Capitolo 14

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Continuo a fissarlo, il suo respiro è affannoso e i suoi occhi chiari sono iniettati di sangue e pieni di rabbia, lo diventavano sempre quando aveva voglia di piangere .
Se non lo conoscessi così bene in questo momento ne avrei quasi paura.
Si guarda intorno, per assicurarsi che non ci sia nessuno a guardarlo, dopo di che inizia a versarsi polverina bianca all'interno di un bicchiere di plastica consumato.
Come ho fatto a non accorgermi del fatto che stesse soffrendo così tanto in questo periodo?
Si avvicina il bicchiere alle labbra e in quell'istante mi squilla il telefono.
Julia.
-Chi cazzo c'è?- Luke si volta con un'espressione adirata dipinta sul volto cominciando ad aprire con violenza ogni porta.
Vorrei solo scappare in questo momento, non l'ho mai visto in questo stato e sono davvero terrorizzata.
Arriva vicino  alla porta dietro la quale mi sono nascosta, ma non la apre.
-Sarah sei tu non è vero?- sorride amareggiato.- riconosco il tuo profumo.-si siede sul pavimento appoggiando la schiena alla porta.
-Perché lo stai facendo?- gli domando con voce tremante.
-Pensi che l'unica che abbia il diritto di star male su questo pianeta sia tu?
Non posso avere momenti di debolezza anch'io ?
Però ovviamente a voi che importa.
Avete sempre pensato a voi stesse, vi siete mai preoccupate di chiedermi come stessi? Forse perché non vi è mai interessato in realtà.
Forse non sono abbastanza importante o forse lo sono, ma voi non avete mai sentito la necessità di farmelo capire ogni giorno.
Sai, immaginavo che non vi foste interessate della mia assenza, ma continuavo a sperarci.
Speravo di trovarvi a casa mia e che mi diceste "Luke che hai ?", ma non l'avete fatto.
E io ci speravo nonostante sapessi già come sarebbe già andata a finire, non volevo ammetterlo neanche a me stesso , ma in fondo ne ero cosciente.
Ma d'altronde avete ragione, non ne valgo la pena.
Io sono un Errore.- comincia a sferrare pugni sul pavimento, accompagnati da singhiozzi e lacrime di entrambi che vanno quasi all'unisono.
Non mi permettono di parlare, di replicare quanto sia stupida, di dirgli che sia lui che Julia sono sempre stati la mia unica certezza, una costante. Sempre presente.
Non mi permettono neanche di dirgli quanto sarebbe diversa la mia vita se non l'avessi avuto al mio fianco, che ho passato ore davanti al mio cellulare, prima di andare a dormire, con l'attesa che rispondesse almeno ad uno dei miei messaggi durante questa settimana, che la cioccolata che prendiamo tutti i Venerdì al Great Chocolate prima di andare a scuola non ha lo stesso sapore se non c'è lui che comincia a dirmi quanto dovrebbe vergognarmi il fatto di mettere così tanto zucchero all'interno della tazza.
Vorrei dirgli un sacco di altre cose, ma non ci riesco.
Vorrei anche chiedergli scusa.
Scusa se ho sbagliato e se non l'ho fatto sentire abbastanza importante, e  se non sono stata  abbastanza per lui, scusa per averlo fatto stare male e per non essermene accorta soprattutto.
Ma serve davvero a qualcosa chiedere scusa ad una persona dopo averla fatta soffrire?
E cosa intendeva quando ha detto di essere un errore ?
Suona la campanella e lo vedo alzarsi dal pavimento.
-Non cercarmi, e soprattutto non aprire questa porta prima che io esca da qui. Non voglio che tu mi veda in questo stato.
Lasciami in pace - la sua voce è rotta dal pianto. Effettivamente io non l'avevo mai sentito e visto piangere.
-Luke no ti prego, aspetta!- sono le uniche parole che riesco a pronunciare.
Apro velocemente la porta e corro tra le sue braccia.
- Luke non voglio che tu te ne vada, scusami, non volevo farti stare male, parliamone.- gli dico tra un singhiozzo e l'altro.
Questo però sembra davvero averlo innervosito, tanto da portarlo a spingermi e farmi cadere a terra.
Non che mi abbia fatto così male, ma non mi aveva mai trattato così prima d'ora.
-Cazzo, no. Scusami, non volevo.. Ho fatto un casino.- comincia a balbettare portandosi le mani nei capelli mentre apre frettolosamente la porta del bagno e scappa via.
Esco anch'io dal bagno, cercando di inseguirlo, nonostante mi abbia esplicitamente detto di non volermi parlare, ma sembra essere sparito.
Prendo il mio telefono dalla tasca dei  jeans e compongo il numero di Julia.
-Perché non rispondi mai alle mie chiamate si può sapere ??!-
-Posso assicurarti che questa volta ero giustificata. Ti aspetto nel cortile della scuola devo parlarti.- le riattacco e comincio ad incamminarmi.
Mi raggiunge dopo cinque minuti, le racconto velocemente tutta la vicenda e ne rimane totalmente sconcertata .
- Dobbiamo trovarlo!- mi prende il braccio e cominciamo a cercarlo per tutta la scuola, ma di lui niente.
*****
Ore 23:00
Le ore di lezione oggi sono state le più pesanti, soprattutto perché non avevo la minima idea di che fine avesse fatto Luke.
Dopo la scuola abbiamo provato ad andare a casa sua e a chiedere a sua madre se sapesse dove fosse ( cosa molto improbabile), ma l'abbiamo trovata come al solito completamente ubriaca sul divano.
Si, la mamma di Luke è un'alcolista, lo è diventata dopo essersi separata da suo marito , spreca tutto il suo stipendio per futili cose, e Luke è costretto a mantenere se stesso, sua madre e il suo fratellino consegnando pizze di un negozio carino al centro della città. Con il padre va più che d'accordo, ma non ha mai trovato il coraggio di dirgli le condizioni in cui si trovava sua madre dopo che lei lo aveva lasciato perché i suoi genitori non sono per niente in buoni rapporti.
Abbiamo anche provato ad andare in un parco vicino casa di Julia, perché da bambino quando era triste amava trascorrere il tempo facendo fotografie a tutti gli animaletti e ai fiori che abitavano quel prato.
Penso che di lì sia nata la sua passione per la cinematografia.
Dopo sei ore in macchina (e quando è Julia quella ad essere alla guida ne sembrano venti), tra cui una trascorsa a lamentarci e a piangere , stanche abbiamo smesso di cercarlo e deciso di tornare a casa.
Ho una sensazione di paura mista a delusione da questa mattina.
A quest'ora potrebbe essere ovunque.
Il mio iPhone si illumina, una notifica e questa volta non è Julia, ma Liam.
    "Tutto ok?"
     "Potrebbe andare meglio."
     "Ti va di parlare?"
     "Si..."
Mi chiama quasi subito e io gli rispondo con altrettanta velocità .
Restiamo quasi due ore al telefono, gli parlo di ciò che è successo con Luke, tra un singhiozzo e l'altro ,che non sono riuscita a contenere, alternati ai sorrisi che mi ha fatto spuntare.
Avevo proprio bisogno di parlare con lui, e anche se non volevo ammetterlo mi era mancato più di quanto pensassi.
Non mi ha giudicata, anzi, è stato tutto il tempo ad ascoltarmi e penso non esista cosa più bella .

   " Sono le 2:15 del mattino caro
Liam, penso sia giunto il momento di andare a letto."
"Voglio ancora sentirti parlare, non l'ho fatto per quattro anni penso sia giunto il momento di recuperare." Sorrido.
"Vacci piano, buonanotte."
"Penso di non riuscire ad andare piano con te."
"Liam..." cerco di rimproverarlo.
" È la verità Sarah, ti amo ancora.
Riuscirai a perdonarmi un giorno?"
Nella sua voce sento tutto la sofferenza che prova. È davvero pentito. Ma sarei davvero capace di perdonarlo? Sono ancora innamorata di lui ? Ma soprattutto che ne so io dell'amore se sono solo un'adolescente?
Mi fa male vederlo così.
"Forse un giorno, Buonanotte Liam."- gli dico con voce pastosa.
"Buonanotte Sarah.." mi risponde con tono malinconico dopo di che riattacchiamo insieme.
Ore 4:15
Passo le ore successive a voltarmi nel letto, le parole di Liam non sono riuscite a tranquillizzarmi a lungo.
Ho dormito solo per mezz'ora, non riesco a non pensare a Luke, cosa starà facendo in questo momento, dov'è ?
Il mio telefono si illumina per la
centesima volta in 8 ore, ma questa volta non è Julia, e nemmeno Liam.
È una notifica di una diretta Instagram, di Luke!
La apro subito. Il volto è di nuovo coperto e le cuffie sono nelle sue orecchie, proprio come questa mattina.
Si trova al Newark Legal Centre, uno dei grattacieli più alti del New Jersey, e a quanto pare anche ad uno dei piani più alti visto che si può vedere l'intera città alle sue spalle.
Cosa sta facendo a quest'ora lì ??
Comincia ad incamminarsi con passo lento verso la ringhiera, gli tremano le gambe e ad un certo punto grida basta.
Oh Mio Dio, Luke vuole suicidarsi ?!
Sto per chiamare Julia, quando sento il rumore di un sasso vicino alla finestra. È proprio lei.
" Ho visto già tutto scendi, andiamo a fermarlo immediatamente."
Scendo velocemente le scale, ed entro velocemente in macchina sua, senza dire niente, sono troppo terrorizzata.
L'unica cosa che riesco a fare è sperare che tutto questo sia un terribile incubo.

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