto.
«Prova a ripensare a tutto quello che mi hai detto fino a cinque minuti fa e risponditi da solo.» la mia voce è sicura, più di quanto non lo sia io, ma mi sforzo di mantenere il contatto visivo.
«Credo che se ci trovassimo nella situazione inversa, non lo faresti nemmeno tu per me.» aggiungo in mia difesa.
Blake allunga una mano verso di me e io senza volerlo trattengo il fiato. Apre la bocca come per dire qualcosa, ma scuote la testa e la richiude. Si rialza e se ne va senza dire niente.

Oh my ghost// Blake Richardson New Hope ClubDove le storie prendono vita. Scoprilo ora