Parte 6

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Dentro me stessa ero un mix di alcool e stanchezza. La notte prima avevo dormito solo poche ore per poter prendere il pullman e dovevo ancora chiudere occhio da quel momento. Avevo gli occhi leggermente rossi, non perchè avessi fumato, cioè anche, ma non era quello il motivo. Era la stanchezza per tutto il viaggio. Fu proprio Mario a farmelo notare, mentre camminavamo per i vicoli di Genova seguendo il gruppetto avanti a noi. Non avevo idea di dove stessimo andando.

"Ma hai fumato tanto o sbaglio?" disse Mario guardandomi ridacchiando.

"poco" lo guardai confusa, "perchè lo chiedi?" aggiunsi pochi secondi dopo, aggrottando le sopracciglia ma anche sorridendo.

"Hai gli occhi lucidi e rossi" disse con la sua voce rauca guardando avanti , seguendo con lo sguardo gli altri avanti a noi mentre camminava seguendo il mio passo.

Non ci fu neanche bisogno che controllassi. Sapevo già che quando sono particolarmente stanca, e tenendo conto anche del fatto che avessi bevuto, i miei occhi hanno una luce diversa e ciò non mi dispiaceva, anzi, mi sono sempre piaciuti di più quando succede. Sorrisi al pensiero. "E' solo perchè sono stanca" gli risposi accennando un sorriso.

"Giornata impegnativa?" disse sfilando due sigarette dal pacchetto di marlboro che aveva tra le mani. "Tieni". Mi sorrise.

Accesi la sigaretta con l'accendino che mi passò. "Abbastanza. La notte scorsa ho dormito sì e no tre ore e devo ancora chiudere occhio. Sò già che appena arriverò in Hotel crollerò".

"In che senso in Hotel, aspetta?" si girò a guardarmi.

"Non sono di Genova" sorrisi al pensare a quante volte avessi spiegato questa cosa quella sera. "Sono quì perchè volevo un po' staccare la spina, prendermi una pausa per rilassarmi, capisci?"

"Ohw, hai fatto bene a venire qui allora, anche se mi dispiace che sei stanca, posso immaginare" disse facendo uscire il fumo dalle labbra. "Ma a questo punto dato che è già tardi perchè non ri.." fu interrotto da Alessandro, che si voltò chiamandolo e venendo verso di noi. "Fra tieni, e Teo vuole sapere se dobbiamo passare da Chris" disse tendendo la mano con una canna a metà.  

"Ale passala a lei che ha già finito di fumare la sigaretta, devo ancora finirla. Comunque no, mi ha chiamato prima, apparte che non sta neanche a genova che arriva domani lui" aggiunse riflettendoci sù. 

Alessandro mi guardò compiaciuto dalla notizia che fumassi anch'io e mi passò la canna. "Non pensavo fumassi" disse sorridendo mentre manteneva il nostro passo.

"Come fai a capire se una persona fuma o meno?" gli chiesi ridendo.

"Sai sembri quel tipo di ragazza perfettina dell'alta società che non farebbe mai una cosa del genere" disse ridendo anche lui.

"Sai nell'alta società ci annoiamo parecchio". Dissi quasi seria guardandolo negli occhi, ammiccando un sorriso e facendo un tiro profondo alla canna che avevo tra le dita. Ho sempre odiato perbenismi e convenzioni. L'abito non fa il monaco.

Iniziammo a ridere. Poco dopo Diego menò un urlo per chiamare Alessandro che stava dietro con noi a parlare. Andò verso di lui per capire cosa volesse.

"Mi stavi dicendo qualcosa prima? Prima che ti interrompesse Ale intendo" chiesi guardando Mario.

"Ah già, stavo dicendo, a questo punto rimani con noi no? E' già tardi e noi dopo andiamo tutti a casa mia. Credo che ti convenga, anche perchè non penso che tu sappia tornare in Hotel" disse ridendo godendosi la situazione. Lo guardai male e ridendo insieme, la mia espressione facciale rifletteva bene ciò che stavo pensando, "stronzo" dissi ridendo stupita.

"Ho Google maps sul celluare, tranquillo" dissi sfidandolo per vedere la sua reazione. "E poi volevo farmi una doccia prima di andare a dormire" aggiunsi poco dopo.

"Non contraddirmi piccola" disse sicuro di sè, mi girai a guardarlo. "E poi ce l'abbiamo anche noi la doccia quì a Genova, tranquilla". Alzai gli occhi al cielo, che testardo, pensai scuotendo la testa ma anche divertita dalla situazione. Non volevo contraddirlo.

Passammo la serata tra una chiacchiera e l'altra in una specie di locale che non ricordo bene come si chiamasse.  Abbiamo riso veramente tanto. Eravamo seduti su dei bassi divanetti che circondavano un tavolino all'interno di questo locale, per stare al caldo. Ero seduta tra Mario e Alessandro e ricordo che avevo difronte Diego che stava raccontando degli aneddoti sul suo tour, e per ogni cosa che diceva, per come la diceva, scoppiavamo a ridere. Dopo tanto tempo iniziai ad essere veramente stanca, mi si chiudevano gli occhi. Inoltre le luci del locale erano molto basse, era quasi buio al suo interno. Appoggiai la testa sulla spalla di Mario, che posò il bicchiere che aveva tra le mani quando se ne avvertì. "Sei stanca?" disse mettendomi il braccio attorno alle spalle. Annuii chiudendo gli occhi. "Sì hai ragione, tra poco andiamo". Mi sentivo bene, in quella situazione che si era creata. Mi sentivo protetta, da una persona che conoscevo da poche ore, ma che mi sembrava di conoscere da sempre. Iniziò a farmi i grattini tra i capelli. "Se fai così credo che potrei addormentarmi" gli sussurrai nell'orecchio. Mi sorrise divertito ma continuò a fare ciò che stava facendo.

"Raga andiamo? La bimba è stanca" propose dopo un po' ridendo e guardandomi. Gli mandai un'occhiataccia divertita.

"Forse perchè lei non ha dormito tutto il pomeriggio come te" prese le mie difese Diego, facendo scoppiare tutti a ridere.

Quando uscimmo dal locale faceva freddissimo. Avevo le mani nelle tasche del cappotto per evitare il contatto con il freddo. Si lamentarono un po' tutti del clima uscendo. Ma qualcuno si accorse subito del mio leggero tremolio a causa del freddo e prontamente si tolse la sciarpa, arrotolandomela al collo mentre lo guardavo fare. Era lui.

Fortunatamente arrivammo presto a casa, era nella stessa zona del locale. Appena arrivati sopra, Andrea, Teo e Ale presero la postazione sul divano nel soggiorno difronte la TV. Diego andò in camera sua e io seguii Mario per il corridoio ancora buio. Si girò, ancora camminando, e mi spiegò "Allora c'è un bagno vicino la camera di Diego, non so se ci hai fatto caso, tu però se vuoi, dato che ti devi fare la doccia puoi usare il bagno che ho in camera, così ti prendi il tempo che vuoi e non devi preoccuparti che entri nessuno". Annuii.

Accese le luci della camera "scusa il disordine" disse ridendo. "Io vado di là con gli altri, chiamami quando finisci". Annuii nuovamente guardandomi attorno. "Mario?" si girò appena uscito dalla porta. "Ma io non ho le robe per cambiarmi" gli ricordaii appena me ne resi conto.











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