°Em°

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La serratura fece un leggero "click" prima che la luce del monolocale mi accecasse, lasciando spazio alle braccia muscolose di Marya, che mi trattennero per un istante, lasciando che la sua felpa sprigionasse su di me una nuvola del suo profumo. - Hey sema! Come mai hai fatto così tardi? - la mia migliore amica da sempre non si faceva mai mancare domande di questo tipo. Sapeva che studiavo troppo. Non avevo vita sociale, e l'unica cosa che poteva sollevarmi era una bottiglia di birra gelata la sera. - Non me ne parlare. Per domani abbiamo troppo da studiare, non so neanche come fai ad essere così rilassata.-
La mia nuova vita faceva piuttosto schifo, ma non ero pronta a mollare così presto. -A te come va stupida?- ribattevo sprofondando nella poltrona impolverata di fronte al televisore a tubo catodico, non prima di aver prelevato dal frigorifero una birretta come piaceva a me. -Bene se non fosse per quel personaggio da circo di Marcs, che non si arrende mai anche quando lo respingo vivamente...- ma non le prestavo più ascolto, intenta a frugare tra le pieghe del telo che copriva la poltrona in cerca del telecomando.
-Merda. Dove cavoli è il telecomando, Mary?- lei interruppe il suo discorso accigliata. - Non hai ascoltato nemmeno una parola di ciò che ho detto, o sbaglio? Ad ogni modo è sopra il lavandino.- Mi girai confusa. -Ma che cavolo?- lei mi fissò alzando gli occhi.
- Em, eddai.- Scherzò, passandomi il telecomando con aria frustrata. Accesi quello strumento preistorico che cominciò a far comparire dei pixel in bianco e nero, che presero via via colore. Partiva con la sua musichetta iniziale il telegiornale, la cosa che odiavo di più sul pianeta terra, dopo la birra calda. - Ohi Em, piuttosto di guardarti quello schifo potresti anche aiutarmi coi piatti!- alzai gli occhi -Ma se non ho nemmeno mangiato qui!- lei sorrise, maliziosa -Lo sai che sono perfida, alza il culo e vieni ad aiutarmi o giuro su Dio che ti schizzo da cima a fondo con il detersivo!- a volte la odiavo davvero.
La raggiunsi accanto al lavabo, e iniziai a caricare la lavastoviglie sbuffando contrariata.
-Sai che il ricatto si chiama reato?- lei mi guardò, incredula -Ah davvero? Pensavo si chiamasse OLSAMIC.-
-Che cavolo?- lei alzò le braccia al cielo -Eddai, non la conosci? "Obbliga le scansafatiche a muovere il culo". - Le lanciai lo straccio con il quale mi stavo asciugando le mani e cominciò una lotta che sapevo già in partenza che avrei perso. Lei mi prese immediatamente per il torace gettandomi per terra velocemente e mettendosi a cavalcioni sulla mia pancia, facendomi perdere instantaneamente il respiro. Sorrisi solo per non piangere. -Ora io non scendo se non mi dici che comincerai ad avere una vita sociale e ti iscriverai a qualche sport. - Scossi violentemente la testa, al quale lei chinò la testa sopra il mio capo e mi sussurrò -Oggi faccio sul serio amica mia. Ti lascio ancora una chance.- Diceva mentre faceva pendere a filo dalla sua bocca una bava trasparente e piena di bolle. -Che schifo Mary!- ma non mi lasciava -Dillo! Dillo pappamolle o ti tiro un pugno che non te lo dimentichi!- urlava ridendo, ma sapevo che l'avrebbe fatto, come aveva già fatto cadere la sua bava viscida sulla mia faccia. I miei capelli ambrati erano tutti appiccicati alle mie tempie sudate. -Che cavolo, Mary! Sì! Okay!- . Lei si alzò, contenta. Mi porse la mano per aiutarmi ad alzare le chiappe dal parquet lurido della nostra cucina, ma io la ignorai. -A volte ti odio, lo sai?- io la fissai, stupita -Tu lo dici?- .
-Almeno io una vita sociale ce l'ho. - mi rispose beffarda. Mi incamminai verso il bagno, stordita e frustrata. Dopo una breve doccia, scostai la tenda e mi lavai i denti. Il phon mi riscuoteva sempre dai pensieri più oscuri, ma non quella sera. La mia vecchia vita, la mia vecchia fama...non ero ancora pronta a una vita sociale. Ma ormai avevo promesso. A lei non avrei mai mentito. Mai. Lei era l'unica che mi era rimasta sempre accanto. Io non l'avrei tradita, e lei non avrebbe tradito me. Lei mi proteggeva fin da piccola, con i suoi muscoli che aveva lavorato dopo anni e anni di pugilato. Mentre ricordavo il luogo da dove venivo, una lacrima mi rigava il volto. Marya irruppe nella stanza da bagno, urlando. -Em! Un ragno in camera!- mi fissò. - Em...non starai...piangendo per me? Eddai cucciola...- io la confortai con un abbraccio -No, tranquilla bella. - i suoi capelli sapevano di caramello, tanto che glieli presi tre le mani ad osservare quelle punte blu che proseguivano il suo vero colore, il nero.
La sua suoneria risuonò per tutto il corridoio.
-Arrivo!- urlò al telefono. Io mi asciugai le lacrime salate. Mi incamminai verso la camera, stanca morta. Mi buttai sul letto rendendomi conto troppo tardi del ragno enorme che mi osservava da sopra il cuscino. Strillai tutto il mio repertorio di bestemmie prima di calmarmi e prendere un fazzoletto di carta col quale misi fine alla vita di quell'essere. Ma Marya non pareva essersi resa conto di nulla. Mi alzai di nuovo dal letto, e la vidi intenta a conversare animatamente con qualcuno al telefono. Mi distesi di nuovo, certa che mi avrebbe illustrato dopo, con tutti i dettagli, la chiamata (sempre fosse stata veramente importante). Poco dopo mi addormentai di botto. Non ricordo bene i dettagli che seguirono, ma sentii poche ore dopo una cosa bagnata che mi rinfrescava il viso. Mary mi strillava parole senza senso bagnandomi il volto con un panno e una bottiglietta d'acqua, quando la fermai allarmata. -Che cazzo c'è? Calma!- lei mi fissò, attonita -Ma quale calma! Marcs mi ha appena invitata formalmente a un ristorante di fianco a casa sua! Lo sai che significa? Sarà il mio primo appuntamento sema!- ora si che ero confusa  -Ma se lo hai definito un personaggio da circo appena- e guardai l'orologio -...cinque ore e mezza fa!- lo ammetto, sono una rompipalle cronica, ma che cavolo se uno non mi spiega le cose, perchè le dovrei sapere io! Lei sbuffò per la miliardesima volta da quando ci siamo conosciute, se non dalla mattina appena sveglia -Eddai veramente la tua vita sentimentale gira intorno ai ragni che trovi sopra il cuscino una volta al giorno?- mi buttai il cuscino in faccia, distrutta, e spensi la luce dopo aver imprecato contro il mondo e quell'essere spregevole della mia migliore amica per almeno dieci minuti buoni. Il sonno mi raggiunse in pochissimo tempo, e mi avvolse con il suo manto.

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Ciao a tutti! Questo è il mio primo capitolo e spero vi piaccia. Sappiate solo che presto arriveranno altri personaggi più interessanti...😊
Intanto, godetevi i "giorni sereni" della protagonista, o meglio, dei protagonisti, che siete voi. Buona lettura, e se vi piace, lasciate un voto. Grazie...😊

Lei è mia, io sono suo...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora