Capitolo VI: Nella notte di San Silvestro

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Capitolo VI: Nella notte di San Silvestro 

Natale trascorse serenamente, considerate le circostanze; alcuni ragazzi erano andati a casa a celebrare con le famiglie, ma molti erano rimasti: tutti coloro che non avevano una famiglia dove andare.

Per San Silvestro, Xavier decise che era venuto il momento di accantonare il lutto per Jean. Sentiva ancora profondamente la mancanza di colei che era stata la figlia del suo cuore, e probabilmente avrebbe continuato a sentirla per sempre, ma la vita andava avanti, nonostante tutto. Perciò, l’arrivo del nuovo anno sarebbe stato celebrato con un veglione in piena regola, come era sempre stata consuetudine.

Come al solito, fu Miriam ad occuparsene; amava molto organizzare feste e si prestava volentieri ogni qual volta si presentava un’occasione mondana alla scuola.

La sera di San Silvestro, dunque, studenti e docenti si riunirono nell’atrio, dove in attesa della cena veniva servito l’aperitivo, un punch freddo analcolico accompagnato da salatini e tartine farcite al formaggio, al salmone, al prosciutto e al caviale.

Rogue arrivò in cima allo scalone che scendeva dal primo piano e si fermò, scrutando la folla; dietro di lei, Jubilee si arrestò a sua volta.

“Che c’è?”, domandò vagamente irritata: non vedeva l’ora di scendere per mostrare agli altri il suo abito, un elegante tubino corto, color giallo oro e dal busto decorato con cristalli trasparenti, che le fasciava il corpo oramai pienamente sbocciato alla femminilità e metteva in mostra le sue belle gambe. Il suo primo vero abito da sera, che la faceva sentire una donna come mai prima in vita sua. Era sempre stata un maschiaccio, ma ultimamente si sentiva… diversa. Alle soglie della maggiore età, cominciava a cambiare atteggiamento.

“Non vedo Bobby”, spiegò Rogue, “Voglio che mi veda scendere le scale.”

“Ah, sei decisa a stenderlo, quel povero ragazzo!”, sghignazzò Jubilee: Marie indossava un abito da sera lungo di seta color ametista, non eccessivamente formale ed adatto alla sua giovane età; era piuttosto scollato ed il taglio metteva nel giusto risalto la sua bella figura, “Guarda, è laggiù, vicino alla porta. C’è Colosso con lui.”

Rogue girò lo sguardo nella direzione indicatale e fissò intensamente il suo boyfriend, desiderando di possedere le abilità telepatiche del Professor X per richiamare la sua attenzione.

“Vado da lui”, annunciò Jubilee, con grande senso pratico, “Così, se non si gira e ti vede lui, ci penserò io a farglielo fare.”

“Okay, grazie, Jubes!”, esclamò Marie, senza distogliere gli occhi da Bobby.

La giovane ispano-asiatica era arrivata quasi in fondo allo scalone quando Iceman volse casualmente lo sguardo verso l’alto e colse la figura di Rogue ferma in cima agli scalini. Il mento quasi gli cadde in terra: con quell’abito ed i capelli raccolti sulla nuca con qualche ciocca ricadente, Marie era una vista spettacolare. Il fiato gli si mozzò in gola.

Notando che l’aveva scorta, la ragazza sentì il cuore accelerare a mille all’ora e deglutì. Facendogli un cenno di saluto con finta noncuranza, cominciò a scendere i gradini con la studiata lentezza ed i movimenti misurati che le aveva insegnato Miriam. Questo è il modo in cui si scendevano le scale alle feste di palazzo, le aveva detto, testa alta, spalle dritte, sorriso sulle labbra, e se devi guardare dove metti i piedi non piegare il collo, ma abbassa gli occhi.

Traballando appena per i vertiginosi tacchi a spillo che indossava ed a cui non era abituata, Rogue riuscì ad arrivare in fondo allo scalone senza rompersi una gamba. Ora vedeva più nei dettagli l’espressione imbambolata di Bobby e fu lieta d’aver raggiunto in tempo l’obiettivo che si era prefissa: riuscire a toccare qualcuno per almeno un minuto senza che il suo dono maledetto interferisse. Lui ancora non lo sapeva: aveva riservato quella sorpresa per la notte di San Silvestro, quando dopo la festa lo avrebbe finalmente baciato davvero, e non come aveva dovuto fare finora, sfiorandolo attraverso una sciarpa di seta. Certo, un minuto era poco, ma sempre meglio di niente, e comunque era un inizio incoraggiante: la possibilità di toccare qualcuno senza ucciderlo o fargli del male non era più così remota come le era finora apparsa.

The Princess and the Wolverine (La principessa e il ghiottone)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora