Probabilmente molti di voi hanno già sentito una storia simile a questa in passato. La ragione per cui l'ho scritta è perché è sempre stato un racconto che ho conosciuto crescendo, e ho pensato che scriverci un'accaduto sarebbe stato interessante. Avrei giurato che era solo una leggenda locale. Suppongo che mi sbagliavo. In ogni caso, ecco a voi.
Il mio ragazzo Steven e io salutammo gli altri, e raggiungemmo la macchina per andarcene dalla festa. Erano circa le 11 di notte e fuori era buio pesto. Così buio che potevi a malapena vedere la tua mano a 10 centimetri dalla faccia. Faceva piuttosto freddo quella notte, era appena iniziata la primavera. Il vento soffiava forte, gli alberi ondeggiavano schiantando le loro chiome di foglie l'una con l'altra. Eravamo a circa 20 chilometri dalla città, con la zona spopolata e coperta dalla vegetazione proprio davanti a noi.
Spesso nell'oscurità non ci accorgevamo di alcune curve, rischiando di finire fuori strada e schiantarci contro un'albero. Per puro caso sopravvivemmo alle curve, ma a soli 10 chilometri dalla città finì la benzina. Eravamo ancora piuttosto lontano, e non c'erano abitazioni o persone nel raggio di 2 chilometri. Sembrava di essere In una giungla. Steven parcheggiò la macchina al lato della strada. Non avevamo telefoni cellulari al momento e avevamo urgente bisogno di aiuto.
'Ho visto un benzinaio circa 1 chilometro indietro: resta In macchina, io torno subito.' Disse, uscendo dal veicolo. Ero preoccupata per lui e sono sicura che provava la mia stessa sensazione.
'Sei sicuro che andrà tutto bene? E' buio, e chissà quali creature ci sono là fuori. Vengo con te.' Le parole che mi disse mi rimbombarono nella testa per il resto della mia vita.
'Sheri. Qualunque cosa succeda, non uscire dall'auto.'
'Ma-'
'Non uscire dall'auto.' Replicò in modo più ancora più rigido. Lanciò uno sguardo molto freddo, e così decisi che forse era meglio eseguire gli ordini.
Cambiai idea col passare del tempo. 30 minuti. Passò un'ora e nessuna traccia di lui. L'atmosfera era così strana: il vento che fischiava, alberi che nascondono dietro chissà che cosa nel buio. Passò circa un'ora e mezza da quando Steve se ne andò: appena misi piede fuori dalla macchina sentii uno strano rumore, un suono o qualcosa di simile provenire dal tettuccio della macchina.
'Tap... Tap... Tap...' Ero curiosa ma allo stesso tempo spaventata, volevo capire che cosa fosse. Ma la voce del mio ragazzo fece eco nella mia testa: 'Qualsiasi cosa succeda, non lasciare l'auto.'
Decisi di aspettare l'indomani e cercai di addormentarmi, ma non mi sentivo al sicuro con quel rumore che continuava a battere sul tettuccio. Ben presto però scivolai nel sonno senza neanche accorgermene...
La mattina dopo mi accorsi che Steven non era ancora tornato: non riuscivo a smettere di pensare che gli fosse successo qualcosa. Sentii quel rumore, non si era fermato, e dato che era giorno decisi di ignorare quello che mi disse il mio ragazzo e uscire dall'auto.
Ho vissuto fino ad oggi il rimpianto di non averlo ascoltato.
Come uscii fuori dal veicolo e mi voltai per chiudere la portiera, rimasi a bocca aperta. Ho visto il mio ragazzo appeso a testa In giù, le gambe erano legate a vite con un'albero che era proprio accanto alla strada. Il suo stomaco era completamente squarciato e formò una pozza di sangue sul tetto della vettura. Le sue mani toccavano leggermente il tettuccio, mentre il suo corpo penzolava a causa della corda.
'Tap... Tap... Tap...'