Capitolo 1

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CAPITOLO 1

È divertente vedere come il tempo passi in fretta.

Nonostante mi sia lasciato il passato alle spalle qualsiasi cosa io faccia mi ricorda te.

Potrei restare qui a fissare qualcuno che non sei tu, ma ferma nella mia mente rimane la tua immagine.

Vorrei sapere quando ti rivedrò di nuovo.

Sono passati mesi da quando ci siamo incontrati poco prima della partita di pallavolo alle medie e ti ho confessato di amarti.

Eravamo in due scuole e in due squadre diverse, eppure, mi sono innamorato di te.

Hai acceso un fuoco dentro me che ancora mi fa chiedere se mai ti rivedrò.

Ormai sono al liceo e il mio desiderio di rivederti sembra svanito nel nulla, ma poi eccoti davanti ai miei occhi.

I tuoi capelli corvini brillano colpiti dal sole...

I tuoi occhi di un blu così profondo che quando i nostri sguardi si legano mi fanno cadere nella profondità della tua anima.

Litighiamo...

Ci insultiamo...

Eppure questa cosa mi rilassa e fa placcare la paura di non rivederti.

Siamo nella stessa scuola e nella stessa squadra di pallavolo adesso, ma ho ancora una domanda: Riuscirò, mai a dirti che ti amo?

I mesi passano lenti ed il mio amore cresce sempre di più...

Mi fa male pensare che ogni volta che mi insulti tu lo pensi veramente.

Oggi non ho retto...

«Sei un idiota, Hinata!»

Al tuo ennesimo insulto le lacrime hanno iniziato la corsa sul mio volto senza darmi il tempo di capire cosa veramente mi avesse fatto esplodere in quel modo.

Sugewara mi ha preso per il polso portandomi negli spogliatoi dandomi il tempo di calmarmi.

«Hinata, perchè hai reagito in questo modo?»

«Perchè lui è un idiota! E mi piace. Mi piace dalla prima volta che l'ho visto alle medie e fa male sapere che per lui sono solo un idiota e niente di più»

«Non credo che sia così...»

«Non importa sono stanco di lui, me la faccio passare e basta»

Appena sono stato certo di reggere e tornare in campo ho raggiunto gli altri.

Ho sentito i loro sguardi su di me...

Dannazione che fastidio questa situazione, ma riprendiamo l'allenamento senza che dicano una parola su quello che era successo.

«Hinata, idiota! Hai sbagliato una palla facile»

A quest'insulto non ci vedo più e gli tirò una pallonata.

«Tobio, smettila di trattarmi come un idiota! Qui l'idiota sei tu! Non ti rendi conto che sono innamorato di te!»

Rientrato nello spogliatoio prendo il mio borsone e vado via da lì senza ascoltare i loro richiami.

Tornato a casa mi getto nel letto e nascondendo il volto contro il cuscino e lascio cadere le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento.

«Fratellone, stai bene?»

«Sì, Natsu. Sono solo stanco. Se viene qualcuno a cercarmi digli pure che non sono in casa»

«Sicuro, fratellone?»

«Sì, Natsu. Non riesco a vedere nessuno oggi»

«Va bene»

Ero dannatamente stanco e mi sono addormentato dopo aver pianto a lungo.

Non mi alzai nemmeno per cenare avevo lo stomaco chiuso.

Natsu preoccupata è tornata da me sedendosi sul mio letto.

«Fratellone, mi dici cos'hai?»

«Natsu...»

Mi alzo mettendomi seduto sul letto e l'abbraccio facendola sedere tra le mie gambe.

«Scusami, però, mi fa male il cuore e davvero non riesco ad andare a mangiare adesso»

«Ti fa male perchè qualcuno ti ha fatto piangere?»

Non posso nasconderle niente...

«Sì...»

«Gli vuoi tanto bene?»

«Lo amo a dire il vero...»

Era troppo tenermi tutto dentro ed ho di nuovo voglia di piangere.

«Resti con me a dormire, Natsu?»

«Fratellone, non vuoi restare da solo?»

«No. Ho bisogno di un abbraccio»

Mi stavo comportando da bambino, ma volevo sul serio dimenticarmi di quella giornata e del forte dolore al petto che mi spezzava il respiro creandomi un nodo alla gola così forte da farmi soffocare.

«Va bene. Resto qui...»

Ci distendiamo tra le coperte e copro bene entrambi.

Ci addormentiamo velocemente e la tengo stretta a me. 

Amarti è difficileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora