10. Sogni infranti (REV)

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Severus suonava con le palpebre socchiuse, l'archetto volava sul violino e le dita accarezzavano le corde, ma la sua mente era fuggita via, sull'incanto delle note che lo avevano portato lontano, dove i sogni un tempo avevano preso vita, ma poi si erano miseramente infranti sulla realtà di una terribile scelta.

Ellys, quasi ancora una bambina, lunghe trecce ramate e gote soffuse di rossore. Severus sorrise al ricordo del suo primo, piccolo e ingenuo amore: una studiosissima Corvonero!

Chi altro avrebbe potuto notare l'ombroso Serpeverde sempre rintanato in biblioteca a studiare? Solo chi, come te, Ellys, ci passava altrettanto tempo.

All'inizio ci siamo esaminati e soppesati da lontano per molti mesi, poi hai fatto il primo passo mettendoti a studiare al mio stesso tavolo. Non ti ho nemmeno guardata, ma ti ho fatto un po' di posto raggruppando meglio i miei libri sul ripiano.

Altre settimane a guardarti di sottecchi, mentre giravo le pagine, tu tutta intenta a leggere che, all'improvviso, rimanevi immobile, quasi senza respirare, quando ti osservavo.

Un giorno sei rimasta immobile più a lungo del solito, poi hai sollevato la testa e mi hai sorriso.

Un raggio di sole nella biblioteca scura ed io, timido Serpeverde, immersi precipitoso il viso nel libro.

- Mi chiamo Ellys. - sussurrasti – Ellys Milton.

A fatica sollevai un poco il volto pallido:

- Severus Piton. – risposi imbarazzato.

- Lo so: il Serpeverde bravissimo in pozioni – sorridesti – e nelle Arti Oscure!

Mi irrigidii alle tue ultime parole: ecco lì un'altra, pensai subito, prevenuta contro di me, solo perché m'interesso a qualcosa di proibito.

Invece tu, Ellys, non avevi preconcetti e lo capii subito: eri solo attratta dalle mie conoscenze e, incredibilmente, mi ammiravi.

E questo, no, questo proprio non me lo aspettavo.

Diventasti mia amica, nuova e strana esperienza per me, che di amici non ne avevo avuti mai.

Eri molto brava a scuola, eppure pendevi dalle mie labbra quando ti raccontavo dei miglioramenti apportati a questa o quella pozione, ma tremavi un po' quando ti mostravo i nuovi incantesimi inventati. Però, Muffliato ti conquistò definitivamente: ti divertivi a lanciarlo per parlare indisturbata con me e, poco per volta, ti decidesti a conoscere anche gli altri.

Ma non tutti: quelli più pericolosi non te li raccontai mai, non volevo spaventarti né perdere la mia unica amica.

Il tempo trascorse veloce, Ellys, e presto non portasti più le trecce, ma eri sempre la mia unica amica e confidente.

Eri bella, Ellys, la carnagione delicata e piena di efelidi, con i corti riccioli fulvi che ti incorniciavano il viso, gli occhi grigi e la bocca socchiusa nel continuo stupore della scoperta.

Eri bella ed eri figlia di Babbani: amavi quel magico mondo che da pochi anni ti si era schiuso davanti e dal quale Voldemort, astro nascente del terrore, voleva invece inesorabilmente escluderti.

Eri bella, Ellys, ed io desideravo tanto baciarti.

Gli occhi chiusi, tremante, a scoprire le tue labbra rosse, la biblioteca sempre a far da cornice alla conoscenza, proprio nel solitario e intimo Reparto Proibito, accesso ormai regolarmente autorizzato al Serpeverde che più d'ogni altro conosceva filtri e pozioni, ed incantesimi oscuri.

Luci e ombre del Cristallo (Parte prima di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora