PENSIERI

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Urlo. Apro gli occhi e mi ritrovo sdraiata sul mio letto. Il mio sguardo vola all orologio sulla mensola del mio comodino. Le tre di notte. Merda e domani come mi sveglio per andare a scuola? Tutta colpa di quel maledetto incubo che mi fa passare tutte le notti in bianco. Ci siamo io e mia sorella gemella Gwen che camminiamo per strada dirette alla gelateria "TUTTI I GUSTI". Siamo ferme a un semaforo e quando la luce diventa verde lei corre dall'altra parte della strada ma non fa in tempo ad arrivare al marciapiede che un auto la tira sotto. Io sono ancora ferma al semaforo e assisto alla scena senza poter fare nulla perché tutto si è svolto così rapidamente che non ho avuto la prontezza di agire. Mi metto seduta sul materasso e guardo il letto vuoto dall'altra parte della stanza. Non era solo un incubo o un brutto sogno, mia sorella non c'era più veramente. Inizio a singhiozzare e una volta uscite le lacrime non si possono più fermare. Mi guardo intorno: sono sola in una stanza enorme e penso che quando eravamo in due a occuparla era perfetta. Guardo di nuovo l'orologio 3:30. E domani come mi sveglio per andare a scuola?!? Mi sdraio nel letto ma tanto so che non riuscirò ad addormentarmi. Ripenso alla faccia dei miei quando li ho chiamati piangendo subito dopo l'incidente. Ero in strada difianco al corpo di mia sorella. È arrivata un ambulanza e mi hanno portato via insieme a lei. Ricordo di aver perso i sensi e di essermi svegliata in un letto D ospedale. Dopo un po' sono entrati due agenti e mi hanno fatto delle domande sull'assassino di Gwen. Due settimane dopo l'hanno trovato mezzo ubriaco in un bar squallido a Bronx. Ricordo la mia rabbia quando l'ho visto in centrale. I miei non sono riusciti a trattenermi e gli sono saltata addosso. Con un pugno gli ho rotto il naso, una gran soddisfazione. Ora le lancette segnano le quattro. Rinuncio a dormire e provo a riposare un po. Inizierò un liceo classico e io odio le materie umanistiche ma Gwen l'adorava quindi mi sono iscritta. Non conosco nessuno ma non è che mi importi troppo, non intendo legare con qualcuno perché so che se lo perderei soffrirei ancora e vorrei evitare. Sento le palpebre farsi pesanti e finalmente chiudo gli occhi.
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Nota autrice: allora questo e il primo libro quindi non mi aspetto che lo troviate granché. È ispirato a una storia vera che però non riguarda me ma persone che conosco. Spero vi piaccia:) più tardi o domani posto il secondo capitolo.

VORREI POTERTI RIABBRACCIAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora