15 - Alleyway 76

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Arrivata davanti alla galleria “Alleyway 76” il mio cuore ricominciò a battere all’impazzata.

“Niente interviste questa volta.” Dissi, voltandomi verso Harry. Il ragazzo stava osservando l’insegna della galleria e sembrava ansioso. Annuì ed aprì la porta. La galleria era lunga e stretta, probabilmente era per quello che si chiamava “Alleyway” e alle pareti erano appesi bellissimi quadri astratti.

“Ciao ragazzi, posso aiutarvi?” Domandò un uomo. Lo osservai e capii immediatamente che si trattava di Jack. Era quasi identico a mio padre, solo di qualche anno più giovane.

“Jack?” Domandai. L’uomo annuì e si avvicinò ulteriormente. “Vanderbilt?” Chiesi ancora.

“Preferisco solo Jack.” Rispose con un sorriso. “Chi lo chiede?”

“Sono, ehm, Elizabeth.” Dissi. “Vanderbilt. Mia madre è Beatrice e mio padre… James.” Aggiunsi. L’uomo mi osservò per qualche istante prima di rivolgermi un sorriso. Avevo avuto qualche secondo di esitazione, perché avrei voluto dirgli che era lui mio padre, ma mi rendevo conto che quella non era una notizia da condividere in quel modo. Avrei fatto la parte di sua nipote per iniziare.

“Una Vanderbilt in una galleria d’arte?” Domandò.

“Ho lasciato Legge per studiare arte.” Dissi. “So che l’hai fatto anche tu, così sono venuta a trovarti.” Aggiunsi. Mi tremavano le gambe. Harry se ne accorse e mi prese la mano, stringendola leggermente. In quel momento gliene fui eternamente grata, perché mi diede un po’ di coraggio. “Li hai dipinti tu?” Chiesi poi, indicando i quadri alle pareti.

“No.” Rispose. Stava sempre sorridendo, ma aveva un’espressione diversa che non riuscivo a decifrare. “Questi sono di giovani artisti che ho scoperto io. I miei lavori non sono in vendita.” Disse, mostrandoci tutti i lavori. Inizialmente nessuno di noi parlò. Mi riusciva difficile concentrarmi sull’arte quando sapevo di avere mio padre a pochi centimetri da me.

“Sono molto belli.” Disse Harry. “A proposito, io sono Harry Styles.” Si presentò poi.

“Jack.” Replicò l’uomo, stringendogli la mano. “Quindi cosa vi porta qui?” Domandò dopo qualche secondo, osservandomi. “Se i tuoi genitori sapessero dove sei…” Cominciò a dire, ma lo interruppi.

“Mi hanno già tagliato i fondi quando mi sono iscritta ad arte.” Mormorai. “Ma non sono qui per questo.” Aggiunsi velocemente, sperando che non pensasse che la mia visita era dovuta a quello. Non gli avrei mai chiesto soldi.

“Studi a Yale?” Mi domandò. Tutta la famiglia Vanderbilt, per generazioni, aveva studiato a Yale. Era anche per quello che la metà degli edifici del campus portavano il nostro nome: ogni anno la famiglia donava cospicue quantità di denaro al college.

“Sì.”

“Come fai a permetterti la retta?”

“Ho cominciato a lavorare da Starbucks e al pub.” Spiegai. “Se non basta quello che guadagno così chiederò un prestito per gli studi.”

Jack scosse la testa ed emise un piccolo sbuffo.

“Classico comportamento da Vanderbilt. Qualcuno non vuole diventare un maledetto avvocato e loro gli tagliano i fondi.” Mormorò.

“L’hanno fatto anche con te?”

“Ho investito il mio fondo fiduciario nella galleria prima di annunciare che avrei abbandonato gli studi. Poi mi hanno bloccato i fondi, ma la galleria era già mia. Ho cominciato affittandola e lavorando come cameriere, portinaio, e chi più ne ha, più ne metta. Quando ho avuto abbastanza ho cominciato a comprare quadri di artisti giovani e a venderli.” Spiegò.

Live While We're Young || [One Direction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora