Capitolo 1

897 47 29
                                    

Il principe  Louis Tomlinson era esattamente il genere di uomo che Harry Styles disprezzava. Non che l’avesse mai conosciuto, ma una veloce occhiata ai giornali gli aveva rivelato tutto quello che aveva bisogno di sapere. Ricco. Donnaiolo. Superficiale. E attraente. Fin troppo attraente. Quattro ragioni per detestarlo.
Sapeva tutto di uomini come lui, che prendevano e usavano senza curarsi di nessuno. Non aveva nessun desiderio di fare la sua conoscenza, ma sfortunatamente si trattava di un dovere professionale.

Sospirando, si adagiò contro lo schienale della limousine che lo stava conducendo all'aereoporto di New York il JFK Airport. Ripassò le informazioni che si era annotato per il suo capo, l’architetto Chase Jaminson, il quale aveva presentato un’offerta per un progetto di un lussuoso hotel sulla costa mediterranea quasi incontaminata della città Louisville. E sarebbe dovuto essere il capo ad incontrare il reale in arrivo all’aeroporto per condurlo fuori a cena. Quel mattino però, Chase l’aveva chiamato nel suo ufficio.

<<Sono occupato questo pomeriggio, Harry. Dovrai essere tu ad accogliere il principe Louis.>>
<<Occupato? E’ il tuo potenziale cliente più importante...>>
<<Lo so.>>
L’usuale gentilezza di Chase era stata rimpiazzata da una sorprendente freddezza. <<È accaduto qualcosa, perciò dovrai andare tu.>>
<<Posso prenotare una limousine per lui...>>
<<Tutti gli studi della città vorrebbero questo progetto. Non posso lasciare che gli altri abbiano libero accesso al principe. Devi stargli addosso, Harry.>>
<<Stargli addosso...>> ripeté lui, facendo una smorfia alle immagini che quelle parole evocavano.
<<Attaccato a lui, come una zecca a un cane,come una cozza attaccata allo scoglio. Comprendi?>>
<<Sei così amabile e simpatico.>>
<<Ci provo.>>
Harry aveva sorriso nel costatare che il buon umore del suo capo era ricomparso, anche se non era contento del compito che gli aveva assegnato. Preferiva non stare troppo a stretto contatto con uomini come il caro principe, ma era molto devoto al proprio lavoro. Dopotutto, era forse la cosa più importante che aveva avuto nella vita negli ultimi quattro anni, la sola cosa in cui aveva avuto successo...

<<Ma sei comunque impegnato per la cena con lui al Mandarin alle otto, vero?>>
<<Sì>> rispose Chase dopo un attimo di esitazione. <<Tu devi solo accompagnarlo in hotel.>>

Doveva essere piuttosto semplice, si disse Harry mentre la limousine si fermava di fronte al terminal. Era sorpreso che il principe viaggiasse con aerei di linea, forse cercava di dimostrare al popolo che era solo una persona come le altre, pensò cinicamente.

Il volo da Parigi - poiché non c’erano voli diretti da Louisville - era appena atterrato, ed Harry sapeva di dover attendere qualche minuto, anche se il principe avesse ricevuto un trattamento di favore per il ritiro bagagli e il passaggio dei controlli doganali. Diede un’occhiata ai giornali e notò una foto del principe con non una, bensì due ragazze procaci al braccio mentre sostava dinanzi a un casinò in una capitale europea. Il Principe Tommo in visita alla Grande Mela!, diceva il titolo.

Le porte degli arrivi si aprirono e il suo sguardo fu calamitato da un uomo alto e snello con un elegante completo grigio, seguito a pochi passi da due uomini in nero: Il principe Louis e le sue guardie del corpo.
Il riccio svelto, e più nervoso di quanto si fosse mai sentito, si fece avanti.

<<Principe Louis?>>
Lui si fermò sollevando un sopracciglio sorpreso. <<Lei non è Chase Jaminson, suppongo.>> Aveva una voce bassa e raffinata, lo sguardo era sicuro e assertivo.
<<No, temo che il signor Jaminson abbia avuto un contrattempo. Io sono Harry Styles, il suo assistente.>>
Allungò un mano verso di lui, incerto se fosse il protocollo giusto, lui comunque la strinse.
Il suo palmo era così caldo che il riccio lasciò quasi ricadere la mano, facendo un sobbalzo. Ondate di consapevolezza gli partivano dalle dita, spedendo un calore minaccioso in tutto il corpo. Ignorò la sensazione con forza: si trattava solo di una reazione fisica basilare, niente di più.
Tutto quello che doveva fare era accompagnare quell’uomo al suo albergo, al resto avrebbe pensato Chase. Lui aveva svolto il suo lavoro con successo, come faceva sempre, e non avrebbe trascorso altro tempo con il principe. Semplice, si disse quando l'altro finalmente gli lasciò la mano. Doveva esserlo...



~○~●~○~●
Le casualità della vita! Un piccolo principe Louis esiste eccome! 😏
Inoltre nella big real family c'è già un caro Harry....
Coincidenze? Non credo.

PrinceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora