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"Amore mio, se muoio e tu non muori, non concediamo ulteriore spazio al dolore: non c'è immensità che valga quanto abbiamo vissuto.
Polvere nel frumento, sabbia tra le sabbie, il tempo, l'acqua errante, il vento vago, ci ha trasportato come grano navigante.
Avremmo potuto non incontrarci nel tempo.
Questa prateria in cui ci siamo trovati, oh piccolo infinito! la rendiamo.
Ma questo amore, amore, non è finito, e così come non ebbe nascita, non ha morte, è come un lungo fiume, cambia solo di terra e labbra."- Pablo Neruda
La vita è fatta di attimi.
Infiniti attimi che definiscono chi siamo e ciò che pensiamo. Attimi che sembrano ore, attimi che nemmeno ci accorgiamo di vivere.
Un attimo prima era convinto di non temere la morte, era pronto ad accoglierla a braccia aperte.
Quello dopo era terrorizzato da ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. La lama sarebbe affondata nel suo petto, il suo cuore avrebbe smesso di battere e i suoi occhi si sarebbe chiusi per sempre. Non sarebbe mai più tornato indietro. Avrebbe smesso di esistere. Il suo corpo sarebbe tornato polvere e si sarebbe mischiato alla terra.
Un attimo dopo ancora era convinto che quella fosse l'unica via per smettere di soffrire. Non sarebbe comunque riuscito a vivere con quel dolore lancinante al centro del petto, che gli perforava i polmoni impedendogli di respirare.
Ancora un attimo dopo Susanne stava stringendo tra le mani il manico del coltello, uno sguardo folle dipinto in volto, pronta ad ucciderlo.
In quell'istante smise di pensare. Non aveva paura, ma allo stesso tempo non voleva morire. Fu come se il suo cervello avesse smesso di funzionare da un momento all'altro.
In quell'attimo di sospensione, a un passo dalla soglia dell'inferno, la porta d'ingresso si spalancò di colpo e un fascio di luce lo accecò.
Voci confuse si sovrapponevano le une sulle altre. Fasci di luce che ardevano come fuoco illuminarono l'intera stanza.
Sentì Susanne gridare, la vide dimenare il coltello intorno a sé mentre qualcuno la teneva ferma e cercava di legarle le braccia dietro la schiena.
Due mani afferrarono il ragazzo per le spalle e qualcun altro tentò di strappare il corpo di Elisabeth dalle sue braccia.
Ryan gridò di non toccarla, ma faticò lui stesso a sentire la sua voce. Calde lacrime scorrevano sulle sue guance, mentre con le mani cercava quelle della ragazza morta.
La vista iniziò ad annebbiarsi, la testa a girare.
Un volto di donna familiare gli si parò davanti. Due occhi gelidi, quasi bianchi, fu tutto ciò che vide prima di perdere completamente i sensi.
"Va tutto bene, Ryan. È finita."
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Left (#Wattys2018)
Mystery / ThrillerHereford, Inghilterra, 1871. Elisabeth, rimasta orfana a cinque anni, viene chiusa nell'orfanotrofio della piccola cittadina di Hereford. La sua vita è ormai segnata. Sa che passerà il resto dei suoi giorni in quel vecchio edificio, sfruttata e mal...