Ignoro la notifica, come la maggior parte delle volte.
Comincio a far ordine sulla mia scrivania, riponendo i compiti che avevo già terminato e mi dirigo in bagno dopo aver acceso la radio e aver impostato la musica ad altissimo volume.
Esco dalla doccia e mi fisso per un po' di tempo allo specchio, ci vorrà più di un correttore per nascondere queste ferite sul mio viso.
Mi pettino i capelli bagnati ed esco dal bagno cercando qualcosa da mettermi nel mio armadio.
-Tutti i tentativi che cercherai per allontanarmi da te non serviranno a niente.- mi volto e trovo Marco steso sul mio letto, con il mio libro preferito di John Green tra le mani.
-Come cazzo hai fatto ad entrare in camera mia?!-
-Dalla finestra.- sfoglia il libro, come se nulla fosse.
- Ma era chiusa!
-Infatti ho dovuto aprirla, devi sempre complicare le cose.- finge un sospiro affannoso.
-Allora vattene da dove sei entrato prima che ti ci butti io.- gli lancio uno sguardo assassino.
Sono in camera mia con Marco Ferrari, con un solo asciugamano addosso e con i miei che potrebbero sentire tutto.
Ma perché devi rendermi la vita ogni volta un inferno?!
-Cazzo, ma sei ciclata tutto l'anno?
-No a volte riesco anche ad essere gentile, tranne che con gli imbecilli, che le uniche cose che sanno fare è prendersi gioco delle ragazze.
-Io non mi sono preso gioco di te.
-Beh, non mi è sembrato da quello che mi hai detto. - dico non guardandolo, continuando a scegliere qualcosa da indossare nel mio Armadio. Devo fare in modo di non pensarci, ci sono rimasta male solo perché mi sono sentita mancare di rispetto, in fondo a me Marco Ferrari non interessa.
- È vero che ho sbagliato, ma non in quello che pensi tu.
Intendevo dire che ho sbagliato a baciarti, solo perché avrei voluto farlo prima, e non essermi comportato in quel modo inizialmente.- mi sposta i capelli da un lato scoprendomi il collo bagnato, provocandomi eccitazione lungo la schiena.
- Sei solo uno stronzo!
Ho pensato il peggio, in quel momento.- gli dico voltandomi e fissandolo nei suoi occhi color cielo.
Ok Marco Ferrari, non mi interessa , ma allora perché adesso ho un sorriso da ebete stampato in faccia?
Mi prende dai fianchi, e mi lascia un bacio sul collo, proprio nel punto in cui sa che mi fa impazzire. Il fatto di essere in asciugamano abbracciata a Marco Ferrari, con il rischio che i miei possano entrare da un momento all'altro, crea in me un'adrenalina e allo stesso tempo una paura assurda.
- Vederti con i capelli bagnati, semi nuda e incazzata, mi fa venire di gettarti sul letto e scoparti.- gli schiaffeggio la faccia e lui finge di essersi fatto male.
- Vattene immediatamente da camera mia.-gli dico innervosita , cercando di nascondere il mio sorriso.
- Va bene Thompson, me ne vado subito- dice aprendo la finestra, e lo vedo uscire sghignazzando.
Mi volto verso la scrivania e non vedo più il mio quaderno di latino.
-Stronzo ridammi subito il quaderno- gli urlo affacciandomi alla finestra.
-Mi servono i compiti Thompson!- mi dice ridendo con il sole che gli rende più luminoso lo sguardo.
È davvero bello, cazzo.
- Fatteli da solo Caprone!
-Ma non ci capisco un cazzo!- mette il broncio.
- Il quaderno mi serve dopodomani, ma come farò a studiare se me lo porti via ?!- dico mettendomi le mani nei capelli.
-Vuol dire che ritornerò, principessa.- mi fa un'espressione pervertita, prima che io chiuda la finestra congedandolo con un dito medio.
Cos'altro potevo fare?
Ho un quarto d'ora per finire di prepararmi e arrivare da Julia.
Scelgo un vestito a caso, mi trucco velocemente, facendo il possibile per non far notare le ferite, e prendo le chiavi del mio scooter rosa, per arrivare in tempo.
*********
Dopo essere andate al centro commerciale e aver fatto compere, ci dirigiamo a casa di Julia che, non so come faccia ogni volta, ha trovato una festa a cui, contro ogni mia volontà, a quanto pare parteciperemo.
-La mia definizione di divertimento non coincide affatto con la tua! - le dico roteando gli occhi, mentre mi infilo il vestito appena comprato .
-Hai detto che hai bisogno di svagarti no? Quindi andremo a questa festa.
Sei troppo riflessiva Sarah, lasciati andare.- mi dice adoperando un rossetto sulle labbra.
-Cosa vuoi dire con troppo "riflessiva"?
- Che pensi troppo al futuro e alle conseguenze, ogni tanto è bello lasciar stare e vivere di emozioni.
-Peró è proprio quando ...- mi blocco per tutti i pensieri che mi vengono in mente. Tutte le volte che ho lasciato fare le mie emozioni non pensando alla razionalità, ho fatto cose assurde come baciare Marco Ferrari, senza dare peso al fatto che fosse fidanzato con Rachel, non ho detto la verità alla mia migliore amica per paura di perderla...
-Quando cosa?
- ...quando si fanno prevalere le emozioni che si fanno scelte sbagliate.
Si gira ad osservarmi e vedo il suo sguardo rabbuiarsi per un secondo, come se acconsentisse quello che ho appena detto , ma cambia subito espressione .
- Non è vero, non è sempre così.
Ricordi Miles Halter, quel personaggio di quel libro di cui mi parlavi in continuazione?
Beh lui ha lasciato che Alaska andasse via, l'ha lasciata libera di scegliere, e di fare scelte che più le aggradassero.
- Infatti, dopo quella volta ha avuto un rimorso eterno, dato che per averla lasciata andare via lei è morta.- le faccio notare.
- Beh si è vero, forse non è proprio l'esempio giusto, ma sono sicura, che se tornasse indietro rifarebbe la stessa cosa. Alaska secondo me era andata via perché si era accorta di non essere innamorata di Miles, e penso sia stata la cosa più giusta da fare.
Miles l'aveva capito, non si era mai sentito all'altezza di Alaska, e ha dato dimostrazione di amarla fino alla fine, facendo in modo che fosse libera.
Aggrapparsi all'idea che i sentimenti di una persona possano cambiare è una delle cose più sbagliate, si dovrebbe imparare a stare bene con se stessi prima di stare con qualcuno.
Impedirle di andar via sarebbe stata la cosa corretta è vero, ma sono convinta che Alaska dopo essere morta e magari chissà, trasformatasi in qualcosa di ignoto, sia stata fiera di lui.
Io voglio che tu faccia la stessa cosa, che non pensi costantemente a puntare sull'essere perfetta e ti goda maggiormente le cose che ti facciano stare bene.
- Wow, non mi aspettavo un discorso del genere.
-Infatti, approfittane perché non ricapiterà mai più.
-Ovvio, penso che scriverò un articolo sul giornale della scuola che intitolerò "Julia Anderson mi fa un discorso sulla vita, facendo riferimento al mio libro preferito, asfaltandomi completamente, io c'ero!"- scoppiamo a ridere insieme e continuiamo a parlare di come Luke sia ossessionato ai videogiochi e che gli servirebbe proprio una ragazza, più di quanto non servi a noi un ragazzo, per poi discutere di quanto sia bello il nuovo professore di letteratura inglese.
Mi arriva una notifica, ask.
Ho paura nel leggere cosa potrebbe esserci scritto, ma mi accorgo che non è nulla di cui preoccuparsi, anzi.
-Cosa succede? - mi chiede curiosa
-Oh niente una domanda da Ask.
- Oh, che dice?
-C'è qualcuno che mi chiede: quale oggetto dovrebbe essere meno costoso di quanto non lo sia già ?- le dico ridendo della stessa domanda.
-Cazzo gli assorbenti. Quando diventerò padrona del mondo quelli saranno gratis direttamente.
-Non sei ancora ubriaca e già cominci a dire cazzate- le dico sorridendo.
- La vera domanda dovrebbe essere: quando non ho detto cazzate??
Comunque io sono pronta, tu ?
- Anch'io - le dico prima di specchiarmi per l'ultima volta .
È incredibile come un vestito nero svolazzante e un po' trucco possa trasformarmi da cesso senza scarico a ragazza per lo meno decente.
- Allora andiamo, guido io. - mi dice prendendo le chiavi dell'auto e uscendo dalla porta d'ingresso.
*****
Arriviamo dopo un paio di minuti a casa dei gemelli Dorfman, i più popolari giocatori di football della scuola.
L'aria è mescolata di fumo e alcool, e le occhiate che gettano alcuni ragazzi sulle mie gambe scoperte mi fanno ribollire il sangue.
-Ehi bellezza, sei sola?
Ti va di andare di sopra?- mi ferma un ragazzo alto e robusto con gli occhi completamente arrossati e cerca di toccarmi la coscia con le sue enormi mani.
Ho una paura che mi attraversa tutto il corpo.
-Spostati immediatamente, scimmione, va a cercarti un'altra, lei non è libera.- lo spintona Julia mandandolo via.
- Stai bene?- mi chiede preoccupata.
- Si mi sono solo spaventata, ti dispiace se vado in bagno?
-No, ma fai attenzione. Ti aspetto qui.
Mi dirigo velocemente in bagno, cercando di non abbattermi in qualche ragazzo con ormoni fuori posto.
Una volta arrivata chiudo la porta a chiave e mi sciacquo più volte la faccia.
Quando rialzo il viso in cerca di qualcosa per asciugarli noto una ragazza appena uscita dal bagno che mi sembra abbia qualcosa di famigliare. È alta, biondissima, e con un seno molto sproporzionato per il suo fisico troppo magro.
La osservo bene e appena si volta rimaniamo entrambe a bocca aperta.
Non posso crederci, è la ragazza che ha baciato Liam il giorno in cui ci siamo lasciati.
-Cosa ci fai qui ..? - le chiedo stupefatta.
-Tu piuttosto cosa fai qui!
Perché non sei con Liam ? Per colpa tua ha subito quell'incidente e non potrà giocare a football per diverso tempo, anziché, vorrebbe addirittura lasciarlo per te.
Lui è in ospedale e tu a divertirti ad una stupida festa!
-Cosa?? Vuole lasciare il football per me ?Ma non ha più nessuno, come pensa di mantenersi ??- non posso assolutamente permettere che succeda, so quanto ci tiene, non può abbandonare il suo sogno a causa mia.
-Si, domani ha intenzione di firmare il contratto per disdire tutto. Non so come farà, ho provato a parlargli ma non ne ha voluto sapere di ascoltarmi, mi ha cacciata, non vuole vedermi.
Spero che tu abbia almeno la sensibilità di andare a parlargli.- mi squadra dall'alto al basso prima di uscire dalla stanza sbattendo la porta.
Esco dal bagno e scendo immediatamente le scale.
-Sarah dove vai?? Perché corri in questo modo?
- Ti spiegherò tutto te lo prometto ma ora devo andare, ti prego fidati di me.- le dico dirigendomi velocemente all'uscita.
Fermo un taxi, e gli chiedo di portarmi in ospedale.
È il momento di chiarire tutto con Liam, e di capire cosa ha in mente di fare...
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Choices
Teen FictionSarah non sa cosa vuole farne della sua vita , non ha aspettative per il futuro e non riesce a capire quale sia la sua personalità. Ha problemi con i suoi genitori che non fanno altro che litigare, cambia ogni anno colore di capelli e da quando il...