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Il negozio lo tiene occupato. Deve essere tenuto pulito e ben organizzato. Trova vecchi libri ovunque, in realtà. Sua mamma ne aveva qualcuno in soffitta: delle prime edizioni tramandate di generazione in generazione, un piccolo tesoro impolverato, insomma. Zayn aveva così tanti scatoloni pieni di libri, che cedevano sotto al peso dei milioni di universi che contenevano. Essere messi su uno scaffale equivaleva a dare loro la possibilità di raccontare la loro storia.

Trovava libri nelle caffetterie, dove i proprietari li avevano dimenticati, lasciandoli nel mucchio di oggetti smarriti per troppo tempo, così Louis li prendeva. E ora tutti lo conoscevano, in quei posti, e ogni mese gli facevano trovare una scatola piena di libri smarriti e impregnati dell'odore di caffè. Erano i libri che amava di più, probabilmente perché sapeva che ai proprietari gli mancavano, e forse li stavano cercando sotto i cuscini del divano o nel fondo delle loro borse.

Il negozio lo impegna, con tutte quelle parole, pagine e pensieri d'inchiostro. Probabilmente è ciò che preferisce, del suo lavoro. Anche se in passato non apprezzava i libri poi così tanto. Quando era più giovane, stupido e incazzato con il mondo, sempre alla ricerca di quel qualcosa in più, Zayn gli aveva insegnato che poteva scappare ogni volta che voleva, e per farlo bastava aprire un libro.

Louis gli è molto grato per ció, pensa mentre si accomoda sulla sua poltrona. Oggi c'è carenza di clientela, per cui incrocia le gambe e passa il pomeriggio immerso nella lettura di un libro. È fin troppo facile per lui, perdersi nelle parole, con il collo piegato in una posizione scomoda e gli occhi che pungono, a forza di leggere. Il campanello della porta suona senza che Louis se ne accorga, ed il vento che entra lo fa rabbrividire distrattamente.

"Allora è quello il tuo preferito?" Chiede qualcuno, e Louis lascia cadere il libro, con il cuore che batte a mille e le orecchie che fischiano.

"Cazzo." Sussurra. "Ma fai così con tutti?"

Anche oggi Harry è vestito pesante. I suoi riccioli sono liberi però, e la leggera corrente li fa muovere leggermente. Sembra il personaggio di uno dei suoi libri, pensa Louis. Con le fossette e i capelli ricci e il sorriso sincero sul volto. È come se qualcuno lo avesse sognato una notte, e lui avesse preso forma da quel sogno per poi rimanere nella realtà.

"Ti ho portato una cosa," dice Harry. Ha una scatola nascosta tra le braccia. "Per ringraziarti, diciamo. Per l'altra sera."

Appoggia la scatola sulle ginocchia di Louis e aspetta. Ha un certo peso, ed è avvolta in della carta regalo natalizia - oh signore - con tanto di fiocco in cima. Louis cerca di essere delicato ad aprire il pacchetto, passando le unghie sotto lo scotch senza rompere la carta.

All'interno trova tre pacchi di tè Twinings.

"Mi hai comprato del tè," dice Louis sorpreso. "Non ti conosco nemmeno."

Harry lo spintona scherzosamente. Data la sua stazza, decisamente superiore rispetto a quella di Louis, dovrebbe uscirne un movimento impacciato, ma non è così. "Certo che mi conosci," dice. Tutto sorrisi, fossette e capelli. "Ti ho messo a letto a dormire l'altra notte, ricordi?"

"Mi hai lasciato su questa poltrona," risponde Louis. Passa le dita sulle scatole. È un tè costoso, con dettagli dorati sulla confezione, pronto per essere infuso e bevuto. È uno dei suoi tè preferiti, ma non dà la soddisfazione di ammetterlo a quel ragazzo che ha troppo tempo da perdere e un sorriso ingannevolmente affascinante. "Ma grazie."

"Hey, sono io che ti sto ringraziando," gli dice Harry. Si accomoda con noncuranza su una sedia, con ancora il cappotto addosso. La sciarpa copre solo parzialmente le sue guance arrossate. "Comunque non hai risposto alla mia domanda."

A House Built Out of Stones - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora