Capitolo 9- seconda parte

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Capitolo 9- seconda parte

-Sembra così poco da te.- Lo stuzzico un pochino.

Finalmente un nome che lo possa rendere abbastanza normale, più umano e meno coglione.

-Invece Jade Collins è così da te.-Mi stuzzica lui a sua volta.

-Cosa vuol dire il tuo nome?- Lo vedo alzare un sopracciglio, sicuramente si aspettava una risposta a quello che ha detto precedentemente.

"Ti ho stupito stellina cadente?"

-Shi, significa reale , Hyun, virtuoso e Han proviene dal fiume Han che attraversa la Corea.- Risponde in maniera tranquilla, senza sarcasmo o tono sfottente.

-Non fa al caso tuo.- Sorrido e lui scoppia a ridere. Per una volta stiamo parlando come le persone normali. Strano, non credevo che sarebbe stato in un certo senso piacevole parlare con lui.

"Sarà colpa del caffè con lo zucchero che ho bevuto stamattina? Forse ho esagerato e adesso sono dolce?"

-Okay, adesso tocca a te, come mai il nome Jade?- Sorrido, quando nella mia mente si affaccia il ricordo di Gabriel che mi spiega come mai è stato scelto proprio questo nome.

-In realtà mi dovevo chiamare Viktoria. I miei genitori avevano scelto quel nome, ma quando sono nata, Gabriel si è impuntato invece sul nome Jade, prendendo spunto dai miei occhi. Ha detto che erano dello stesso colore della giada e quindi, non potevo di certo chiamarmi Viktoria.- Sorrido ancora quando finisco di raccontare a stellina questo aneddoto, adesso è una delle poche persone che sa come mai porto questo nome.

-Concordo con tuo fratello, questo nome fa proprio per te.-Lo guardo sconcertata mentre mi accorgo che raggiungiamo la libreria.

Rimango a fissare l'ingresso della libreria, non credevo che avessimo fatto tanto in fretta, il tempo è volato. Sento la portiera aprirsi e guardo B.B che è davanti alla porta in modo sorpreso.

-Non fare quella faccia.- Ha una voce supplichevole. 

Lo fisso di nuovo e scendo anche io dal veicolo.

-Quale faccia?- Sono di nuovo stupita.

" Cosa mi succede oggi? Dovrei davvero smettere di prendere il caffè con tanto zucchero."

-La faccia di una che vuole marinare il lavoro ma ti dico subito di no. Una persona normale ha bisogno di lavorare.- Sbatto un attimo le palpebre e tutto quel tepore di prima scompare per lasciare spazio al fastidio.

-Ti hanno mai detto che sei un megalomane?-

-Si. Tu.- Gli lancio un sguardo dubbioso e inizio a aprire la porta della libreria.

-Ho come la sensazione che io non sia stata l'unica.- Non so che faccia fa il ragazzo perché gli rivolgo le spalle, apro la serranda e poi la porta-vetrata. Oggi dovrebbe passare anche Lydia con la piccola Claudia.

-Che lo abbiano detto anche altri ne sono sicuro pure io, ma nessuno di loro l'ha fatto guardandomi negli occhi. Si nascondono tutti dietro una tastiera o le lettere anonime.- Guardo il ragazzo e per un attimo nei suoi occhi leggo un pizzico tristezza, che sparisce immediatamente quando si accorge che lo sto studiando.

-Sono persone senza una spina dorsale.- Lui annuisce alla mia replica e rimaniamo come due stupidi all'ingresso della libreria. Lui non accenna ad andarsene e io ad entrare.

-Dovrebbero prendere lezioni da te cappuccetto rosso, così fiera e senza paura.-

-Lo so, sono una persona speciale.- Scherzo e nascondo bene le mie cicatrici invisibili.

Break me Fix meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora