Capitolo 3

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5 giorni prima

"C'è nessuno? Qualcuno mi sente? "

Camminava lentamente tra gli alberi i cui rami si intrecciavano sopra la sua testa ad oscurare il cielo grigio.

Ad ogni passo sentiva dei rumori dietro di lei. Si guardava intorno, ma non vedeva altro se non i tronchi scuri degli arbusti.

I rami spezzati le ferivano le caviglie scoperte e le piante spinose le strappavano l'abito bianco. Avrebbe voluto voltarsi e tornare indietro, ma le sue gambe continuavano a muoversi quasi contro la sua volontà. Avrebbe voluto gridare aiuto, ma la voce continuava a morirle in gola.

Continuò ad avanzare finché non scorse una strada sterrata. La raggiunse e proseguì, sperando che potesse condurla ad un luogo abitato.

Dopo un tempo che le parve infinito, mentre le ferite alle gambe e alle braccia le bruciavano il corpo come migliaia di aghi infilzati nella pelle, giunse davanti ad una casa in mezzo a una radura, con le finestre illuminate e il camino fumante.

Sorrise e iniziò a correre in quella direzione. Stava per raggiungerla, quando la casa iniziò a mutare. Le luci si spensero, le voci cessarono. Le pareti divennero nere e marcirono e il tetto iniziò a crollare su se stesso.

La ragazza sentì improvvisamente caldo alla schiena. Si voltò e fu accecata da un bagliore insopportabile. Gli alberi avevano preso fuoco e il bosco aveva iniziato a bruciare davanti ai suoi occhi.

Corse verso la casa, ma si bloccò quando vide una sagoma scura sul tetto. Era una persona, con le braccia allargate e gli occhi fissi davanti a sé.

La ragazza sussultò, ma non fece in tempo ad urlare che il corpo si lasciò cadere e si scontrò contro il terreno ricoperto di cenere ed erba secca.

Il cuore della ragazza iniziò a battere troppo forte, come se volesse uscire dal petto. Il respirò accelerò e gli occhi le si chiusero, ma le sue gambe la spinsero ancora una volta avanti e si ritrovò a camminare verso il corpo immobile e inerme steso a terra.

Quando lo raggiunse, si inginocchiò accanto al ragazzo e lo spostò in modo che gli occhi chiusi fossero puntati verso il cielo. Ciò che vide la spiazzò; fu come ricevere uno schiaffo in pieno volto, come se i polmoni le venissero strappati e il cuore infranto in una miriade di pezzi. Era Ryan.

Gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre si guardava le mani, terrorizzata. Erano completamente ricoperte di sangue. Sangue rosso scuro che gocciolava dalle sue dita e macchiava l'erba grigia.

Guardò il ragazzo e si avvicinò al suo viso. Improvvisamente i suoi occhi si spalancarono e si fissarono su di lei. Erano neri, come due pozzi infiniti, completamente vuoti.

La ragazza gridò e si allontanò di scatto, ma inciampò in un ramo e cadde a terra.

Sentì freddo al collo. Un alito gelido aleggiava sopra di lei, una voce bisbigliava parole incomprensibili.

La ragazza fece per urlare, ma una mano le chiuse la bocca e la fece voltare indietro.

L'ultima cosa che vide furono due occhi neri che la guardavano come se volessero perforarle l'anima.

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