Affondare.

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STO facendo le scale,andando di sotto in cucina come ogni giorno.Seduta poi al tavolo,mi rendo conto che sto iniziando a sentirla veramente casa mia.Dopo aver  finito di parlare con mia mamma al telefono,mi allaccio le Adidas perchè ormai devo andare a scuola.

Ghali:"Alzi la voce con mamma,non sai la sua importanza."dice attirando la mia attenzione,io alzo lo sguardo e lo vedo appena sveglio.

Io:"Cosa? Ah si la telefonata,mia mamma riesce a innervosirmi facilmente.Non volevo svegliarti."dico facendo spallucce.

Ghali:"No,fa niente."dice sedendosi accanto a me.Sorseggia dell'acqua e sfila dal pantalone del pigiama il cellulare.

Ghali:"Non mi hai ancora dato il tuo numero."dice serio.

Io:"Perchè dovrei?"dico stranita.

Ghali:"Perchè cosi se combini qualcosa,se ti perdi in giro o se avrai bisogno di me,beh mi chiami o io a te.Ti ricordo che i tuoi, mi hanno messo in casa tua per un motivo."dice come se innervosito da qualcosa,si vede che non è di buonumore.Io allora non dico altro,ma gli do il mio numero per poi alzarmi e prendere le mie cose.

Io:"Ciao."dico quando sto per uscire.

Ghali:"Si,ciao."dice schivo dall'altra parte.

All'arrivo in classe,mi siedo al mio posto e inizio a studiare.Solo che la mia amica di banco Ginevra,non smette di assillarmi con i suoi pettegolezzi e battutine.

Ginevra:"Comunque se ti giri dietro,vedrai Ettore che ti guarda non poco....."dice sottovoce,io alzo gli occhi al cielo e le lancio un'occhiata per farla smettere.Lei se la ride,ma la smette subito quando il prof. si avvicina per darle istuzioni per come usare bene il compasso.Lei reputa quell'aggeggio diabolico,bah.Poi in una piazza vicino alla scuola,ci riuniamo in una decina e pranziamo con dei tramezzini.Fila tutto liscio e tranquillo insieme,ma tutto sembra fermarsi quando vedo le tre che mi hanno pestato.Mi guardano con aria minacciosa da lontano,non troppo lontano visto che sono dall'altra parte della strada.Temo per qualche istante che vengano qui e finiscano cio che Ghali non le ha lasciate continuare.Ma dopo che una di loro mi ha rivolto un sorrisetto beffardo,se ne vanno non so dove.Mi invade un senso di sollievo,cosi mi rilasso ancora di piu accendendomi una sigaretta.

Claudia:"Hey Diana,stasera c'è il compleanno del mio migliore amico e  te ci vieni?"dice ad alta voce,cosi io mi volto nella sua direzione.

Io:"Ah no,non posso ho un sacco da fare."dico la prima scusa venutami in mente.Per adesso non ho voglia di feste.Lei non ne sembra dispiaciuta,me annuisce dicendo che al suo di compleanno invece,non accetta un no.Dopo saluto i pochi rimasti e vado al negozio,incominciando il mio turno.

Alle sette invece,quando sto per andarmene di qui ricevo un messaggio.E' il mio amico Gabriele,o come lo chiamo io il ragazzo dello skate.Chiede se mi va di beccarci al solito posto,cosi io gli rispondo di si e prendo l'autobus per Baggio.Appena ci salgo e trovo un posto libero,mi metto le mie amate cuffiette e ascolto quello che mi va.Infilo la chiave nelle serratura e apro la porta,non trovando nessuno come al solito.Tranne la cena e altra cose,preparate dalla governante.Prendo da sotto il letto il mio skate,gettando prima in un angolo delle stanza il mio zaino ed esco di nuovo raggiungendo il parchetto vicino.E' da poco tramontato il sole e il vento fresco,mi spettina i capelli oscurando la mia vista.

Io:"Oh accidenti."dico sbuffando,dato che sono inciampata per colpa del marciapiedi che non ho visto e andando quasi a sbattere contro un palo.Mi massaggio il ginocchio dolorante,sentendo però una risatina.

X:"Hey tutto bene?"dice uno che non vedo chi sia,porgendomi la sua mano.

Io:"Cosa ti diverte?"dico innervosita,rialzandomi da sola.

Fuori è sereno e dentro tu piovi.  GHALIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora