3. L'INIZIO DI QUALCOSA DI SPECIALE

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Per non rimanere in silenzio in imbarazzo, decido di fargli qualche domanda per conoscerlo un po' meglio.

-Io: Che scuola frequenti? Cosa ti piace studiare? Ci guardiamo e scoppiano a ridere.

-Marcus: Prima tu.

-Io: Adoro tantissimo la musica, tanto che vorrei studiarla. Rispondo con un po' di imbarazzo.

-Marcus: Io anche. Allora ci vedremo spesso anche a scuola, che strumento suoni?

-Io: In verità mi piace molto di più cantare. Rispondo ancora più in imbarazzo.

-Marcus: Allora stasera cantiamo insieme. Tinus sa suonare il pianoforte.

-Io: Io so suonare la chitarra e anche il violino, ma non mi piace tantissimo. Ma vorrei imparare a suonare il pianoforte.

-Marcus: Tranquilla te lo può insegnare Tinus. Lui stesso lo sta insegnando ad Emma.

-Io: Mi farebbe piacere. Rispondo con un sorriso.

In quel momento scendono sia Gerd Anne che Tinus.

-Marcus: Frá, darai lezioni anche a Celeste. Dice come un ordine.

-Martinus: Per me è un piacere. Comunica Tinus con un sorriso rincuorante.

Marcus va vicino alla madre...

-Marcus: Mamma andiamo a comprare la pizza? Qui noi l'abbiamo bruciata. Dice ridendo

-Gerd Anne: Va bene, mettiti le scarpe e andiamo.

E come è successo prima, rimango sola con un Gunnarsen, ma stavolta con Tinus.

-Martinus: Vuoi iniziare con il pianoforte?

-Io: Si sarebbe grandioso.

-Martinus: Il pianoforte sta sopra.

Allora mi dirigo sulle scale. Arrivata all'ultimo gradino lo aspetto, non sapendo dove si trovasse la stanza. Tinus apre la porta accanto alle scale, è una stanza grandissima. Ci sono delle chitarre, un pianoforte nero molto lucido e altri strumenti.

-Martinus: Questa stanza è anche insonorizzata. La usiamo oltre che per cantare anche per provare i balli.

-Io: È magnifico. Dico, ancora sorpresa.

La porta la lasciamo aperta e così la casa viene invasa da una melodia che suona Tinus al pianoforte. Chiudo gli occhi per assaporare quella melodia, è così calma che dentro di me si scioglie tutta la tensione e mi rilasso. Dopo qualche minuto Tinus finisce di suonare e io apro gli occhi guardandolo.

-Martinus.: Vuoi iniziare?

All'inizio non stavo capendo di che cosa parlasse, poi guardo il pianoforte e mi ritorna in mente. Mi alzo, mi siedo sulla sediolina dove si trovava lui in quel momento e con gran piacere scopro che molto comoda.
-Martinus: Le conosci le note dei tasti?

Scuoto la testa in segno di NO. Si alza dalla sediolina e mi metto più al centro. Si reca dietro di me e inizia a massaggiarmi le spalle.

-Martinus: Sei troppo tesa, sembri una corda di violino, rilassati. Mi sussurra all'orecchio.

E non so come, mi rilasso immediatamente. Mi prende la mano destra e me la chiude tranne l'indice.

-Martinus: Questo è il DO. E mi lascia schiacciare il tasto bianco, l'unico che non ha il tasto nero a sinistra. Mentre dice le note con il mio dito schiaccia i tasti, arrivando così all'ultimo tasto acuto. In quel momento squilla il telefono di Tinus, lo prende e va fuori dalla stanza per rispondere; io nel frattempo schiaccio tasti a caso.

-Martinus: Celeste, che pizza preferisci? Mi domanda, facendo apparire la testa attraverso la porta.

-Io: È uguale, ma se c'è la Margherita sarebbe favoloso.

-Martinus: Emma!

-Emma: Dimmi! Risponde a sua volta dalla sua stanza.

-Martinus: Vuoi i supplì? Le chiede urlando.

-Emma: Si okay!

Dopo poco, Tinus ritorna, per poi uscire di nuovo.

-Martinus: Emma mi porti un pennarello blu?

La piccolina non risponde, ma arriva con il pennarello.

-Emma: Le stai insegnando a suonare il pianoforte?

-Martinus: Già. Prende il pennarello e le chiude la porte in faccia. Dire che sono rimasta sorpresa è dire poco. Di scatto mi alzo e le riapro la porta. Il suo viso trasmetteva rabbia, ma allo stesso tempo tenerezza.

-Io: Tinus, chiedile scusa. Gli ordino.

-Martinus: Mai! Lei è piccola e deve fare ciò che i grandi dicono. Risponde dando a me e alla sorella le spalle.

-Io: Immagino che tu sia il figlio perfetto di mamma e papá.
-Martinus: Ehm.....no. Però lei è la più piccola.

-Io: Già di etá, ma a me sembra molto più sveglia di te. Ribatto.

Emma mi abbraccia, praticamente solo le gambe.

-Martinus: Uff. Va beh. Scusa Emma.

-Io: Io non ho sentito. E tu Emma? Hai sentito qualcosa? Dico prendendolo in giro.

-Emma: No. Dice, con un sorriso.

Tinus si gira verso di noi, guarda prima me e poi Emma.

-Martinus: Scusami piccola peste. Si avvicina e le da un bacio sulla guancia. Emma se ne vá saltellando e facendo ballare la sua gonna a cuori.

-Io: Io direi di continuare. Avverto Tinus.

-Martinus: No, continuiamo domani, stanno per arrivare e dobbiamo mettere la tavola a posto.

-Io: Va bene. Anche perchè sono affamata.

Esco dalla stanza e correndo scendo le scale.

-Martinus: Altro che Cristiano Ronaldo!

Scoppio a ridere.

-Martinus: Ti piace correre?

-Io: Si corro da quando ero piccola. Non so perchè mi piace. Quando corro svuoto la mente e penso solo al respiro irregolare e al battito cardiaco accelerato.

-Martinus: Per me è uguale ma quando ballo. E uguale per mio fratello quando canta.

-Io: Che bello!

Tinus si avvicina a me, io appoggio i gomiti sul davanzale e...

My everything Marcus GunnarsenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora