La stanza che condividevo con Eleanor era spaziosa e c’erano due letti da una piazza e mezza, due scrivanie, due armadi e un tavolino con due poltrone davanti ad una delle finestre. Era colorata ed accogliente e mi piaceva tantissimo perché era completamente diversa dalla camera a casa dei genitori e da quella del dormitorio in cui dormivo l’anno prima.
Il letto era davvero comodo, ma continuavo a rigirarmi tra le coperte e ad aggiustare il cuscino perché non riuscivo a dormire.
“Liz?” Mi chiamò improvvisamente Eleanor.
“Sì?”
“Non riesci a dormire?”
“No. Scusa, ti sto dando fastidio?” Domandai. Forse la ragazza sentiva il mio continuo rotolare da una parte all’altra del letto.
“No, figurati. Anch’io non riesco a dormire. Sto continuando a pensare a Louis. Tu?”
La verità era che non volevo che Harry entrasse nella mia testa, ma l’aveva fatto con quella frase odiosa che mi aveva detto al pub. “Non pensavo che stessi con uno come Payne.” Cosa voleva dire?
“A milioni di cose.” Dissi, restando sul vago.
“Sei contenta di esserti trasferita?” Mi domandò El.
“Sì, è stata la decisione migliore che ho preso negli ultimi anni.” Dissi. “Grazie.”
“E di che? A me fa piacere averti qui con me. E sai che se hai qualche problema puoi parlarmene, vero?”
“Grazie.” Ripetei. In realtà non avevo voglia di parlare di Harry. Non volevo nemmeno pensare a lui, ma quella maledetta frase era rimasta nella mia mente. Dovevo assolutamente scoprire cosa voleva dire. “La stessa cosa vale per te.” Aggiunsi dopo un po’.
“Buonanotte, Liz.”
“’notte, El.”
Sentii la mia amica sistemarsi meglio e dopo pochi minuti il silenzio, segno che si era addormentata. Io, invece, continuai ad osservare le ombre che il lampione fuori dalla nostra finestra proiettava sul muro.
Il mattino successivo ero stanca e irritata perché non ero riuscita a dormire per più di un paio d’ore e decisi di andare a trovare Harry per chiedergli spiegazioni. Dopo la colazione, a base di tanto caffè, raggiunsi la casa degli Zeta Psi e suonai il campanello. Aspettai cinque minuti buoni prima che qualcuno aprisse la porta. Davanti a me comparve un assonnatissimo Louis.
“Cosa c’è di così importante a quest’ora del mattino?” Domandò sbadigliando. Guardai l’orologio e sbuffai.
“Sono le dieci.” Risposi.
“L’alba.” Replicò Louis, spostandosi dalla porta per lasciarmi entrare. “Comunque in cosa possiamo esserti utili?”
“Sto cercando Styles.” Dissi, guardando oltre il presidente degli Zeta Psi. La casa era un disastro: c’era gente addormentata per terra e sui divani, bicchieri vuoti o mezzi vuoti ovunque, bottiglie vuote. “Ma avete organizzato un party ieri sera?” Chiesi.
“Liz, per noi tutte le sere è un party.” Rispose Louis con un sorriso. “Comunque Styles è di sopra in camera sua.” Aggiunse, allargando il sorriso. Ok, sapevo che aveva interpretato malissimo le mie intenzioni, ma non avevo tempo per fermarmi a spiegargli che volevo solo un chiarimento su quello che era successo la sera prima. Lo ringraziai e salii le scale, evitando cautamente una ragazza semisdraiata sugli scalini che dormiva profondamente.
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Live While We're Young || [One Direction]
FanfictionElizabeth Vanderbilt fa parte di una delle famiglie più famose e prestigiose di New York ed è iscritta alla facoltà di Giurisprudenza a Yale, college che hanno frequentato i Vanderbilt per generazioni. E' fidanzata con Liam, il ragazzo perfetto: stu...