Questioni di parcheggio

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Il bar del Piccolo Borgo è contemporaneamente bar, pizzeria, tabaccheria e centro di aggregazione. Nonostante i bizzarri orari di apertura e le ferie improvvise dei titolari che di quando in quando lasciano il Piccolo Borgo orfano di un posto dove andare a fare due chiacchiere, a ogni ora è possibile trovare seduti ai cinque tavolini all'interno (e ai sei all'esterno quando non fa troppo freddo, cosa che in montagna accade di rado) gruppetti eterogenei e variegati, dagli adolescenti alle brave signore che escono dalla messa del martedì mattina.

Sono seduta con alcune amiche a uno dei tavolini, quando vediamo entrare una Forestiera. Forse vi devo una rapida premessa? I Forestieri, per l'ampia mentalità dei Piccoloborghesi, sono tutti coloro che si trovano a passare per il Piccolo Borgo senza alcuna intenzione di restarvi. Non come i Turisti, però. Un gradino sotto, diciamo. Comunque, ecco una Forestiera. Ha la faccia e la borsa da informatrice del farmaco, per intenderci. 

Con fare esitante, si avvicina alla barista. 

«Buongiorno», dice. «Posso chiedere un'informazione?»

La barista, nonostante la sua innata malfidenza verso i Forestieri, annuisce.

«Vede, c'è una macchina parcheggiata proprio dietro alla mia che mi impedisce di uscire. Ho chiesto e mi hanno detto di venire a chiedere qui».

«Ah. Che macchina è?»

La Forestiera, senza esitare, la descrive. La barista annuisce di nuovo. Un rapido sguardo agli avventori del bar.

«Giorgio, devi andare a spostare la macchina!», chiama. 

Giorgio, con la flemma propria del settantenne, nemmeno solleva gli occhi dal quotidiano che sta leggendo. La barista e la Forestiera lo guardano stranite per un istante, prese forse dal dubbio che non abbia sentito.

«Giorgio, per favore, la macchina!»

«Non ci sono altri posti nel parcheggio», dice Giorgio, alla fine.

Le due lo guardano confuse.

«Ma la signora deve uscire!»

«Il parcheggio è pieno. Non sarà mica solo la mia macchina a dar fastidio? Quando se ne vanno gli altri, allora mi sposto anch'io».

E gira con ostentazione una pagina del quotidiano.

La barista guarda per un momento l'espressione a metà tra l'esterrefatto e l'istinto omicida che si è dipinta sul viso della Forestiera.

«Un caffè?», le chiede.

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