cap. 29

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Esco di casa ed a passo spedito mi dirigo verso la vecchia fabbrica del vetro, avevo già acceso il registratore che tenevo in tasca, avrei usato quello del telefono che funzionava abbastanza bene.

Dopo qualche minuto arrivo e intravedo appena una figura scura, mi guardo intorno ma non c'era nessuno, ovviamente la gente, a quest'ora o era a scuola o se ne stava rintanata a casa, il tempo poi non era neanche dei migliori, avrebbe potuto iniziare a piovere anche subito e c'era anche un bel po' di nebbia.

-Luca, sei tu?- provo a dire nella speranza che fosse lui

-si, avvicinati, non avere paura- mi risponde una voce che proveniva da quella figura scura

-non ho paura.- dico fredda e diretta camminando piano verso quella figura

-bene, meglio così- continua lui avvicinandosi a me per poi mostrarsi.

-ciao Luca- dico normalmente

-ciao Jessica *continua lui* vieni, avvicinati- dice mostrandomi poi la via dove dovevo proseguire, entriamo dentro quella fabbrica che era messa davvero male, il tetto era un po' bucato ed i residui di quest'ultimo erano sparsi in terra, era peró piena di scatoloni e pancali accatastati uno sopra l altro, non so se vuoti o pieni di qualcosa, Luca si mette a sedere su una pila di pancali ed io faccio lo stesso ma sedendomi su una pila di questi difronte a lui, almeno potevo guardarlo dritto negli occhi.

Non era cambiato affatto, sempre lo stesso, solo il carattere ed il suo comportamento erano diversi.

-cosa vuoi sapere.- mi chiede freddo e diretto

-tutta la verità riguardo a Julie- rispondo alla sua domanda con il suo stesso tono

-bene sono più che sicuro che tu voglia sapere tutta la verità su com'è morta, non è vero?- mi limito ad annuire

-non ti stò a riraccontare tutta la storia, ormai la sai giá ma non avevo finito l'ultima volta, a proposito, come stai?-

-stavo meglio prima ma non mi posso lamentare- fa una smorfia e poi continua a parlare riguardo la morte di Julie

-dopo che era svenuta, ho chiamato un vecchio amico e gli ho chiesto di finire il lavoro, abbiamo fatto in modo che fosse stata investita, la macchina fu poi ritrovata ed il mio amico ora è in carcere, sapeva di doverci andare, lui ha addirittura accettato di finire il lavoro senza niente in cambio, ha accettato subito perchè voleva essere preso e messo dentro-

-ma perchè...-

-l'ho giá detto questo!- mi parla sopra prima che potessi finir di parlare

-si okay, scusa un'altra domanda; come hai fatto ad uscire da...- riferendomi all'orfanotrofio

-anche a questa ti ho già risposto, ho lasciato una lettera e me ne sono andato, Jessica te hai 17 anni, io 18 ad Ottobre ma devi sapere che noi due siamo uniti- lo guardo confusa

-cosa intendi!?-

-Jessica, so che fine hanno fatto i nostri genitori-

-i Nostri?-

-si, i nostri, sei mia sorella Jessica.-

rimango a bocca aperta, qualsiasi parola che volevo dire mi muore in gola senza che potesse uscire

-ma cosa dici...-

-non siamo proprio fratello e sorella ma...ho scoperto che tuo padre è morto come anche mia madre, è morta appena io sono nato e dopo, tua madre e mio padre si sono sposati ma poi è successo quel famoso incidente stradale e siamo rimasti orfani-

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