Un leader dalla Faccia d'angelo

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Anche i leader più incontrastati possono, anzi devono, trovare degli ostacoli sul proprio cammino. L'unico professore che non si era fatto fregare da quella Faccia d'angelo era Di Francesco, che lo avrebbe aspettato al varco nella sua prima lezione.
Al loro incontro in aula ci è andato ancora più pesante che ai casting.
«Mi incuriosisce sapere cosa hai pensato quando hai letto quello che ho scritto su di te.»
«Io mi aspettavo di dover migliorare il tempo o correggere l'intonazione. Invece il suo parere è stato sulla faccina e sul fatto di andar bene sullo scaffale dell'autogrill.»
«La mia domanda è: vuoi essere un bravo cantante o un prodotto commerciale? Io ti dico che del prodotto commerciale non me ne frega niente, mi interessa sentire qualcosa di bello. Se poi le due cose si riescono a unire e queste parallele, a un certo punto, si incontrano magicamente, io sono l'uomo più felice della terra.»
Di Francesco ha continuato a spiegargli il suo punto di vista.
«Io penso che per l'età che hai potresti scrivere meglio. Per te la musica non è un'esperienza viscerale, emotiva o di stomaco, ma una cosa razionale, di studio a tavolino davanti a un computer. Considerato che hai ventiquattro anni, è un peccato che tu la viva così. Per me il contenuto è più importante di una buona intonazione e io non trovo in te un cantante che esprime un'emozione o un pezzo della sua vita... Per carità, tu parli in una maniera "giusta", ma voglio capire se sei un grandissimo dritto, per non dire paraculo, o se effettivamente quella è la tua indole.»
La risposta di Faccia d'angelo è stata ancora più prolissa e articolata: «La mia musica è fatta in questo modo, io vado molto a sensazioni. Se mi vengono delle melodie a tempo, perché in quel momento sono euforico e ho voglia di ballare, è chiaro che non scrivo del marinaio e delle cose serissime di cui parlano altre persone... Non mi interessano i paroloni, come allo Strego ad esempio. Non ho mai pensato di scrivere "in funzione di qualcosa". Se dovessi indicare qual è lo scopo della mia scrittura, direi soddisfare l'esigenza di creare qualcosa di nuovo. Facendo una carrellata dei pezzi che ho scritto sinora, non riesco a trovarne uno che sia senza spessore. Ogni verso racconta un'immagine. Comunque, se uno compone cose che diventano commerciali e poi cantano tante persone, come quando vado in sala relax e gli altri cantano i miei pezzi, ben venga. Ma è una conseguenza questa, non la condizione di partenza. La mia non è una strategia di mercato: io vivo in cameretta - la mia casa è un appartamento normalissimo - e non ho venduto mille copie, non ne ho venduta neanche mezza. Io faccio tutto d'istinto». Di Francesco lo ha liquidato così: «Mi sta bene, ma non rifugiarti dietro questo atteggiamento». Faccia d'angelo non riusciva proprio ad assorbire il colpo. Faticava a fare lezione con un prof che lo metteva tanto in discussione, anche se voleva lasciar credere il contrario.
«Maestro, deve farmi riprendere. Il suo è l'unico no e mi dà fastidio. È giusto che sia così, non voglio fare il presuntuoso ma... il suo no mi pare ingiustificato. A me sembra che qualsiasi cosa io faccia non le vada bene.»
Mentre lui non si dava pace, noi cercavamo di allentare la tensione in sala relax scacciando i cattivi pensieri... In quella prima fase di "Amici" ci sembrava di essere tornati al Liceo e i momenti di ricreazione non mancavano. La vera "anima della festa" era diventata il miglior amico di Faccia d'angelo, Braccio destro: quando c'era lui nei paraggi il divertimento era assicurato. Era stato letteralmente contagiato del nuovo gioco che impazzava sul web, la Bottle Flip Challenge, che consiste nel lanciare la bottiglia per aria e fare in modo che ricada sul tavolo capovolta, ovvero che resti dritta. Era diventato il suo e il nostro antistress, ma non era il solo.
Avevamo cominciato anche delle gare di twerking, sulla scia di una coreografia di Beyoncé che stavano provando alcuni di noi. In pratica ci scatenavano in movenze sexy, a mo' di parodia, prendendo lezioni da un Ballerino Focoso di vent'anni che era bravissimo in questo tipo di movimenti(e dire che era nato in Germania, per poi crescere nelle Marche). Quando Braccio destro, che era pur sempre un cantante, ha cercato di imitarlo, i risultati sono stati... disastrosi. In quel momento Faccia d'angelo è entrata in sala e persino lui ha ammesso che il suo amico... non aveva un briciolo di sex appeal!
Tornato in aula, Faccia d'angelo si è confrontato con un altro prof, Rudy Zerbi, dalla sua parte senza riserve.
«Qual è la critica che ti ha colpito di più?»
Faccia d'angelo non se l'è fatto domandare due volte: «Che sono troppo leggero, che i miei inediti non hanno spessore e sono adatti agli scaffali dell'autogrill e alle dodicenni».
Il Prof. Zerbi ha preso le distanze da Di Francesco, artefice di quella stroncatura: «Io direi: baciamoci i gomiti di essere sugli scaffali degli autogrill, magari fosse così! Poi, capiscono di più le dodicenni di tanti tromboni che si mettono a criticare, anche perché poi sono loro che comprano i dischi».
«Eh, ma - direbbe Di Francesco - vedi che tu lo fai per vendere!» ribatte Faccia d'angelo.
Il Prof. Zerbi non ha mai amato quelli con la puzza sotto il naso nel suo ambiente e lo ha confermato in quest'occasione: «Allora, togliamoci subito quest'ipocrisia di torno. Tu saresti contento di vendere i dischi, di entrare in classifica e di avere successo?».
«Direi...»
«Ecco, anch'io sarei contento che ti succedesse.»
L'intervento più equidistante e, forse, il più costruttivo per Faccia d'angelo è stato quello di Boosta. Pur avendo acconsentito al suo ingresso nella scuola, il prof ha cominciato a metterlo in discussione, toccando delle corde in grado di farlo ragionare anziché chiudersi a riccio: «Io di te ho notato due cose: un po' di fragilità e un po' di supponenza. Ora, sono due ingredienti fondamentali entrambi per diventare un buon artista, ma devi essere consapevole di quello che sei. Che la tua presunta arroganza dipenda dal fatto che ti senti insicuro e fragile, perché non conosci ancora tutto di te, questo lo puoi sapere solo tu».
Faccia d'angelo stavolta non si è tirato indietro e ha ammesso i propri limiti: «Può essere che a volte io risulti arrogante. Ma non mi sento di esserlo. Ci sono dei momenti in cui, forse per la mia insicurezza, cerco di mascherare le mie debolezze. Non so, dovrò lavorarci ancora tanto...».
«Nella vita non si finisce mai di farlo.»
«A me non piace questo lato di me, quindi evidentemente va sistemato perché non voglio passare per quello arrogante. Lo faccio inconsciamente.»
Che Faccia d'angelo trovasse nel suo istinto una giustificazione per tutto, stava diventando una manfrina un po' noiosa: anche con noi compagni "se la credeva" tutto il tempo e ne era consapevole. Il Prof. Boosta riusciva ad analizzarlo in maniera imparziale proprio perché non aveva un debole per lui, né pregiudizi sul suo conto: per questo sapeva farsi ascoltare e riusciva a scuoterlo.
«Secondo me hai un grado di fragilità, sei qua in un contesto che non conosci, con gente che canta meglio di te ma non fa magari quello che fai tu. Io posso dire che non impazzisco per questo tipo di pop, ma le orecchie le ho anch'io.
«Vivere cercando di realizzare i propri sogni è un mestiere meraviglioso, perché lavori sulle tue emozioni. Mi sembra che sia già sufficientemente in grado di sublimare quello che sei in quello che suoni. Tieni presente che in questo mondo - in cui l'onesta è messa da parte tante volte - dire quello che si pensa è complicatissimo. Io vedo che tu lo fai con molta leggerezza. Hai un modo carino di scrivere, a me piace. Il timbro è più bello di tanti altri qui dentro, perché è più particolare e riconoscibile. Ma devi stare attento a non perdere la forza di quello che hai da dire. Riprendi le strofe dei tuoi pezzi mille volte finché non suonano proprio bene, passo passo.»
Il mio compagno dagli occhi blu oceano era stato molto attento alle sue parole.
«Io sento una voce dentro di me che dice: "Tu potresti cantar bene".»
«Io ti confermo quello che dice la tua vocina.»
«Però non è facile. C'è tutta la questione delle sovrastrutture, il fatto di avere il bel visino, che le cose che scrivo sono commerciali... tutto questo mi ha un po' abbattuto.»
«Del bel faccino, se canti di merda, a chi fa musica non frega niente.»
«Io voglio superare questo pregiudizio.»
Sì certo, superiamo i pregiudizi! Il confronto con Boosta era stato davvero importante per Faccia d'angelo, l'aveva aiutato a prendere coscienza di sé, ma... era proprio così "scomodo" per lui essere figo? Era il caso di farne un dramma, costringendo il "colpevole" a riabilitarsi a tutti i costi?
Ormai quella Faccia d'angelo era diventata un tiro a segno: c'era chi salvava "il prodotto", vedendo lungo sulle sue potenzialità, e chi colpiva il bersaglio perché, in fondo, voleva neutralizzarlo. Diciamocela tutta, certi prof temevano il forte impatto iniziale che Faccia d'angelo aveva avuto sul pubblico e volevano ricordare di avere altre frecce al proprio arco. Faccia d'angelo, con i suoi sensi di colpa, stava solo al gioco... delle parti.

Scusatemi tantissimo per non aver più scritto, non ho completamente il tempo materiale a causa della scuola! Ho vista che sono aumentate le visualizzazioni e sono contenta, mi da più carica per continuare a scrivere, perché vi giuro, non è facile! C'è tanto da scrivere e non ho tantissimo tempo, vi ringrazio comunque per continuare a sostenermi! ❤️

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