Parte 1

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Premessa:
Questa storia è liberamente tratta dagli eventi reali che riguardano il tour in corso di Harry. I personaggi presenti appartengono alle vite dei due ragazzi e sono tratti dalla realtà, e in un contorno reale ho ambientato eventi di fantasia. Vi sono riferimenti a singoli episodi realmente accaduti nei live, alla scaletta dei concerti e ai testi dei singoli brani di Harry e non solo. I due protagonisti rispecchiano tutto ciò che ho sempre percepito dei reali Harry e Lou.
Spero che vi piaccia. Buona lettura.
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Parigi, 13 marzo 2018, Accor Hotels Arena

“Non so davvero cosa ci faccio qui. È stata una follia. Non avrei dovuto, è un rischio enorme, nessuno sa niente di dove io sia, ho mentito spudoratamente e se qualcuno dovesse anche solo avere il vago sospetto di cosa io stia combinando mi franerebbe tutto addosso. Ancora e ancora e ancora, come sempre. Ma non c'è l'ho fatta a non farlo. Merda, quando smetterò di essere così fottutamente debole? Basta, ancora una canzone e vado via. Devo riuscire ad andare via.”

Louis si passò una mano tra i capelli e poi si strinse con due dita la base del naso. Era distrutto. Non dal volo, non dalle ore passate a torturarsi camminando in giro per Parigi, indeciso sul da farsi, se rispondere a quel messaggio o no, se chiedere quel favore o no. Nemmeno dal fatto di non poter fumare lì, in quell’angolino di backstage in cui era, completamente immerso nel buio tanto da scordarsi di esistere lui per primo. Era distrutto dal vedere una calamita che lo attirava e che non poteva toccare mai, perché nata per allontanarsi dell’esatta distanza che lui percorreva per avvicinarsi. Lo sfiancava il pensiero di aver preso l’ennesima decisione sbagliata e autolesionista della propria vita, dalla quale sarebbe uscito più scavato di prima. Non aveva resistito. Sapeva che Lou Teasdale era là, sapeva che aveva dei biglietti ricevuti proprio da Harry. Sapeva che lei poteva farlo entrare senza che nessuno se ne accorgesse, chiedendo a tutti il favore di non dire niente, a concerto iniziato da un pezzo, direttamente nel backstage. Harry lo avrebbe saputo solo una volta sceso dal palco, e forse avrebbe trovato il coraggio di dirgli ciao. Di fargli le congratulazioni. Non voleva essere lui a fare un passo, ma aveva visto i video dell’esordio di Basilea. Doveva essere lì per lui. Era troppo importante, una parte della sua vita stava consacrando se stessa senza più paure e bisognava dirglielo. Non per messaggio, non per email, ma lì. In quel momento. In quella città. Aveva consumato il parquet della sua camera d’albergo prima di decidere. Circa 4 ore di pensieri e arrovellamenti e cenere di sigaretta, tanto da non ricordare più di cosa sapesse l’ossigeno senza fumo. Poi un solo sms, scritto prima di potersene pentire:

“Stasera ci sono. Manda il biglietto alla reception del Radisson. Avverti le maschere, ci vediamo dietro. X, L.”

Il danno era fatto, ma non appena era stato ammesso nel corridoio buio e pieno di cavi del backstage non era riuscito a pentirsene. L’aria non era più piena di fumo, era accarezzata dalle corde della sua chitarra, vibrava baciata dalla sua voce.

Era entrato sulle note di “Woman” e si era appostato dove nessuno potesse scorgerlo, neppure la stessa Lou, che lo aveva lasciato andare, subito dopo averlo visto entrare, con un’affettuosa pacca sulla spalla. Aveva visto l’esitazione e il nervosismo sul suo volto, e aveva capito che in quello che stava affrontando lei non poteva avere ruolo migliore che il dargli una scusa, una possibilità di fare i conti col suo più grande nemico. Perché a volte l’amore, per Louis, era uno scontro senza esclusione di colpi.

E ora si trovava lì, imbambolato, completamente perso nel percorrere con gli occhi la figura di Harry dalla testa ai piedi, e poi di nuovo al contrario, tentando di scorgere anche il più insignificante dei dettagli, mentre la sua voce lo trasportava altrove, comprometteva ogni tentativo di concentrazione, zittiva la sua razionalità che non faceva che dire che una sbirciata era abbastanza, ora doveva tornare di corsa alla propria vita.

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