Primavera 1944, A una madre ciociara (8-giugno-2014)

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Tornato è il silenzio.

Dopo vuote e retoriche parole

spazzate in un lampo dal vento,

solitudine torna ad esser compagna

del tuo antico dolore.

Io, impudico, osservo da lontano.

 

Solitaria e discreta la brezza

accarezza i tuoi pallidi fianchi.

Contro il sole che abbaglia

la tua nitida  ombra si staglia

pronta a affrontar così un’altra notte.

 

l’astro diurno nascosto trai monti

supplisce, discreto, il colore che da corpo al ricordo.

E’ rosso il tramonto,

rosso come sangue di madre,

come rossa è ogni goccia del sangue versato  

sull’altare di inutili guerre.

 

Con un urlo il tuo abbraccio di madre ricorda

le grida e il dolore di tutti i perdenti

di tutti gli agnelli innocenti.

Fu nera la mano che spinse il grilletto,

che brandì quel coltello

ma più nero fu il cuore che avvallò

e coprì quel macello.

 

Dio del cielo dai eterna forza a ciò che ricorda quel  marmo

dai forza e coraggio a ogni uomo che anela la pace

la forza e  il coraggio di difender la pace con pace e non con la guerra.

(8-giugno-2014)

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