» you win.

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Sono cazzuto.
Sono un campione, oggi giocherò e darò il meglio di me.
Indosserò quella cazzo di divisa così dannatamente scomoda e Luke si pentirà d'essere nato.

Stringo i denti, osservo compiaciuto il mio riflesso sullo specchio e poi un verso deluso si espande nella stanza.
Ma chi voglio prendere in giro?
Non riuscirò mai a fare queste cose neanche volendo ..

« Sono un disastro .. »
Stavolta ad alta voce, ma neanche così acuta dato che la notte fonda qui presente porta tutti i miei familiari a dormire, come giusto che sia.
Beati loro, penso, sempre così tranquilli e spensierati.
Mio padre è da poco tornato da New York, una volta arrivata la stagione calda tutta la famiglia si riunisce così da poter far concorrenza agli spot pubblicitari sull'armonia in famiglia.
.. Peccato non sia sempre così.
Fra me e mio padre vi è da sempre quell'astio nascosto, quella punta di sfida, siamo completamente differenti;
io la mente, lui il braccio.
Pensandola così dovremmo andare più che d'accordo ma qualcosa dev'essere andato storto ..
Da piccolo credevo di essere / andato storto / io, crescendo ho capito il contrario.
Bene così.

Un altro fugace pensiero viene accantonato nella mia mente, colma di preoccupazioni a prima vista inutili, soprattutto perché dovrei tornare a scuola domani e non ho chiuso occhio.
Sono le quattro del mattino, non ho neppure sonno, il cuore mi batte così forte che potrebbe scoppiare.
Una parte di me si ricorda di Luke, in qualche modo ed è più che sicura non sia mentre cerca di spezzare il collo a qualcuno.
E questo mi dà così tanta rabbia, perché non riesco a ricordare?
Chi è Luke Hemmings e perché ce l'ha tanto con me?
Può anche darsi che io non sia neanche nell'anticamera del suo cervello, a patto ne abbia uno, e che le mie siano solo paranoie con un pizzico di mania di protagonismo.

Oh, Mich.
Sei sempre così duro con te stesso.
E forse è meglio così, gli elogi non mi piacciono, non sono abituato a riceverne e questo mi aggrada non poco.

Bene, resoconto della situazione?
Non so con quale coraggio presentarmi a scuola, forse dovrei chiedere scusa a Luke per una convivenza civile o forse .. forse dovrei affrontarlo e tenergli testa.
Non saprei.
Magari sarà proprio lui a scusarsi, no?
Spero che questi pensieri rimangano tali e che, accidentalmente, io non stia bisbigliando qualcosa alla mia immagine riflessa nello specchio del bagno.
Le luci sono spente, intravedo ben poco e mi va bene, chissà che spavento se mi guardassi in queste condizioni pietose!
Decido di tornare a letto, con questo caldo è impossibile rimanere in un posto così bollente ancora per un attimo.
In punta di piedi, con indosso solamente i miei boxer neri, sono di nuovo in camera mia.
Le finestre spalancate, il letto disfatto e alcuni testi di canzoni sparsi sul pavimento ..
C'è sempre tanto disordine in questo spazio, soprattutto la notte.
Non sono solito dormire a lungo in estate, forse per questo mi limito a passare le notti così.
A volte suono, compongo, studio o semplicemente mi soffermo a volgere uno sguardo alle stelle, così luminose occupate a proteggere la Luna.
Anche stavolta ho conservato loro un'occhiata veloce prima di chiudere gli occhi e lasciarmi cullare dalle braccia della notte.

[ .. ]

Il giorno seguente è giunto e, ahimè, sono costretto ad affrontarlo.
Mi alzo dal letto, saranno passate circa tre  o  quattro ore dal / crollo / di stanotte, ciononostante mi sento più che riposato.
Prima di dar vita alla solita routine composta da doccia, contemplazione della mia ambigua immagine, colazione, scelta dei vestiti e saluto, oscillo un po' i piedi a qualche centimetro dal legno del pavimento.
Poi però mi decido ad abbandonare la postazione e mettere in pratica queste lunghe azioni, pronto a ripeterle ogni giorno per circa sei mesi.
Esco di casa ;
skinny jeans senza strappi, vans, maglietta bordeaux con strappi lungo le mezze maniche e un borsone, oltre allo zaino contenente i libri, solo per gli indumenti da utilizzare durante gli allenamenti.
Perché sì, sarò costretto a giocare a football o quantomeno imparare gli schemi ogni giorno dopo le lezioni.
Cerco di non pensare al guaio in cui mi sono cacciato e raggiungo la fermata dell'autobus ;
stesse facce di ieri, nulla di nuovo.
Ripercorro lo stesso percorso, ormai entrato in bus, fino ad arrivare a scuola.
Stavolta le cuffie sono riposte nella tasca inferiore dello zaino, mentre una delle mie mani regge il borsone e l'altra è infilata nella tasca anteriore del jeans.

Clap With Me // Muke Clemmings ♡ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora