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Mi colgo sovente a immaginare d'essere guerriero impavido

che con altera dignità volge lo sguardo a gloria e morte

e, senza timore, affronta ogni periglio

per far trionfar vera giustizia.

A volte invece sogno d'esser sole

che con amore avvolge e scalda attorno a se ogni cosa.

E ancora,

il desiderio d'esser saggio qualvolta mi prende:

“non questo, non quello”,

soltanto il calmo tutto è mio, leggiadramente.

Vorrei, altre volte, esser cieco, sordo ed impotente

per amarvi senza caduca distinzione e false gelosie, tutte, o donne mie,

così da non aver timore di fare torto a alcuna

nel vostro splendido esser luna.

 

Ma mai e poi mai mi colgo a immaginare

d'essere quello che in realtà son io,

piccolo uomo fragile

 che appena nato inizia già a morire.

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