Uno

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Che poi l'amore se in fondo ci pensi
È l'unico appiglio in un mondo di mostri
E tu lo descrivi in un modo pazzesco
Tu lo rinchiudi in un solo tuo gesto
Mi piacerebbe lanciarti nel cielo
Vedere il tuo corpo che pian piano sale
Collocarti nel posto più giusto
La stella più fragile dell'universo

Settembre 2017

Il campanello continua a squillare ripetutamente, quell'odioso rumore metallico del videocitofono che io mi ero imposto in tutti i modi di non far installare. Purtroppo in un condominio non decide una persona sola, la maggioranza ha il potere, così io sono rimasto solo uno dei pochissimi coinquilini di questo vecchio palazzo, a voler lasciare inalterato l'impianto dei citofoni.
Ma poi di cosa mi stupisco, siamo a San Basilio, di certo non a Parioli e che la gente voglia vedere in faccia chiaramente chi gli citofona alla porta di casa non lo trovo nemmeno così sbagliato, questo certamente non è uno dei quartieri più tranquilli di Roma... sarà che abito da una vita in questo palazzo e non avere più il solito suono tranquillo del vecchio campanello, mi turba e non poco.
L'ingresso sembra distare chilometri dalla cameretta, ho ancora il sonno incastrato in ogni cellula del corpo, questa è tutta colpa dell'abbiocco pomeridiano a cui ormai non rinuncio quasi più: trovare del tempo per dormire ultimamente mi risulta davvero complicato, quindi quando se ne ha l'occasione perché dover rinunciare?
Do un occhiata allo schermo del videocitofono, ma non appare nessuno in quel piccolo riquadro.
-Chi è?- chiedo.
-Oh sono io Nico, dai aprimi- risponde una voce molto familiare dal tono leggermente scocciato.
Lei, chi mai potrebbe essere? Premo il tasto con la chiave disegnata sopra e giro due volte le chiavi nella toppa della porta per aprirla: glielo avevo detto io di venire qui se ne aveva voglia, dovevo aspettarmelo.
Cerco di darmi un tono, mi stropiccio gli occhi con le mani sperando che tutto quello sfregare porti via anche il segno che il sonno ha lasciato indelebile sul mio viso, ma non faccio nemmeno in tempo a togliermi le mani dalla faccia, che lei entra come un uragano e mi si piazza davanti con un'espressione indecifrabile.
-Mi hanno bocciato- afferma guardandomi.
Io sgrano gli occhi e poi pensando che mi stia prendendo in giro faccio un mezzo sorriso. -Ma che stai a dì, ti pare!?-
-Non sto scherzando Nico, sono seria- dice guardandomi negli occhi. -Mi hanno bocciato- ripete spostando lo sguardo alla sua sinistra.
Mi passo una mano sul viso e quando la tolgo posso vedere chiaramente un accenno di lacrima all'angolo del suo occhio, così senza pensarci nemmeno un attimo mi avvicino e la abbraccio. Lei mi chiude una mano intorno al polso e stringe forte, mentre la sua testa si posa sulla mia spalla: è minuscola dentro le mie braccia.
Si stacca dopo qualche istante e mi guarda con gli occhioni tristi inclinando lateralmente la testa, poi senza parlare mi passa una mano sul viso fino a pettinarmi all'indietro i capelli. -Lo so che stavi dormendo- afferma portando nuovamente la testa posata sulla mia spalla, con tutti i capelli a nasconderle il viso.
-Beccato- ridacchio posando una mano sotto il suo mento per farle alzare la testa. La guardo qualche momento negli occhi per riuscire a decifrare i suoi pensieri, ma è come se ci fosse un muro da dove non filtra nessuna emozione.
-Vieni- dico alla fine sfiorandole la mano, lei mi segue in silenzio fino alla mia cameretta, dove il letto è ancora disfatto e disordinato e le tapparelle sono abbassate per non far filtrare la luce.
Il mio gatto è disteso ai piedi del letto, sulla coperta stropicciata e appena nota la presenza della ragazza al mio seguito, scende giù per andare a strusciarsi ruffiano sulle sue gambe.
-Tonno ruffiano- esclama lei leggendomi nel pensiero, poi si china per prendere in braccio il micio e sedersi sul letto mentre gli accarezza la testa.
La imito e resto in silenzio ad osservarla ancora per un po', però poi la tristezza che leggo nei suoi occhi è troppo pesante per far si che io non spiccichi nemmeno una parola a riguardo.
-Stellina- la richiamo. Lei alza gli occhi da Tonno e porta l'attenzione su di me. -Che c'è?- chiedo retorico.
-C'è che mi hanno bocciato e non me lo aspettavo per niente, sono veramente delusissima- risponde scalciando via le Stan Smith bianche dai suoi piedi e portando le ginocchia al petto.
Le accarezzo piano i capelli: -Dai stellina è solo l'esame della patente, non è successo niente di grave può capitare a chiunque, sai quanti ne sono passati nella stessa situazione?- la rassicuro, ma le mie parole sembrano aver ottenuto solo l'effetto contrario, perché se fin ora aveva cercato di contenersi, improvvisamente il suo viso assume l'espressione contorta di chi sta trattenendo le lacrime e poi si lascia andare piangendo e abbandonandosi contro il lato del mio corpo.
-Niccolò tu non capisci- biascica tra le lacrime. -Non capisci niente- continua. Singhiozza talmente forte che penso che da un momento all'altro potrebbe smettere di respirare. Il cuore sembra spezzarsi in milioni di frammenti a vederla così. La stringo forte a me e le accarezzo delicatamente la testa, ma lei di calmarsi non ne vuole sapere. -Questo è l'ennesimo fallimento- riesce a dire tra i singhiozzi. -Rappresenta proprio la mia vita, io che non concludo mai niente- continua aggrappandosi con le mani alla stoffa della mia maglia leggera.
La sento che respira velocemente, con il suo petto che si alza e si abbassa in modo irregolare contro il mio, sta cercando di smettere di singhiozzare e io non so cosa dirle per farla calmare, perché so che sta per dirmi qualcosa a riguardo della sua vita, qualcosa che sono sicuro le pesi sul petto da un bel po' di tempo.
-Sono stata rimandata in tre materie in quarto superiore, mio padre ha sempre avuto un pessimo carattere, anzi lui aveva sempre e solo un pessimo carattere- inizia staccandosi da me per potermi guardare. -Mi ha fatto pesare da morire questi debiti a scuola, secondo lui era inconcepibile una cosa del genere, era come se io rappresentassi una vergogna, un fallimento- continua giocando nervosamente con le mani. -Non mi ha rivolto la parola per settimane, è stata l'estate più brutta della mia vita. Io vedevo i miei amici divertirsi, fare vacanze con le proprie famiglie, mentre l'unica cosa che potevo fare io era studiare e dare una mano nel locale di mia madre. Il giorno dell'esame di recupero mi ha minacciata che sarebbero stati guai seri se non avessi riparato quei debiti, e fortunatamente non ho mai saputo a cosa si riferisse perché superai l'esame tranquillamente- Con l'indice si asciuga una lacrima dall'interno dell'occhio. -Non ho mai avuto idea del motivo di quel comportamento con me, lui non mi ha mai ascoltato, per lui era come se non esistessi e non parlo solo di quella volta nell'estate tra il quarto e il quinto, io per lui è come se fossi stata sempre un peso. Con mia sorella la cosa era diversa, lei è sempre stata fuori casa, con Intercultura o con gli Erasmus dell'università negli ultimi anni, viaggiava molto quindi lui non poteva sfogare la sua rabbia repressa su di lei. Anche con mia madre, da quello che  ricordo dalla mia infanzia non è mai stato buono d'animo. Litigavano sempre e io mi sentivo fuori luogo, sembrava che fossi io il problema, magari lui non mi aveva mai voluta, ero stata un'errore...- a quella parola la voce le si spezza e crolla di nuovo tra le lacrime e quei singhiozzi togli-fiato.
-Stellina...- sussurro quando lei posa la testa sulle mie gambe continuando a singhiozzare. Sembra un animale ferito, è minuscola e indifesa mentre si libera di questo macigno doloroso e io mi sento completamente inutile perché un dolore così non ho idea assoluta di cosa possa far provare.
Mi tiene la mano stretta intorno al polso e respirando lentamente si ricompone e continua a parlare. -Non ha mai alzato una mano con me se te lo stai chiedendo, questo no, però non serve la violenza fisica per far star male una persona, basta anche un piccolo gesto e lui di piccoli gesti meschini e cattivi ne ha fatti fin troppi- confessa mordendosi il labbro inferiore. Le carezzo una guancia con la mano e lei si lascia andare posando la testa contro il mio palmo e abbandonandosi con gli occhi chiusi a quel gesto delicato.
-Poi un anno fa è andato via, si è separato da mia madre ed sparito nel nulla, ma a me non è cambiato niente, perché tanto è come se non ci fosse mai stato... anzi l'atmosfera in casa mia quando c'era lui era pesante e opprimente, adesso mi fa strano dirlo ma io e mia mamma siamo rinate. All'esterno io mi sono dimostrata sempre una ragazza normale, senza problemi, facendo credere di avere una vita perfetta, mentre invece ogni volta che tornavo a casa mi sentivo spezzata in tante piccole parti. Lui adesso è andato via, ma non lo rimpiango per niente perché tanto non ho mai avuto un padre Nico. Io me lo sono chiesta tante volte che cosa ho fatto per ricevere quel comportamento da lui, ma non mi sono data mai una vera risposta, perché semplicemente non c'è spiegazione. Me lo chiedo spesso come sarebbe stato avere una persona che potevo chiamare papà, ma ormai me ne sono fatta una ragione, anche se fa tanto male- chiude gli occhi e sospira. -Mi abbracci?- mi chiede tendendo le braccia verso di me ed io non me lo faccio ripetere ancora e la attiro tra le mie carezzandole i capelli e la schiena. Stellina continua a piangere e singhiozzare sulla mia spalla ed io non ho la minima idea di cosa fare per farla calmare, così mi limito a lasciarla sfogare.
-Sei la ragazza più forte, determinata e cazzuta che io abbia mai conosciuto- le sussurro dopo un po' nell'orecchio. -Posso solo immaginare come ti senti, ma sei veramente una forza stellina, io non avrei mai sopportato una situazione del genere fragile come sono- continua. -E invece guardati tu, hai 19 anni e sei già una donna, ti sei rimboccata le maniche e ti sei data da fare, devi essere fiera di te- la sento sorridere appena con le labbra sul mio collo. -E poi ti pare che adesso ti abbatti perché ti hanno bocciato alla pratica della patente? Dimmi come si chiama questa che la andiamo a investire- scherzo per sdrammatizzare un po'. Lei si stacca da me e mi guarda facendo un mezzo sorriso. -Nico se non ci fossi tu...- ammette tornando poi abbracciata a me.
-Adesso non ho più segreti con te- mi dice.
-Mi fa molto piacere che tu ti fidi di me fino a questo punto- affermo, lei sorride e subito dopo nasconde di nuovo la testa tra il mio collo e la mia spalla.
Restiamo in silenzio, il suono del nostro respiro è l'unico rumore e giuro che potrei restare così per una vita intera. Mi mancavano questi momenti con una donna, io che mi rifugio solo nella musica e in questi ultimi mesi non ho pensato a nient'altro che alla preparazione del disco. Sono giorni intensi, ma questo pomeriggio tranquillo con lei lo è ancora di più.
Mentre sono assorto nei miei pensieri lei fa una cosa inaspettata: mi spinge giù verso il cuscino e una volta sdraiato, si stende anche lei posando la testa sulla mia pancia, con il suo viso rivolto verso il soffitto e gli occhi chiusi.
-Da oggi questo è il mio posto preferito per dormire- dice piano. Sorrido e le poso una mano sulla guancia. -Ti faccio questo effetto?- domando.
-L'effetto che mi fai è quello di essere nel posto più sicuro e tranquillo del mondo- confessa piano.
Non rispondo perché le sue parole hanno già spiegato tutto ciò che c'era da dire... chi lo avrebbe mai detto? Lei che è capitata così improvvisamente nella mia vita ed adesso è qui a dirmi queste cose con la voce sincera e la mano sempre chiusa intorno al mio polso, è il gesto più bello e frequente che lei rivolge nei miei confronti, sembra una banalità ma a me piace da morire, è' come se non mi volesse mai lasciare andare.
Resto in silenzio fin quando non sento il suo respiro regolare e capisco che si è addormentata. Chissà a cosa pensa, chissà cosa sogna quando ha gli occhi chiusi e l'espressione rilassata sul viso. "Stellina" penso... non c'è parola più azzeccata di questa per descriverla.
Più la osservo e più mi sento ispirato, vorrei correre al piano e mettere sui tasti la melodia che mi sta nascendo in testa, scrivere su carta le parole che affiorano nella mia mente senza neanche sforzarmi di pensarle.
Lei si muove voltandosi su un fianco e premendo la guancia sul mio addome: le scosto delicatamente i capelli dal viso. -Sei...- sussurro. Però poi noto che si muove leggermente e penso che potrei svegliarla. Così nella mia testa finisco la frase: "la stella più fragile dell'universo."

HOLA
Ciao stelline sono tornata dopo mesi e dopo che per la seconda volta non ho portato a termine una delle mie creazioni. Ma il lavoro mi tiene impegnata tutta la giornata e trovare tempo per scrivere mi risulta complicatissimo, però adesso scrivo di notte, perché io questa ff me la sono sognata di notte.
Quindi bentornata a me per chi mi conosce e benvenuti a voi se siete i primi ad approdare in una delle mie storie.
Questa sarà differente, sto cercando di adottare uno stile lontano dal mio solito e già dal titolo si può immaginare perché.
Niente io spero che vi piaccia e aspetto i vostri pareri e le vostre stelline per farmi capire che avete apprezzato.
All the love, Aly xoxo.❤️
Intanto eccovi una chicca direttamente dal live di Nico a roma il 12 maggio🌟

❤️Intanto eccovi una chicca direttamente dal live di Nico a roma il 12 maggio🌟

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