MERDA

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La mattina dopo la festa mi sono svegliata con le orecchie che scoppiavano e di certo la predica che mi aveva fatto mia madre appena alzata non aveva aiutato. A quanto pare avevo vomitato tutto l'alcool in bagno e avevo fatto un po' di casino, insomma c'era vodka e vomito ovunque è come se non bastasse avevo lasciato un pacchetto di sigarette li in bella mostra. La predica di mia madre andò avanti per altri dieci minuti nei quali io finsi di ascoltarla, con sguardo pentito e dispiaciuto. Poi mi diede il permesso di andarmene e io salii in camera. Mi stesi sul letto finché non mi arrivo un messaggio da Beth:

*ho la testa che mi scoppia*

*anche io*

*dopo ci vediamo?*

*ok dove e a che ora?*

*alle quattro davanti alla gelateria "tutti i gusti?"*

Mi blocco con il telefono in mano. Era li che io e Gwem stavamo andando quando è stata investita. Mi affretto a digitare una risposta in cui declino gentilmente l'invito a causa di un impegno di cui mi ero dimenticata e mi siedo sul letto. Le lacrime iniziano a scendere ancora prima che io possa fermarle "Talia sei forte, piangere non è da te" continuo a ripetermi nella mia testa ma il pianto non si ferma. Gwen. Gwen. Quanto mi manca. Dal giorno prima della festa non ho più pensato a lei. Un dubbio orribile mi tormenta: e se mi stessi dimenticando di lei? Della mia parte migliore? Dell'unica che mi capiva veramente? Basta così poco per dimenticarsi 13 anni di vita passati con una sorella? Basta una festa? Trovare una amica? Un ragazzo carino che ti bacia? Mi sento in colpa, terribilmente in colpa. Mi sto legando troppo a Beth, fred e tutti gli altri e non va bene. Da domani ritorna la Gwen di prima, quella stronza e fredda, quella che se la mandi a fanculo se ne fotte, quella sempre vestita di nero, quella considerata strana, quella senza amici, quella depressa, quella odiosa, quella che c'ha sempre qualcosa, quella che va male a scuola, quella che tiene testa a tutti, quella che fuma e beve per rilassarsi, quella che ha brutti pensieri, quella che provoca dispiaceri ai genitori, quella sbagliata per il mondo ma giusta perché il suo mondo lo ha perso. Apro il mio armadio. Settimana scorsa con Beth sono andata a fare shopping e ho preso un sacco di vestiti colorati e di marca. Li prendo tutti e li butto fuori dalla finestra. Poi tiro fuori da una scatola tutti i miei vestiti neri che avevo messo da parte e poi rovistando infondo a ripiano tiro fuori i miei bellissimi e gloriosi anfibi che le hanno viste e passate tutte. Mia mamma mi chiama da sotto «Gwen c'è un ragazzo che chiede di te» scendo le scale e mi ritrovo davanti fred «ciao bellissima» mi saluta «cosa vuoi?» rispondo acida «volevo invitarti a vedere un film sai al cinema danno...» «non mi interessa, ora se non c'è altro puoi andare» lui ha un espressione ferita e si avvia verso la porta «ah e fred, non cercarmi più» dico prima di tornare di sopra. Decido di andare a fare un giro ma ormai si sta facendo tardi. È ora di cena. Vuol dire che uscirò dopo. Prendo un pacchetto di pringols e mi siedo sul divano. Mia madre arriva preoccupata «tutto bene?» mi chiede «perché non dovrebbe?» rispondo. Mangio qualche patatina ma poi la situazione si sta facendo soffocante così mi alzo metto gli anfibi e mi avvio verso la porta «dove vai?» mi chiede mia mamma preoccupata «a fare un giro» non le do il tempo di ribattere che mi chiudo la porta alle spalle. Un'ondata di sollievo mi attraversa tutto il corpo. Finalmente sono libera da tutto e da tutti e so esattamente dove andare. Prendo la vespa dal garage e vado verso la stazione, dove fanno le gare illegali di macchine e moto. Arrivo in uno spiazzo cementato già pieno di gente. Qua conosco quasi tutti. Dopo che è morta Gwen era uno dei posti che frequentavo di più. Vado incontro a Bugs, il ragazzo che organizza le corse. È un tipo strano con i capelli sparati in aria, pieno di tatuaggi e odora di marijuana e alcol. Insieme a lui ci sono i gemelli Mercury, gente tosta e un tipo che non conosco che è girato di schiena «ma guarda chi si rivede la piccola pazzoide» Bugs mi abbraccia con enfasi. È dura ammetterlo ma mi è mancato. Abbraccio anche i gemelli e poi cerco di capire chi è il quarto ragazzo. Lui si gira lentamente e mi prende un colpo quando vedo che è tom (per chi non si ricorda andare al capitolo "marlboro rosse") «tom?» chiedo «hei talia» risponde lui «e tu cosa ci fai qui?!» sono sorpresa «piuttosto tu cosa ci fai qui» mi chiede. «corro» rispondo con semplicità «vi conoscete?» interviene Bugs «si va nella mia stessa scuola e abbiamo avuto modo di chiacchierare» gli risponde tom «beh devi sapere che la piccola TALIA qui e la campionessa» «tu corri?» chiedo a tom cercando di spostare il discorso su qualcun altro «no, assisto e basta» «Bugs stasera mettimi presto che dopo ho da fare» gli chiedo «certo pazzoide corri fra quindici minuti, hai il tempo per bere qualcosa» «bene» rispondo e mi avvio verso il bar. Tom mi viene dietro. Dietro il bancone trovo Vicky, una mia vecchia amica. Ha due anni più di me, i capelli di tutti i colori e le braccia coperte da tatuaggi. «TALIA!» mi abbraccia e io ricambio la stretta «dove cazzo eri finita, mi hai lasciato qua da sola come un cane» si lamenta «ho avuto un periodo buio» rispondo «cosa prendi?» mi chiede «dammi qualcosa di forte» rispondo e mi da una bottiglia di vodka «e per il tuo amico?» «una vodka anche per me grazie» le dice tom. Faccio una lunga sorsata dalla bottiglia e mi avvio verso la partenza delle moto. In 6 sorsi finisco il mio alcol e butto la bottiglia per terra. Salgo sulla vespa e mi preparo a partire. Il mio avversario si chiama Pierre. Mentre non c'ero era lui che deteneva il titolo. Mi rivolge un occhiata cattiva prima di tirarsi giù la visiera del casco. Tom mi sorride e io sorrido a mia volta. Le luci verdi si accendono. Partiti. Inizio ad accelerare. 30. 40. 50. Il contachilometri sale sempre di più. 180. 190. Quando raggiungo i 200 mi sento come se potessi staccarmi da terra e fluttuare via. L'aria mi sferza sul viso. Ho un sorriso vero stampato in faccia e mi sento viva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2014 ⏰

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