I postumi della caccia a Leone sembravano quelli di una sbornia (e di fatto me ne sentivo un po' colpevole): da quando avevo "acceso" la Wittybox sembrava che fossimo presi da tutto fuorché dalle lezioni, invece non era proprio così. Ognuno di noi stava facendo un percorso di crescita nel programma rispetto al proprio ingresso, trovando sempre più ostacoli sul proprio cammino. Lo Strego ci teneva a dimostrare che, oltre al suo inedito, c'era altro, però intanto perdeva punti (usciva sconfitto da ogni sfida del sabato). Non capiva perché la sua ironia fosse sempre fraintesa. La cura decisa dai prof? Farlo cantare in napoletano e misurarsi con De André. Per il momento, a detta di Zerbi, era "na schifezza"!
Occhioni dolci, in compenso, era osannata ogni settimana di più. Tutti i prof dicevano che era più matura della sua età anagrafica, soprattutto nella scrittura. Per Braga sembrava che avesse vissuto due vite, tanto la trovava profonda e autocritica. Lei diceva di vedere le cose da diciottenne ma di trasferirsi in un altro mondo sul palco: considerava la voce come un orizzonte arancione da raggiungere, ma con lo sfondo nero: un tramonto inoltrato a un passo dalla notte, con un ultimo sprazzo di luce pronto a infonderle speranza.
La sua amica Confusa, invece, teneva il muso tutto il tempo, lamentandosi dalla mattina alla sera, ma stava anche imparando ad affrontare l'insicurezza, sforzandosi di non abbassare lo sguardo mentre cantava.
Anche Faccia d'angelo stava attraversando una delicata fase di transizione. Cosi l'ha riassunta in una videobox:"Quando ho fatto i Casting e poi ho preso il banco ho sempre ragionato step by step. Pur sapendo che il livello sarebbe stato altissimo non immaginavo che mi aspettasse un lavoro così pesante. Sapendo che mi sarei dovuto impegnare molto e che avrei trovato "più occasioni nell'occasione", ad esempio l'inedito. Io pretendo tanto da me stesso e quindi sono veramente molto contento di quello che ho fatto finora, pur sapendo che devo migliorare ancora tantissimo. Quando vado sul palco adesso lo maschero un po' di più, anche se la strizza è sempre la stessa. In questo programma cresci indipendentemente dall'età che hai. Scopri dei lati nuovi di te stesso, anche dal punto di vista umano: essendo tutto concentrato, ti fa conoscere dei tuoi difetti che, magari, nella vita sarebbero venuti fuori più avanti, in altri momenti. Vedi che le cose cambiano tanto e che ti è arrivato un grande scossone. Se prima eri in cameretta per i cavoli tuoi, adesso sei ad "Amici"! E neanche a scuola stai insieme così tanto con i tuoi compagni. Devo essere onesto, sono super determinato ad arrivare alla fine. È una grande opportunità, e se tu vuoi fare questo mestiere devi essere bravo a dare il 100 per cento anche alle tre di notte."
Insomma, Faccia d'angelo era partito al top ma stava lavorando per raggiungere un'identità artistica più matura e consapevole. Un obiettivo per nulla facile, che presto lo avrebbe mandato in crisi.
Un giorno l'ho visto letteralmente crollare mentre era a lezione col suo maggior sostenitore, il Prof. Zerbi. I due si sono messi comodi sul divanetto e lì Faccia d'angelo ha cominciato a sfogarsi.
«Mi conosco, é la solita fase banale ma... posso fare molto di più.»
«Ma tu hai un po' paura adesso?»
«Sì, l'asticella si alza sempre e un po' di sana paura è anche giusto averla.»
Zerbi voleva rassicurarlo: «Molto spesso succede - non sempre - che chi parte forte...».
«È quello che temo.»
Ma il prof lo aveva già capito: «Io non ti ho mai visto fragile come oggi».
«Eh sì, non lo nego. È così. Sono tranquillo perché è una paura positiva. Adesso che il gioco si fa bello e interessante cresce la preoccupazione, ma anche la responsabilità e la consapevolezza. Non è facile stare qui dentro. Finché lo vedi in televisione dici: "Quello che cavolo fa alla fine? Si fa una lezione, poi va sul palco e via". Invece vissuta da dentro è molto più difficile.»
Faccia d'angelo quel giorno era un fiume in piena.
«Io ho perso tanti treni nella mia vita. Adesso che vivo un'esperienza così importante, se uno mi vede tra le nuvole, un po' svagato... è perché in realtà mi sto godendo al massimo quel momento e sto cercando di farlo mio. Per esempio, se non avessi mandato quella mail, a quest'ora magari stavo ancora in cameretta a provare a mandare il mio pezzo in giro e mi avrebbero detto: "Il pezzo funziona ma non ti prendo". Ecco, quelli sono tutti i treni che perdi e continui a perdere, ce ne sono tanti, è normale.»
Zerbi era molto rispettoso di quello sfogo così intimo, anche se Faccia d'angelo voleva fare il primo della classe anche in quanto ad autoanalisi.
«Io credo che, se tu non hai fatto ascoltare le tue canzoni prima e non hai mandato quella mail prima, è perché forse dentro di te sentivi che non era il momento giusto. Cerca di renderti conto che non hai perso dei treni, adesso bisogno vedere qual è la destinazione finale. Ma questo non lo possiamo sapere né tu né io.»
Poi il prof gli ha fatto una raccomandazione paterna:
«Non fingere di essere più sicuro e più forte di ciò che sei. Se hai paura dillo, se ti senti solo dillo».
E qui la risposta di Faccia d'angelo è stata quella del leader solo al comando: «Ah lo dico, lo dico. Purtroppo mi sento anche molto solo. Alla fine qua un po' tutti lo sono, chi più chi meno (c'è chi, magari, non lo dà a vedere perché non gli dà fastidio)».
A quel punto è scoppiato in lacrime facendosi abbracciare da Zerbi: «Era inevitabile che accadesse. Però non volevo piangere, mi ero ripromesso di non farlo...».
Quella fragilità era il sintomo della grande pressione con cui Faccia d'angelo era abituato a convivere da sempre. Voi non immaginate quanto fosse sorvegliato a vista in quella "cameretta" in cui doveva rigare dritto e veniva (ancora) sgridato ogni volta che rifaceva il letto...
Lui infatti non viveva mica da solo! Era ancora a casa con i suoi genitori, il fratello e la sorella, una famiglia presente, ma molto esigente. Soprattutto la mamma - come ci avrebbe confidato - era la presenza più importante (o ingombrante?) della sua vita, visto il suo carattere forte e severo. Faccia d'angelo ha tanto sofferto di una cosa: sua madre non ha mai dato dato peso al suo talento nella musica. Persino quando i suoi amici e alcuni addetti ai lavori avevano cominciato a credere nelle sue potenzialità, lei gli aveva consigliato di lasciar perdere. Eppure era stata la prima ad ascoltare Sei mia mentre lui la scriveva nella sua stanza, ad assistere alle sue prime esibizioni in piccoli locali, a monitorare - seppur solo al telefono - i suoi provini ad "Amici". C'era sempre stata, ma era l'unica a cui il suo modo di cantare non piaceva e che stroncava ogni velleità artistica del figlio sul nascere.
Eppure Faccia d'angelo la difendeva: quell'atteggiamento distaccato gli era servito a restare coi piedi per terra. Grazie a lei era abituato a mettersi in discussione, si aspettava talmente tanto da se stesso da dare sempre il massimo e non cullarsi mai. Ora che cominciava a sentire il sostegno del pubblico, avrebbe voluto un solo sì: quello di sua madre.
Voleva sentire che anche lei credeva in lui. E secondo me, a modo suo, cominciava a farlo. Sapete cos'ha fatto una volta? Faccia d'angelo si era dimenticato a casa sua, in cui era rientrato per il weekend, degli inediti a cui aveva lavorato. Lei è venuta a scuola apposta per portarglieli, un po' come le mamme apprensive che ci portano la merenda a scuola quando ce la siamo scordata. Certo che l'età della ricreazione era passata da un pezzo per tutti noi... e non dobbiamo meravigliarci, poi, se in Italia ci chiamano mammoni.Questo momento di sfogo sarebbe stato per Faccia d'angelo un nuovo punto di partenza, anche come caposquadra. Un giorno ha deciso di confidarsi persino con il prof che gli era più ostile, Carlo Di Francesco.
«Oggi sono più tranquillo. Prima erano le dinamiche di squadra che mi agitavano, ma voglio cominciare a tirarmene fuori. È da sei puntate che sono capitano e devo scegliere: visto che il mio penso di averlo fatto, è giusto che è qualcun altro a prendere il mio posto. Non è detto che sia così ma voglio provare a vedere. Ammetto che la scelta di far esibire l'uno o l'altro, a volte, è legata ad amicizie o strategie.»
«Magati tu ti sei arrabbiato e hai fatto bene. Ma non sbagliamo neanche noi professori, quando diciamo che ci sono un po' di giochetti.»
Solo giochetti? Faccia d'angelo era il primo a favorire Braccio destro in tutti i modi, e da quando lui e lo Strego erano nella sua squadra si sentivano intoccabili.
«Sono d'accordo.»
«Una cosa conta: la musica.»
Faccia d'angelo era dello stesso avviso: in quel periodo aveva cominciato a scrivere un inedito decisamente "diverso" da quelli che aveva proposto all'inizio del programma. E aveva deciso di parlarne per primo proprio a Di Francesco.
«Questo pezzo è nato in realtà due anni fa in metropolitana: vedevo che tutta la gente aveva la testa bassa sui cellulari quando ancora due anni prima aveva la testa bassa su un libro o su un giornale. Allora, tornato a casa, anziché mettermi a studiare ho voluto buttar giù delle riflessioni. La mia era una sorta di critica ottimista. Io sono vecchio dentro su queste cose, in metropolitana ho sempre e solo ascoltato musica.»
Di Francesco ha ascoltato Diverso per la prima volta mostrando stranamente di apprezzarlo. Ha poi detto a Faccia d'angelo quanto sia importante continuare a trarre ispirazione da fonti diverse:
«Che genere di musica ti piace di più?»
«Sempre musica italiana, soprattutto Lucio Battisti. Oppure, quando sono in vena, RnB, hip hop, quel genere americano che è un po' un mix.»
«Secondo me è importante conoscere tanta musica per avere stimoli diversi. Prendi un mezzo spinto da De Gregori, un mezzo da Fossati, un mezzo da Dalla e quei componenti faranno di te un cantante diverso».Il mattino dopo Faccia d'angelo si è svegliato con le migliori intenzioni. Stranamente è venuto ad allenarsi in palestra insieme al Ballerino Focoso, prima che cominciassimo le lezioni. Gli ho sentito dire che voleva uscire dal tunnel delle ballad... Ce l'avrebbe fatta davvero a non cantare solo brani strappamutande per bimbeminkia? Un Faccia d'angelo diverso era davvero all'orizzonte? Un cambiamento radicale gli avrebbe giovato, quando la sua forza era proprio quella di vivere il momento o assecondare il suo istinto?
Anche il Focoso non ci credeva granché, così ha cominciato a fargli il verso, prima imitandone l'accento milanese quando vantava i suoi capelli e poi mettendo su una parodia da Oscar: una nuova versione di Sei mia perfetta per l'autogrill. Quanto sarebbe piaciuta a Di Francesco che tanto aveva stroncato quel pezzo?Guido e piove e quindi poi mi fermo,
in coda all'autogrill parcheggio e spengo.
Panini freddi, film scadenti e musica di merda,
scendo, vado in bagno e trovo il tipo dell'offerta.
Mi accorgo che il servizio è a pagamento,
liti, frasi sconce e senza senso.
Vorrei solo passare, far pipì e chi se ne frega,
lui vorrebbe i soldi, guardo e non ho più moneta.Parigine sulle mie gambe,
o mi paghi o mi strappo le mutande.
Lo voglio solo per me, per me.Io so che, se prendo e scappo via,
chiamo la polizia.Rotolavo dal ridere, credetemi! Il Ballerino Focoso sapeva essere tale in tutti i sensi, compresi quelli doppi.
Per il resto, come prendeva in giro lui Faccia d'angelo quando si allenavano insieme, vista la sua totale negazione nello sport, nessuno mai! Perché, diciamolo, in quanto a tono muscolare, la buona volontà di Faccia d'angelo faceva ridere i polli. Mentre l'amico Focoso aveva cominciato con la roba pesante, lui accampava mille scuse pur di nascondere l'amara verità: non ce la poteva proprio fare. Vederlo provato dopo aver sollevato dei manubri leggerissimi, per semplici spinte e bicipiti, era davvero troppo per il sogno proibito delle ragazzine di "Amici"!
Anche negli esercizi di equilibrio - in cui Occhioni dolci era superbrava - era completamente negato. Lui si giustificava anche qui, dicendo che "era difficile appena sveglio". Peccato che anche il Tenebroso fosse un antisportivo: sarebbe stato bello vederli sfidarsi in un workout all'ultimo sangue.
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Una spia tra Amici
FanfictionIl diario segreto del programma «Sin dall'inizio dell'anno Riccardo e Mike Bird non erano fatti per stare nella stessa squadra, né per essere amici. Uno con la sua "faccia d'angelo", l'altro con quel fare "tenebroso", come mi è piaciuto nominarli su...