Qualcosa sta suonando.
La macchia, però, è ancora sul muro. Si è un po' sbiadita, ma Louis può ancora vederla e non può muoversi da lì, non fino a quando la macchia è ancora visibile.
Il qualcosa, però, continua a suonare ed è fastidioso. Vuole che smetta, deve smetterla di suonare.
"Basta!" grida "Basta".
Il suonare smette e Louis, spostando lo sguardo verso la porta, riconosce che era il campanello a suonare. Si alza e si tira verso il basso la maglietta, per coprirsi i boxer.
Apre la porta e tiene lo sguardo basso. "Si?".
"Louis?" e Louis sa chi è. Lo riconosce subito. Perché anche se ci ha passato poco tempo insieme, ormai quell'uomo è diventato tutto per lui, tutto ciò di cui ha bisogno. "Sono Harry, posso entrare?".
"No" borbotta.
Harry non deve entrare nel suo infermo personale. Non sarebbe giusto, per niente.
"Per favore, voglio solo parlare con te?". E suona come una domanda alle sue orecchie, il riccio sembra così insicuro con lui, ma allo stesso tempo sicuro di sé e Louis non ha idea di come faccia.
Come fa ad andare avanti?
"Okay, allora" sussurra "ma solo due minuti".
Finalmente solleva lo sguardo, appena in tempo per vedere il sorriso di Harry spegnersi alla vista del suo viso. Però l'uomo è sempre meraviglioso.
I suoi occhi verdi sono lucidi di preoccupazione, la bocca è rossa e il labbro inferiore è quasi brillante a causa della saliva e dei morsi che si sta infliggendo anche in quel momento. I capelli gli cadono perfetti sulle spalle e Louis vuole solamente passarci le dita in mezzo.
"Cosa ti è successo?". Una mano si solleva quasi automaticamente per sfiorargli il taglio sullo zigomo, ma poi si trattiene e la lascia ricadere lungo un fianco. Specialmente perché Louis si è allontanato da lui di un paio di passi, quasi impaurito.
"Non è nulla" borbotta il più piccolo, entrando in casa.
Harry lo segue e se nota la macchia di sangue sul muro, decide di fare finta di nulla.
"Louis, senti... io volevo chiederti cosa sta succedendo".
Louis spalanca gli occhi e lo guarda chiudere la porta. "Nulla, non succede nulla, va tutto bene, davvero. Sto bene".
Il riccio lo fissa stranito. "Parlavo di noi due."
"Oh".
Già. Oh.
Bel casino, quello. Neanche Louis lo sa.
L'ha ignorato per quasi una settimana e Harry ora è lì, in casa sua, a chiedere spiegazioni e Louis indossa solo una maglietta sporca e dei boxer blu.
"Io..." guarda la macchia alle spalle di Harry "devo pulire la macchia".
Harry si gira. "Di che cos'è?".
"Sangue" risponde Louis, avvicinandocisi e tornando a pulire. Deve fare quello prima di qualsiasi altra cosa, questo gli ricorda il mal testa costante.
"Tuo?".
"Si, ma devo pulirla" ripete.
"Ho capito, piccolo" dice lentamente Harry, chinandosi dietro di lui.
"Devo farlo o lui..." Louis scuote la testa e si ferma.
Non vuole più stare lì. Non vuole più starci lì. Vuole andare via, vuole tornare a casa con suo padre. Anzi, no, vuole andarsene e basta.
"Lui cosa?" chiede dolcemente Harry, passandogli le mani sulle spalle con delicatezza.
"Possiamo andarcene?". Vuole andare via e basta, con Harry.
"Certo, tesoro" risponde il riccio "vuoi andare a casa mia? Andiamo a casa mia e dormiamo? Ti va?".
Louis annuisce, la testa china e Harry da quella posizione può vedere i lividi sul suo collo e sulle braccia, e dalla maglia trasparente quasi può vedere dei graffi e dei lividi gialli.
E sono segni di dita e morsi, quelli, e questo è quello che lo fa sentire peggio.
"Vuoi vestirti prima, eh? Non vorrai uscire in mutande?" dice piano.
Gli sta parlando come si parla con un bambino, se ne rende conto, ma Louis in quel momento è così fragile e debole e Harry ha paura che possa rompersi se dovesse dire qualcosa di sbagliato.
Louis guarda verso la camera da letto sua e di Jake. Non vuole più metterci piede lì dentro, neanche per un secondo. "I miei vestiti sono là" indica la porta con un dito "ma io non..." scuote la testa e piagnucola qualcosa.
Cosa farà una volta che se ne sarà andato da lì? Harry lo terrà in casa con lui? Dovrà lasciare l'Università?
"Ci penso io".
Harry scompare nella sua camera e torna con una delle sue felpe enormi, una maglia pulita e dei pantaloni. Poggia tutto sul divano e poi lo aiuta ad alzarsi.
Louis si cambia i vestiti in fretta, sotto gli occhi preoccupati di Harry che seguono la mappa sulla pelle di Louis creata dai lividi e dai tagli. Prende poi la propria borsa e ci butta dentro tutti i libri e il proprio computer, con il caricatore. Prende il telefono e lascia le chiavi di casa sul tavolino.
Harry gli sorride e Louis smette di pensare al mal di testa.
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The Fault in his Green Eyes
FanfictionAU || Louis/New Character, Harry/Louis, Niall/Zayn || Minor Character Death || Attention: violenza domestica, abusi sessuali, violenza su minori Quella che hanno non è una relazione sana. Louis lo sa. Però non può salvarsi da solo, non più. Per fort...