Capitolo 13

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Buoooon fine ferragosto! Mi auguro abbiate festeggiato tanto! 😂😏


Harry strinse le mani intorno alla tazza di cioccolata calda, chiedendosi da dove cominciare la storia. Non poteva credere di essere sul punto di raccontarla a Louis, e la cosa più sorprendente era che desiderava farlo. Non aveva mai parlato a nessuno della sua disastrosa relazione – ammesso che si potesse chiamarla così – con Nick. Se l’era lasciato alle spalle e si era gettato nel lavoro, un mondo che gli era sembrato molto più sicuro. 
Tuttavia adesso voleva parlarne. Con Louis.

<<Ci incontrammo qui, in città>> cominciò di colpo. <<Io lavoravo come PA per uno dei maggiori studi di architetti. Vi lavorava anche Chase Jaminson, che poi mi prese con sé quando aprì il proprio studio.>> Offrendogli un rifugio dall’umiliazione di essere stato piantato in asso in pubblico, e dalla pena senza fine del suo cuore spezzato.
<<Si chiamava Nick, ed era uno degli architetti emergenti. Affascinante e molto appariscente, un po’ viziato...>>
<<E ritieni che io sia come lui?>> Louis sembrò sorpreso e un po’ offeso. 
Harry fece un sorriso con tanto di fossette. <<Be’, sei molto appariscente. In ogni caso, mi conquistò su due piedi. Uscimmo per due anni. Sembrava tutto meraviglioso all’inizio, poi cominciò a cambiare. Lui cambiò. Con me, era così divertente e affascinante...>>
Scosse la testa al ricordo.
<<Ma con gli altri era un altro uomo. Duro e ambizioso. E mi disapprovava, quasi come io se non gli piacessi affatto.>> Deglutì, lo sguardo che svicolava.
<<Poi cominciò a cercare di cambiarmi, a farmi diventare una persona diversa, come lui. Mi diceva cosa indossare, cosa leggere, persino cosa pensare.>>
<<Sembra un bastardo.>>
<<Be’... Suppongo che lo fosse, e io ho sbagliato a continuare a stare con lui. Ero così attaccato a lui, così determinato a tenermelo.>> Deglutì ancora. <<Così ho cominciato a cambiare, cercando disperatamente di essere come mi voleva.>> Scosse il capo, i ricordi che riaffioravano. <<Non voglio fare mai più una cosa simile.>>

<<Io non vorrei mai che lo facessi.>>
<<In ogni caso>> proseguì dopo aver bevuto un sorso di cioccolata, <<finì tutto bruscamente. Venni a sapere che per tutto il tempo mi aveva tradito con segretari e stagisti. Anche allora avrei potuto perdonarlo, tanto era scesa in basso la mia autostima, ma fu lui a lasciarmi.>> Se cercava di suonare secco o indifferente, sapeva di aver fallito. <<Dichiarò che non ero adeguato alla sua immagine. Così finì per uscire con un collega architetto, uno che aveva un futuro brillante davanti, che ovviamente io non avevo.>> Con il suo unico anno di università e i suoi sogni infranti. Semplicemente, non era stato abbastanza per lui.

<<Questo deve averti ferito>> osservò Louis quietamente. Si allungò e coprì la sua mano con la propria. Harry sentì la sua forza e il suo calore, sapeva che capiva molto riguardo i sogni infranti. Non si sarebbe mai aspettato che un uomo come il liscio potesse farlo, ma non aveva davvero saputo che genere di uomo fosse in realtà.
<<Mi ferì>> ammise. <<Ma la cosa che mi fece più male fu il fatto che non ero riuscito a vedere chi era davvero. Non volevo farlo. Volevo credere alla favola, così chiusi gli occhi e ignorai ogni segnale di avvertimento.>> Scosse il capo. <<Non sarò mai più così stupido.>>
Infatti, non avrebbe più messo a rischio il proprio cuore, e di certo non con Loui. Non che lui glielo avesse mai chiesto, si rammentò.

Louis era silenzioso ed Harry si arrischiò a guardarlo. I suoi occhi erano incupiti, la bocca sottile stretta in un cipiglio pensoso. 
<<Non so bene perché ti ho raccontato tutto questo>> riprese dopo un momento. <<Non che abbia qualcosa a che fare con...>> Cercò le parole giuste, per non dire noi. <<Te e me.>>
<<No?>> Louis sollevò le sopracciglia.
<<Voglio dire, si tratta solo di un giorno.>> Prese fiato. <<Mi dispiace di avere esagerato prima. So bene che era solo un bacio.>>
<<Solo un bacio.>>
<<Sì...>>
<<Bene.>>
Louis gli sfregò il palmo della mano con le dita, accendendo di nuovo scintille nel suo corpo. <<La giornata non è ancora finita. Vieni con me questa sera.>>
Lo guardò, gli occhi spalancati. <<Dove?>>
<<A un cocktail di benvenuto al Guggenheim.>>
Gli girava la testa. <<Come...>>
<<Sì>> lo interruppe Louis con un sogghigno.

<<Come mio compagno.>>

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