3. Il primo scontro (REV)

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Il tempo per la prima colazione era esaurito: della Sig.na Storm non si erano viste tracce in Sala Grande e Minerva era tornata all'attacco, con voce petulante, per l'ennesima volta:- Ti ripeto, Severus, è dotata di notevole appetito e per nessuna ragione al mondo salterebbe la colazione di sua spontanea volontà.Il Professore sbuffò di nuovo, sempre più stizzito:- Ti ho già ricordato che è abbastanza grande da arrangiarsi da sola!- Sei il suo Tutore ed è compito tuo assicurarti che tutto sia a posto!- Ma cosa diavolo credi che possa esserle successo? Siamo a Hogwarts, hai presente? Uno dei posti più sicuri del mondo magico! – sibilò, con voluta malagrazia.- Due anni fa Sirius Black si è introdotto di nascosto nel castello e l'anno scorso abbiamo avuto un Mangiamorte come insegnante! – sussurrò Minerva con un ironico sorriso sulle labbra secche – Ti conosco troppo bene, Severus: se le accadesse qualche cosa non ti perdoneresti mai!- Al diavolo, Minerva! Non sopporto più le tue insinuazioni: andrò a cercarla così starai finalmente zitta! – sbottò infine.

- Signorina Storm! – ringhiò, bussando con forza alla porta – Perché diavolo non è ancora scesa a colazione?
La porta si aprì subito e un radioso e seducente essere femminile, vestito e truccato di tutto punto, gli si parò dinnanzi:
- Eccomi Professor Piton: ai suoi ordini! – cinguettò Crystal.
La sorpresa lo bloccò per un istante: perché era così pericolosamente bella?
- Perché è così in ritardo? – sbottò.
- Ma io non sono in ritardo Professore: sono pronta da oltre un'ora! – esclamò guardandolo con gli splendidi occhi dal mutevole colore: in quel momento era un cielo terso e luminoso.
- Perché non è andata in Sala Grande, allora?
- Perché lei ieri sera mi ha detto di non muovermi dalla mia stanza fino a suo nuovo ordine! – spiegò, con apparente candore.
Rimase a guardarla, allibito, senza parole. Lo stava prendendo bellamente in giro, lo stava mettendo in ridicolo come se lui fosse un Babbano idiota!
Cercò di controllare il primo impulso, che erompeva con violenza: strozzarla.
Poi dovette lottare anche contro un secondo e imprevisto impulso: ridere!
Si stava facendo beffe di lui, e lo faceva dannatamente bene!
Gli toccò soffocare anche il terzo, ovvio impulso: complimentarsi con la splendida Serpeverde e prenderla a braccetto per portarla a consumare una più che meritata e lauta colazione.
Ma non poteva perdere la faccia in quel modo, non il primo giorno, almeno: quella donna cominciava proprio a piacergli, e non solo per il favoloso corpo che aveva!
- Non la facevo così stupida, Signorina Storm. E' ovvio che i miei ordini vanno a regolare solo ciò che non è già stabilito dalle consuete norme scolastiche. – disse in tono piacevolmente calmo. – Ad ogni modo, a causa della sua dabbenaggine, per questa mattina ha perso l'opportunità di gustare le prelibatezze preparare dai nostri Elfi.
- Ooooh... che peccato! Chissà come farò ad arrivare a mezzogiorno! – mormorò la maga, con falsa aria contrita – Non avevo proprio capito, mi dispiace! E' sicuro che non posso... fare colazione, intendo, ho così tanta fame!
Il mago si stava divertendo e faticava a restare serio, soprattutto perché aveva la fortissima sensazione che, anche lei, stesse giocando:
- Niente da fare, così imparerà a non comportarsi come una sciocca Babbana. – cercò di sibilare con disinteressata freddezza.
- Io non sono una Babbana! – rispose all'improvviso, con inaspettata veemenza. – Sono una maga purosangue, come lei. Ed esigo il suo totale rispetto!
Quindi si allontanò rapida per il corridoio lasciandolo solo e del tutto sbalordito.
Ma chi diavolo era quella donna?

*

Terzo anno: Serpeverde e Grifondoro.Il Professor Piton sapeva bene che quel momento sarebbe infine arrivato, non c'era scampo, e la Signorina Storm, infatti, era lì, in prima fila, le lunghe e affusolate gambe accavallate con eleganza d in bella mostra, esclusivamente per i suoi occhi.Ancora non indossava la divisa della scuola.Era stato così idiota, quella mattina, da averle permesso di uscire dalla camera senza intervenire. Non che fosse, poi, abbigliata in modo così strano, o particolare, o provocante.Ma, dannazione: non portava la divisa!
Anche se, in effetti, doveva ammettere che non era la divisa il problema.
La questione vera era che il suo corpo si ostinava a reputare, non senza più che adeguate e valide ragioni, che la Storm fosse irresistibilmente seducente e maledettamente attraente.
Cercò di cancellarla dalla mente e cominciò la lezione, allontanandosi quanto più possibile, salendo tra i banchi dell'ultima fila e facendo apparire da lì le istruzioni sulla lavagna.
Ma aveva trascurato l'ovvio fatto che lei non sapeva neppure accendere il fuoco con la magia: si guardava nervosamente in giro, mentre gli altri studenti già cominciavano a preparare la pozione.
Suo malgrado, dovette tornare al centro della classe e avvicinarsi.
Occhi grigi di tempesta, nuvole nere si rincorrevano nello sguardo: la superba dea scagliava lampi d'odio contro il mondo dei maghi che l'aveva ridotta all'impotenza.
Era determinato, ancora una volta, a schernire la sua ignoranza e porre l'accento sulla sua palese inferiorità. Ma sapeva che era solo il proprio odioso modo di difendersi dalla donna che gli ricordava, sempre più a ogni singolo istante, d'essere un uomo ancora nel fiore degli anni, che da troppo tempo, ormai, non placava più determinate pulsioni, innegabilmente naturali.
Strinse i pugni sotto il mantello e si avvicinò con ghigno beffardo:
- Vedo che in quindici giorni non sei neppure riuscita a imparare come si accende il fuoco sotto un calderone, Signorina Storm!
Era deciso a umiliarla: voleva toglierle in modo definitivo l'aria di superiorità dalla faccia.
- Direi che è una pessima premessa, per chi si picca d'essere una purosangue! – concluse sollevando un sopracciglio.
Un'ondata rovente di odio impotente scaturì per un istante ancora dalle iridi tempestose, poi un'immota calma grigia vi scese subitanea, mentre lo fissava in profondità negli occhi e sollevava il mento con aria di sfida:
- Evidentemente Minerva deve aver pensato che c'erano cose ben più importanti di questa, da insegnarmi, e non ha voluto farmi perdere tempo!
Doveva ammetterlo: era molto brava a controllare le proprie emozioni, sarebbe potuta divenire un'ottima Occlumante, se mai avesse deciso di insegnarglielo!
- Bene, allora non ti rimane altro che perdere il resto della lezione per cercare di accenderti il fuoco da sola, temo. – sussurrò piano, chinandosi su di lei, mentre un ironico sorriso gli tagliava obliquo il viso – Mi divertirò ad osservare i tuoi insulsi tentativi da Babbana!
La Signorina Storm gli girò improvvisamente le spalle e si chiese cosa mai avesse in mente. Aveva usato quel termine perché sapeva che si sarebbe offesa.
Uno sguardo gelido sul resto della classe chetò ogni mormorio e gli studenti tornarono al lavoro, il capo chino sui calderoni.
Quando il suo sguardo si posò di nuovo sulla maga, la trovò in piedi, la bacchetta stretta in pugno e puntata con decisione sul paiolo. Il legno magico vibrava incontrollato tra le sue mani e una miriade di scintille viola e verdi scaturiva dalla punta: se l'incantesimo d'accensione fosse dipeso solo dalla forza di volontà, presto nella classe sarebbe divampato un incendio.
Un impercettibile sorriso si disegnò per un istante sul volto pallido: non riusciva a non ammirare la sua determinazione, anche se era deciso a non aiutarla finché non si fosse infine umiliata a mendicare il suo aiuto.
Rimase quindi immobile a sorvegliare i vani tentativi: solo una maga davvero potente, e arrabbiata, avrebbe potuto accendere il fuoco senza conoscere le parole dell'incantesimo.
La osservava muoversi intorno al calderone, con movimenti improvvisi e decisi in alcuni momenti, con movenze languide e lascive in altri. Si rese conto che l'abito che indossava, che gli era parso all'inizio molto provocante, era invece normale e, tutto sommato, abbastanza simile alle divise delle altre allieve.
Non era l'abito, il problema, ma il sensuale corpo di donna.

Luci e ombre del Cristallo (Parte prima di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora