17. Erotico massaggio (REV)

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Se per Severus non era stato facile addormentarsi con Crystal fra le braccia, svegliarsi fu prova ancora più difficile, il desiderio di nuovo a torturare il suo corpo sovreccitato.

Ma se la sua donna voleva dormire tra le sue braccia, non glielo avrebbe più rifiutato, anche se controllarsi e negarsi il piacere si faceva ogni momento più arduo e doloroso.

Eppure, sapeva che non avrebbe ceduto: era importante che Crystal vincesse le sue paure e ammettesse d'essere innamorata e di sapere anche lei amare. Nessuno, meglio di lui, sapeva quanto quell'accettazione era importante per la loro futura felicità.

Fare l'amore con Crystal sarebbe stato meraviglioso, ma per lei era importante se, al culmine del piacere, avesse potuto abbandonarsi senza più remore e gridare infine il suo amore.

Sospirò piano, chiedendosi quanto tempo ancora ci sarebbe voluto, e se ce l'avrebbe fatta a resistere.

Certo, avrebbe anche potuto concedersi l'effimero sollievo di un solitario piacere, oppure rispolverare la pozione usata quando le normali esigenze fisiologiche di un giovane uomo si erano fatte troppo impellenti, nei primi anni dopo la caduta di Voldemort. Ma non voleva cedere: si era imposto un ferreo autocontrollo e con la mente era riuscito a dominare ogni più normale istinto, anche quello sessuale.

La pozione avrebbe ucciso il suo desiderio che, invece, per quanto tormentoso, lo faceva sentire vivo e normale. Era una sensazione bella e intensa, da troppi anni non provata, per rinunciarci e sedarla con un filtro.

Cercare una solitaria soddisfazione, invece, gli sembrava squallido in confronto all'amore che provava per Crystal: non voleva proprio ridursi a usare quel meschino ripiego.

Del resto, durante la notte il suo corpo trovava spesso un'autonoma liberazione e la sua salute non ne avrebbe risentito.

Adesso che Crystal dormiva tra le sue braccia, la questione poteva diventare imbarazzante, ma nessuna pozione al mondo avrebbe mai potuto impedirgli di fare in sogno ciò che si negava da sveglio. Tutto il resto, poi, era solo un'ovvia conseguenza fisiologica, inevitabile nelle sue condizioni: se ci fosse stato un modo per evitarla, lo avrebbe già scoperto. Ma, almeno nel sonno, il suo corpo si prendeva la rivincita sul rigido controllo mentale imposto da innumerevoli anni.

Sì, resistere ancora sarebbe stato difficile, ma ce l'avrebbe fatta.

Il pensiero che più lo sosteneva era la certezza che Crystal lo amasse: doveva solo attendere che vincesse la paura di lasciarsi andare all'amore.

Nessuno più di lui la comprendeva, ma non riusciva a capirne l'origine.

Crystal si mosse: stava per risvegliarsi.

Il mago scivolò silenzioso fuori dal letto, il solito sorrisetto ironico sul viso: chissà, magari una bella doccia di primo mattino avrebbe avuto effetto almeno fino all'ora di colazione!

Lo sapeva, era una vera e propria fuga: ma, dopo la sera precedente, se Crystal l'avesse anche solo sfiorato, sarebbe accaduto l'irreparabile.

E non era il caso, no, non lo era proprio.

*

Erano passate troppe notti da quando Crystal aveva cominciato a dormire nel suo letto e la situazione era insostenibile.

Non voleva cedere, ma lei si dimostrava altrettanto testarda nel non voler affrontare le motivazioni alla radice delle sue paure.

Non sapeva più cosa fare per convincerla ad aprirsi con lui, permettendogli di aiutarla a venire a capo del problema. Però non voleva forzarla e nemmeno violare i suoi pensieri.

Luci e ombre del Cristallo (Parte prima di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora