21.

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C'è troppa gente, troppa. Harry sta facendo foto a destra e manca, mentre Louis dovrebbe scrivere per il suo articolo, se non fosse che sembra che le persone vogliano schiacciarlo.

Si sente soffocare in mezzo a tutte quelle persone, se poi si pensa che è buio e che è l'ultima notte dell'anno e di conseguenza sono tutti ubriachi Louis è ancora più terrorizzato.

Mancano circa dieci minuti a mezzanotte e dal castello si possono vedere delle figure di uomini che sistemano i fuochi d'artificio, per festeggiare.

Louis sente le labbra, stirate in un sorriso, di Harry premergli contro una guancia. Non vuole rovinargli la serata, l'ultima dell'anno, ma è davvero terrorizzato. Sente il respiro bloccato nei polmoni e vuole solo tornare a respirare.

Stringe la mano contro la camicia di Harry, che tiene il giaccone aperto perché fa davvero troppo caldo in mezzo a tutte quelle persone, e si nasconde tra le sue braccia.

Harry preoccupato, si appende la macchina fotografica al collo e preme un bacio tra i suoi capelli, accarezzandogli la schiena e poi gli chiede: "Stai bene, amore?".

Louis scuote la testa e si spinge di più contro di lui. Harry sorride intenerito e poi gli bacia ancora i capelli, perché non riesce a stare senza Louis e senza baciarlo e vuole solo che Louis sia felice e stia bene. Per questo lo prende per mano e lo trascina dove la gente comincia a disperdersi e ci sono solo i ragazzi che cantano cori ubriachi.

Il ragazzo più giovane lo osserva, mentre Harry gli sorride e lo porta verso l'hotel. Louis non chiede nulla ma è felicissimo che il riccio stia mettendo davanti il suo bene al proprio, forse è questo l'amore o forse è solo...Harry. Harry è l'amore. È il suo.

È l'amore mentre lo bacia contro la porta della loro stanza, è l'amore mentre lo spinge delicatamente sul letto e va aprire la finestra, è l'amore mentre si sdraia su di lui e lo bacia ed è sempre l'amore quando le urla fuori aumentano e i fuochi d'artificio solcano il cielo e Harry lo bacia ancora.

"Va meglio qua?", domanda il riccio. Passa le mani tra i capelli del ragazzo sotto di sé e lo bacia ancora.

Louis sorride e annuisce. "Qui è perfetto," dice contro le sue labbra "siamo solo io e te".

Harry ridacchia. "Non vorrai farmi credere che come ultima notte dell'anno tu voglia fare l'amore con me?"

Louis impallidisce. No, non vuole. Non vuole fare nulla del genere. Si mette seduto e guarda Harry negli occhi. Il riccio si siede di fronte a lui e gli accarezza una guancia. "Cosa c'è che non va?".

"Io... voglio raccontarti tutto" borbotta guardandosi le mani.

Harry si sfila gli stivaletti e incrocia le gambe, picchiando per sbaglio le ginocchia contro quelle di Louis. Il liscio fa lo stesso e sfiora con le dita le cuciture dei jeans del riccio.

Solo dopo qualche secondo comincia a parlare e gli racconta tutto. Parte dalla morte di sua madre e gli dice di come suo padre fosse cattivo e violento con lui, gli racconta di quella volta che ha distrutto davanti ai suoi occhi di bambino tutte le cose di sua mamma, gli spiega di come l'adolescenza sia stata dura per lui, perché i bulli lo prendevano in giro e lo picchiavano e a casa suo padre lo trattava ancora peggio, di come abbia conosciuto Jake e si sia finalmente sentito al sicuro e felice, quasi. Parla della morte di suo padre, di come si sia sentito spezzato e distrutto al funerale, anche se non avrebbe dovuto e di come Jake, invece di tenere insieme i pezzi, li abbia polverizzati totalmente. Racconta delle botte, delle brutte parole, dello stupro e del dolore che prova.

Harry alla fine di tutto quello si limita a guardarlo e a cercare di capire tutto quello che Louis ha passato, ma quando lo vede cercare di trattenere le lacrime, decide che i gesti sono molto meglio di qualsiasi cosa potrebbe dire e lo abbraccia di getto.

Louis rimane fermo immobile. Si aspettava parole di conforto, una carezza al massimo, ma non questo. Harry lo sta abbracciando, invece ed è mille volte meglio di quello che si aspettava.

Appoggia le braccia attorno alle spalle del riccio e poggia la guancia sulla sua spalla, stringendo tra le dita la giacca di Harry.

"Vuoi, non lo so" sussurra Harry contro il suo collo "fare qualcosa? Magari, uscire e non parlarne più, o dormire... io-mi dispiace non so cosa fare".

Louis si stacca piano e gli sorride e finalmente lo vede un po' insicuro di quello che deve fare. Ed è la prima volta che gli succede di vedere Harry così vulnerabile, è sempre stato come il suo pilastro, la sua corda a cui aggrapparsi, ma in realtà si è appena reso conto che è lui è la corda ed Harry la sua ancora.

Harry lo tiene fermo, gli impedisce di andare alla deriva e Louis è la corda che tiene Harry stretto a sé.

"Quello che hai fatto fin ora è stato perfetto. Tu sei perfetto per me" sussurra Louis.

Il maggiore continua a guardarlo insicuro su cosa fare, così Louis si sdraia tirandosi contro quello che gli piace chiamare il mio ragazzo e facendo sfiorare i loro nasi.

"Dormire andrà bene".

Harry sembra finalmente essere tornato in sé, perché gli sorride e li copre con il suo cappotto lungo. Mentre il minore spinge una mano tra i suoi ricci ingarbugliati.

"Louis?" domanda dopo qualche minuto.

"Mmmh?".

"Io-" il maggiore si ferma e lo guarda, praticamente addormentato con il viso mezzo nascosto dal cuscino estremamente morbido.

"Cosa?" domanda Louis, aprendo gli occhi azzurrissimi.

"No, nulla" bisbiglia baciandogli il naso "sei bellissimo, ecco tutto".

Louis arrossisce e spinge contro di lui, abbassandosi un po' per nascondersi nel suo petto. "Beh, tu lo sei molto di più".

Ridacchiano con le guance rosse come due dodicenni, ma non importa a nessuno dei due, perché tanto la stanza è buia e non possono vedersi.

Ma chi se ne frega? L'importante è sentirsi. 

The Fault in his Green EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora